Ladre
e fiori
Kankuro continuò a correre finché non si ritrovò in mezzo
alle rovine di un villaggio.
Notò che in quel luogo il colore bianco dominava su tutto: la maggior
parte delle costruzioni era di colore bianco, persino gli alberi o il
terreno erano ricoperti da fiori del medesimo colore.
Nell'aria c'era un piacevole profumo di gelsomino e la miriade di
lucciole che volavano là intorno davano un tocco quasi magico, etereo.
Incuriosito decise di fare un giro per esplorare la zona, prese il kit
medico e disinfettò la ferita, poi la fascio ben stretta, in modo da
poter camminare più comodamente.
Molte case erano ormai cumuli di sassi, e quelle poche rimaste in piedi
si reggevano appena.
Scavalcò alcune colonne e per poco non scivolò tra i sassi bianchi di
quella che una volta doveva essere un'enorme fontana. Per mantenere
l'equilibrio si era strofinato su un muretto sporcandosi il pantalone
nero, batté due colpi per togliere la polvere in eccesso e tossì per
via di quest'ultima, quando sollevò lo sguardo rimase incantato: di
fronte a se si trovavano i resti di un possente palazzo, dalla forma
sembrava un tempio o la casa di un nobile.
Decise di entrare, facendo attenzione a non scivolare tra le macerie.
L'interno era stupendo: i muri erano bianchi decorati con quadri
raffiguranti cascate, dragoni e splendidi paesaggi, purtroppo alcune
tele erano strappate e ne ne poteva ammirare solo una parte. Salì le
scale a fatica, e più di una volta rischiò di cascare giù.
Le camere da letto un tempo dovevano essere di gran lusso, coi letti a
baldacchino coperti da candide lenzuola di seta, adesso rimanevano
solamente i pilasti per tenere il baldacchino e lenzuola strappate. Lo
scricchiolio sotto ai suoi piedi lo invitò a non proseguire verso i
piani più alti quindi decise di esplorare solo il primo piano. Le
camere come la cucina o la sala per ricevere gli ospiti erano andate
perdute.
L'ultima stanza era un tempio, stranamente questa era l'unica stanza
rimasta intatta. L'interno era estremamente buio, ma si potevano
intravedere i dipinti raffiguranti storie di guerra, e quadri e
statuette dedicate ai Kami.
Kankuro aveva una strana sensazione di inquietudine.
D'un tratto vide uno strano bagliore e decise di andare a vedere, salì
le tre scale del piccolo palco e scostò un drappo rosso.
Tum.
Si ritrovò con la schiena per terra, i polsi erano bloccati al
pavimento da due mani molto forti, sentiva il peso di un'altra persona
che premeva sul suo bacino e sullo stomaco, il fiato gli solleticava il
collo.
<< Chi sei? Che diavolo ci fai qui? >>
Era una ragazza, e dal tono di voce decisamente non amichevole.
Il buio della stanza non gli permetteva di distinguere il viso.
<< Sono un alleato di Iwa, sono stato attaccato e mi sono
ritrovato qui >>
Si sentiva umiliato, steso da una ragazzina e costretto a rispondere
alle sue domande.
Maledetta gamba.
<< Da dove vieni? >>
<< Suna... >>
Se l'avesse scoperto suo fratello probabilmente l'avrebbe retrocesso.
<< Bene “Suna” visto che sei entrato nel mio territorio senza
permesso... >>
La sua mano scivolò sul suo giubbetto, giù giù fino ad arrivare alla
cintura.
<< ...mi prendo questo come risarcimento >>
La ragazza gli sfilò il suo preziosissimo reeve chris, il coltellino
che utilizzava per intagliare i volti delle sue marionette.
Nel farlo aveva lasciato la mano sinistra del ragazzo che adesso la
stava utilizzando per bloccarla a sua volta.
<< Ma nemmeno per idea! >> Urlò indignato il marionettista.
La ragazza saltò di scatto allontanandosi velocemente dal nemico, saltò
agilmente tra i paletti in legno della stanza verso l'uscita.
Kankuro dal canto suo aveva preso ad inseguirla, purtroppo i suoi
movimenti erano limitati dalla ferita alla gamba, e una volta fuori da
quella stanza le rovine lo rallentarono ancora di più.
<< Maledizione >> imprecò mentre scavalcava una colonna
dietro l'altra, rischiando di scivolare tra la polvere e le rocce.
Una volta fuori si rese conto di aver perso le tracce della ragazza.
<< Piccola sgualdrin... >>
La ritrovò poco più avanti, era vicina ad una albero e gli dava le
spalle.
Fece un sorrisino compiaciuto, e lentamente si avvicinò alla sua preda.
Quando fu abbastanza vicino tese le braccia poggiando le mani sul
tronco in modo da circondarla.
<< Eccoti qui ladruncol... >>
Le parole gli morirono in gola.
