quando non sai quello che vuoi

di sweetkonan
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quando non sai quello che vuoi06


Quella sera dopo aver fatto un giro in centro e cenato fuori Kisame da baldo cavaliere accompagnava Namida sotto casa. Era passato appena un mese dal loro primo incontro ma già sentiva di non poter fare a meno di lei. Ogni volta che poteva cercava di vederla e tra le missioni e impegni vari, il tempo era sempre troppo poco da dedicare a lei. Sapeva di essere ricambiato e non c'era gioia più grande di questa certezza. Eppure... eppure a volte quando era in base e vedeva Itachi si sentiva ancora in preda ad un turbinio di sensazioni. Un pò rammarico, gioia ed ansia. Quella stessa giornata, mentre tornava dalla missione con Zetsu, si sentiva molto agitato. Quasi come un bambino che aspetta di aprire un regalo. Poi vederlo gli aveva provocato un forte turbamento. Era silenzioso come al suo solito, ma salutarlo almeno? Che poteva mai costargli almeno essere un pò cortese? Avrebbe tanto voluto parlargli e risolvere la situazione.
Eppure non potè non sentirsi uno stupido a pensare ancora a simile cose mentre era in compagnia della sua ragazza.
Si sentì pizzicare al braccio.
-Mi stai ascoltando Kisame? Uff hai sempre la testa per aria quando mi riaccompagni a casa. A cosa pensi?-
-A niente di importante. Sai è già passato un mese da quel giorno-
-Che tenero che sei Kisame! Davvero pensavi al nostro primo incontro?-
-Ma certo!- esclamò felice di averla abbindolata. Non era proprio il caso dirgli la verità.
Arrivati al palazzo, lui fece per salutarla ma lei lo strattonò a sè. -Ti va di salire per bere qualcosa? Non avrai mica la ritirata?- disse scherzando. Lui sorrise di rimando. -Anche se l'avessi non potrei mai rifiutare il tuo invito tesoro-
La strinse a sè, cingendole i fianchi, e baciandola con ardore. -Ti sono mancata in questi giorni?- riuscì a malapena a bisbigliare mentre gli divorava le labbra. Mugugnò un sì continuando a coccolarla. - Dai Kisame fermati un attimo. Continuiamo sopra se vuoi- disse staccandolo con uno sguardo che diceva già tutto. Salirono e accomodatisi in salotto ricominciarono a farsi le coccole.
Kisame aspettava con impazienza quel momento. Le sbottonò la camicetta, posò alcuni baci sul reggiseno prima di sfilarglielo con un preciso movimento. Si inebriò del profumo di quella pelle che desiderava assaggiare già da un pò. Le baciò le labbra, carezzandole il seno mentre si perdeva nel piacere che quel corpo femminile era capace di risvegliargli.
-Kisame...spostiamoci nella camera da letto- sussurrò Namida tra un bacio e l'altro. Kisame la sollevò tra le braccia portandola nella stanza da lei indicata. La poggiò con riguardo sulle lenzuola, scoprì il petto scolpito e tornò su di lei per riprendere ciò che aveva interrotto. Quel gioco di baci e carezze avrebbe potuto continuare ancora molto. Ma lo spadaccino non vedeva l'ora di arrivare al sodo. Sbottonò la gonna della ragazza, sfilandola via. 
-Kisame...- sembrava volesse dire qualcosa. Eppure sembrava supplicarlo. Non ti fermare.
Non l'avrebbe delusa.


Era ormai molto tardi. Itachi era ancora sveglio, seduto in salotto guardava svogliato un programma spazzatura, di quelli che segue con passione Konan, aspettando il ritorno del compagno. In verità non lo avrebbe mai ammesso ma l'idea che Kisame poteva passare la notte fuori gli provocava un pò di agitazione. Finalmente quella mattina aveva preso coscienza della situazione in cui si trovava. Del perchè aveva fin da subito odiato a pelle quella ragazza. Il vero motivo per cui si sentiva cosi strano quando vedeva Kisame o semplicemente gli stava vicino. Una parte di Itachi desiderava sfogare quel sentimento ma sentiva che era rischioso compiere un gesto così avventato. Kisame adesso stava con una donna. Non era passato molto tempo, ma ogni volta che lo vedeva, percepiva nel compagno una carica di gioia e felicità, che in precedenza non aveva mai visto. La parte più razionale di lui, gli suggeriva di mettersi da parte, per non complicare la vita dell'altro. Forse quel sentimento cosi com'era nato, sarebbe scemato col tempo. Ma nonostante questi pensieri, Itachi non riusciva a sopprimere quella sensazione di angoscia e paura. Paura di averlo perso per sempre.
Sentì il rumore di una porta che si apriva. Si alzò dal divano e vide Kisame che camminava nel corridoio diretto alla loro camera. Sembrava esausto.
Fu inevitabile per l'Uchiha immaginare quale fosse la ragione di quella sua spossatezza. Nonostante lo avesse aspettato, in quel momento gli mancò la forza di chiamarlo. Rimase lì impiedi, lo guardò aprire la porta e richiuderla subito dopo.

Non riusciva ancora a credere a cosa era successo. Era solo un brutto sogno... ed invece era la crudele realtà.
Kisame entrato in camera si accorse che Itachi non era a letto. Andò in bagno furioso e prese a pugni il muro. Non riusciva a non pensare a ciò che era successo alcune ore prima. Stava facendo l'amore con Namida. La sua Namida... e durante l'enfasi del momento non era riuscito più a controllarsi. Lei desiderosa lo incitava. Tra un gemito e l'altro sussurrava il suo nome. Eppure Kisame non era riuscito a sopprimenere quella parte nascosta di sè che ancora desiderava Itachi.
Non poteva credere di aver sussurrato più e più volte il nome del compagno mentre era nel corpo della sua compagna.
Ripensava alla discussione avuta dopo, a lei che piangeva perchè si sentiva presa in giro ed umiliata. Ricordava le sue suppliche, davvero poco convincenti, con cui cercava di rassicurarla... che Itachi era una storia finita, anzi mai iniziata. Eppure forse solo Namida in quel momento era davvero lucida. Aveva avuto il coraggio di mostrargli la verità. Che lui in realtà non aveva dimenticato l'altro. Eppure Kisame non poteva accettare una situazione simile. Voleva liberarsi di quell'amore e tornare alla sua vita precedente. E ci sarebbe riuscito.









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Proprio quando Kisame credeva di essersi liberato di Itachi, ecco che il suo cuore lo tradisce obbligandolo a fare un passo indietro... e poi il nostro Uchiha cosa farà? Tutto nel prossimo capitolo( da riscrivere XD). Buona lettura!






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