Lei si era voltata non appena avvertito il pericolo con gli occhi
sgranati per la sorpresa.
Lunghi capelli castani mossi, la pelle diafana che illuminata dalla
luna sembrava risplendere, la bocca rosea e piena.
E quegli occhi.
Grandi, blu e profondi. Brillavano con i raggi lunari.
“Kami! È bellissima” si ritrovò a pensare.
Kankuro ne era certo, era la creatura più bella che avesse mai visto.
Veloce come un felino la ragazza gli bloccò la bocca con le mani e lo
spinse a terra, nel farlo lui avvertì una dolorosa fitta nei pressi
della ferita e gemette chiudendo contemporaneamente gli occhi.
<< Zitto baka! >>
Quando li riaprì si ritrovò il volto a distanza ravvicinata con la
scollatura della ragazza, si maledisse per essersi fatto mettere
nuovamente al tappeto, ma doveva ammettere che la posizione aveva i
suoi pregi.
Sentì il rumore di un gruppo di ninja nei pressi dell'albero, la
ragazza aveva il respiro irregolare e presa dal panico premeva contro
il ragazzo.
Emanava un gradevole profumo dolce di viola selvatica.
Quando il gruppo si allontanò la ragazza si alzò e lo prese per mano.
<< Svelto seguimi >>
Kankuro non era il tipo da ubbidite placidamente agli ordini, Kazekage
a parte, ma preferì seguirla per semplice curiosità.
Lo portò vicino alle rovine di quello che un tempo era un negozio di
giocattoli.
Nel tragitto il ragazzo aveva scrutato il fisico della giovane: era
minuta, le gambe slanciate e agili erano lasciate libere grazie ai
pantaloncini neri dai quali pendeva il coprifronte di Iwa legato a mo'
di cinta, una semplice maglietta viola, lievemente scollata, nascondeva
la vita sottile.
Il ragazzo si sedette sulla rovina di una colonna, il sangue macchiò la
superficie bianca, si era riaperta la ferita.
<< Tu sanguini >> disse la ragazza avvicinandosi a lui.
Poggiò la mano sulla ferita e liberò una piccola dose di chakra.
Kankuro sentì un immediato sollievo.
<< Scommetto che ti stavano dando la caccia per furto >>
Lei si bloccò.
<< Emmm, diciamo che ho fatto una cosa che non dovevo fare, ma
non è furto! >>
Mise un broncio adorabile che fece rallegrare il marionettista.
<< Come ti chiami mister Suna? >>
<< E tu ladruncola? >>
Lei sbuffò divertita, poi gli concesse un piccolo sorriso.
<< Sumire >>
<< Io sono Kankuro >>
*
<< Miai-kekkon? >>
<< Si Temari-sama, riteniamo che il Kazekage debba prender moglie
>>
Temari era appena tornata da Konoha ed era stata convocata dal
consiglio.
Si sarebbe aspettata di tutto, di tutto: da una discussione riguardo la
sua gestione degli impegni come ambasciatrice ad una missione nei paesi
dei ghiacci in bikini.
Ma mai, MAI, si sarebbe aspettato di dover affrontare un argomento del
genere.
<< Ma... da quando è il consiglio a decidere della vita privata
del Kazekage? È una cosa assurda! >> Aveva risposto la ragazza
presa da un moto di gelosia nera.
Una ragazza che si prendeva il suo fratellino e se lo portava via, il
solo pensiero le faceva venire l'orticaria.
<< Se ci riflette, Temari-san, la vita di tutti i Kazekage è
stata decisa insieme al consiglio, in un modo o nell'altro >>
disse cautamente un consigliere, sperando di non risvegliare tristi
ricordi. L'ira di Temari san non era da sottovalutare.
<< Ma c'è qualche motivo specifico? Che senso ha? >>
I consiglieri si guardarono come a volersi confrontare, o quantomeno
come a volersi infondere coraggio a vicenda visto che nessuno sembrava
voler parlare.
Baki era stranito quasi quanto Temari visto che era appena tornato da
una missione di livello B e non era a conoscenza della decisione del
consiglio.
Alla fine Ebizo fece un lungo sospiro ed iniziò a parlare.
<< Come ben sapete il villaggio della sabbia è uno dei villaggi
più antichi delle cinque grandi terre ed è caratterizzato da leggi e da
etichette piuttosto severe. Inoltre il nostro Daimyo è un uomo
decisamente all'antica, e non vede di buon occhio che l'attuale
Kazekage, ex jinchuuriki, ragazzo giovanissimo, stia sempre dentro il
suo ufficio, detenga pochissimi rapporti personali privati e partecipi
solo ad occasioni formali.
Ripeto è un ragazzo molto giovane, per via del suo lavoro deve
convocare molta gente nel suo ufficio, tra cui giovani genin o chunin,
inoltre, durante la sua ultima riunione si è comportato in modo fin
troppo amichevole con l'Hokage. La gente mormora e il signore feudale
ha paura che possano girare cattive voci sul comportamento del giovane
Kage >>
<< A me sembra una follia! Gaara non ha avuto un'infanzia
normale, è del tutto comprensibile che non sia entusiasta all'idea di
“far baldoria con gli amici”. È da ammirare la sua dedizione al lavoro
d'ufficio >> Tentò di resistere dal dire ciò che le stava
passando per la testa ma non ci riuscì << L'Hokage del paese del
fuoco è uno squinternato che si defila da qualsivoglia impegno
d'ufficio, il quinto era una giocatrice d'azzardo alcolizzata, la
Mizukage è notoriamente una di facili costumi. Perchè loro non hanno
alcuna limitazione? >>
Sapeva che con quella frase dimostrava un alto livello di immaturità e
ben poco rispetto, ma ciò era dettato dalla rabbia di una sorella che
cerca di difendere il consanguineo, e poi era in presenza di persone
appartenenti al suo stesso villaggio, tutto sommato se lo poteva
permettere.
<< Perchè i loro Daimyo sono più permissivi, inoltre i loro
villaggi nascosti hanno un passato diverso dal nostro. Konoha è sempre
stato un villaggio con un alto livello di apertura mentale. Kiri dopo
la morte del quarto Mizukage ha subito una profonda mutazione di
pensiero >>
Ebizo-sama stava mostrando una diplomazia invidiabile.
<< È soltanto un suggerimento. Una soluzione da prendere in
considerazione per bloccare i cattivi pensieri >>
<< Come può un matrimonio combinato fermare ipotetici
pettegolezzi e dicerie? >> Temari si alzò in piedi <<
Secondo me bisogna parlare con il Daimyo! Insomma sarà anche la nostra
principale fonte economica, ma non si può i certo permettere di
comandare sulle vite altrui >>
<< Temari-san, le ricordiamo che Suna ha quasi rischiato di
scomparire proprio perché il Daimyo non riponeva più fiducia nel
villaggio. Suo padre ha dovuto ricorrere a metodi estremi per
riconquistare la sua attenzione >>
Suo fratello e l'attacco a Konoha. Conosceva benissimo i “metodi
estremi” che il consigliere stava citando.
<< Perchè mi avete convocata? E come mai non c'è Gaara? >>
<< Riteniamo che debba essere lei a persuadere il Kazekage. Siamo
a conoscenza della sua difficoltà nel gestire questo tipo di
situazione, crediamo che con voi, Temari-san, possa sentirsi più a suo
agio >>
La ragazza stette in silenzio a riflettere.
*
Gaara era andato alla terrazza del palazzo per schiarirsi le idee.
Circa mezz'ora prima si era alzato prima del solito colto da uno strano
senso di inquietudine, quindi si era recato in ufficio ed aveva
iniziato subito a lavorare.
Qualche ora più tardi era stato colto da un fastidiosissimo cerchio
alla testa.
<< Matsu, vado un attimo in terrazza >>
Lei si era accorta di quel pallore esagerato persino per lui, di quello
sguardo stanco e di quegli occhi spenti.
Non aveva proferito parola limitandosi invece a prendere un plico di
documenti da compilare. Finiti quelli si mise a cercare ogni minima
scusa per rimanere in quell'ufficio: dal sistemare i rotoli
all'annaffiare le piante.
<< Si sente bene sensei? Le preparo un po' ti thè? >>
Lui si limitò a scuotere la testa e ad uscire dal suo ufficio.
Inspirò a pieni polmoni, da quando era stato eletto a capo del
villaggio era perennemente sotto stress, stress che aveva raggiunto i
massimi storici in guerra, ma diciamo che erano due sensazioni diverse.
Si strofinò gli occhi con due dita e sempre con gli occhi chiusi alzò
il volto al cielo, un leggero venticello gli mosse i capelli, era
piacevole, ma adesso doveva tornare a lavoro.
Quando aprì la porta del suo ufficio la prima cosa che vide fu Matsuri,
che gli dava le spalle, china sul pavimento intenta a raccogliere dei
fogli.
Non gli dispiacque affatto quella vista.
<< Gomen-ne Gaara-sama, sono proprio distratta >> disse la
ragazza alzandosi velocemente.
Il Kazekage tentò di nascondere il rossore sul volto e tornò a sedersi.
<< Si sente meglio? Mi sono permessa di prepararle una tisana
>>
Gaara notò la tazza munita di coperchio proprio vicino al portapenne.
<< Arigatò Matsuri-chan >>
La ragazza arrossì violentemente, era la prima volta che usava quel
suffisso con lei, forse era la prima vota che lo usava in assoluto.
<< Di nulla >>
***
Angolo dell'autrice.
Spero di aver fatto un buon
lavoro e di non avervi deluso con questo capitolo.
A presto.
Violetta_
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