Doctor Sonrisa cap 1
Capitolo 1
Finì di bere il suo caffè amaro e si preparò ad
un' altra stressante giornata di lavoro. O almeno è così
che l'avrebbero definita gli altri. Infatti Trafalgar Law trovava molto
stimolante lavorare come dottore nel celeberrimo ospedale di Flevance.
Ciò gli consentiva di sfidare la sua più grande rivale
,la morte. Era infatti soprannominato "chirurgo della morte"
perchè, dopo le sue operazioni, o si sopravviveva perfettamente
o si moriva istantaneamente. Aveva il pieno controllo della vita del
paziente; poteva salvarlo e donargli una vita normale, o lasciarlo in
balìa del suo atroce destino.Un grande potere, da cui
provenivano grandi responsabilità. Tuttavia dietro al suo
(apparentemente )onesto lavoro, si celavano ben altre ambizioni...
Dopo che ebbe finito di estirpare un tumore al cervello, con un ghigno
provocatore sussurrò < Law 5, morte 0. Oggi dovrai metterti
d'impegno per togliermi un paziente. >
Stava camminando per il corridoio godendosi una piccola pausa, quando
sentì delle grida e delle risate infantili provenire da una
stanza vicina. Non ci aveva mai dato troppo peso, dato che quando
lavorava aveva ben altro a cui pensare piuttosto che a dei bimbi
spaccatimpani. Quando si prefissava un obbiettivo non guardava in
faccia a nessuno pur di raggiungerlo, figurarsi se poteva avere il
tempo di curiosare nelle poche stanze in cui non era necessaria la sua
presenza. Anche se era parecchio che non visitava quei marmocchi,
così decise di far loro una visita generale, tanto per
accertarsi che stessero bene, nel poco tempo che gli rimaneva da
vivere. Il perchè? Beh, dovete sapere che il Dottor Trafalgar
faceva gran spavento ai bambini, un po' per gli sguardi inquietanti che
lui gli rivolgeva, i connotati marcati e duri che non ammettevano
capricci e ribellioni da parte di quest'ultimi , e un po' per i
dolorosi punture/flebo/esami che era solito fargli.
Aprì la porta, e...
< WAAAH! >
Si ritrovò le gambe di una ragazza sul petto, mentre lei si era
ritrovata con la scihiena a terra, probabilmente risultato di un
ruzzolone. Ma non una ragazza qualunque, era un clown doctor. La si
riconosceva facilmente dal camice multicolore e ampio che portava ;i
bottoni erano sostituiti da grossolani fiori dai toni pastello ;le
calze erano a righe di vari colori e addirittura s'illuminavano grazie
a delle luci; le scarpe erano larghe, lunghe e goffe. Infine, sul viso,
portava un grande nasone rosso di plastica. I clown doctor erano
persone che lavoravano negli ospedali, la cui missione era far ridere e
divertire i bambini per tirargli su il morale, malati terminali o meno.
Ma soprattutto, quando i clown doctor stavano svolgendo il loro
"lavoro", i medici, o almeno quelli di Flevance, dovevano
obbligatoriamente stare al di fuori e non interferire. Questo per la
loro cattiva fama, e infatti venivano chiamati dai bambini "mostri
bianchi " per questo e per il colore dei loro camici.
I bambini, che fino a qualche istante fa stavano ridendo divertiti, iniziarono a tremare di paura.
< I-Il mostro bianco !!! Scappa Kayme, prima che ti infilzi con gli
aghi facendoti diventare uno scolapasta!!! > Urlarono.
< Oh, scusi dottore ,spero di non averle sporcato il camice con le
scarpe ! Comunque bambini, non è carino chiamare un ragazzo "
mostro bianco "!Su, chiedetegli scusa! >
< ... >
< ... Ok. Allora vi dimostrerò che ci si può fidare del Dottor...Tra-falgar, giusto? >
Detto questo indossò un paio di occhiali con degli occhi
penzolanti tenuti su da molle, e tutta esaltata decretò:
< Adesso bambini non ci vedo una mazza, percui sarà il
dottore a guidarmi :vedrete che non urterò nulla e nessuno,
così vedrete che ci si può fidare anche di un "mostro
bianco"! >
Law socchiuse impercettibilmente le palpebre. Una stilla di stizza gli
sferzò gli occhi :a causa del suo traumatico passato, il
soprannome "mostro bianco" era un tasto dolente, una stretta al cuore.
Odiava da dentro quel nome, quella condanna. E sentirlo pronunciare
così alla leggera, con un sorriso, da una ragazzina insulsa,
sembrava quasi ridicolo; già, anche se incosciamente, quella
ragazza lo stava umiliando. Ma Law era solito esprimere il suo odio
attraverso il silenzio, così si limitò a osservare
intensamente la ragazza.
< Bene bambini :guardate come il dottore può essere una brava
persona! Dottor Trafalgar, mi guidi! > E presa dall'entusiasmo
indossò gli strani occhiali.
< Fai tre passi avanti... Due a destra....uno a ore due... >
I bambini che all'inizio osservavano stupiti come il temuto dottore
avesse accettato il gioco e stesse effettivamente guidando Kayme nella
giusta direzione evitando oggetti e persone, ora si accorgevano
inorriditi che quel mostro stava mandando Kayme contro il lettino di un
bambino con la SLA :era attaccato a un respiratore che lo manteneva in
vita, e se la ragazza ci fosse caduta addosso avrebbe staccato il
repiratore uccidendolo!
Mancavano pochi passi, il clown doctor ormai era prossima al lettino di
quel bimbo inerme, e a nulla servivano le urla disperate dei bambini :
< Fermati Kayme!!! >
I bambini iniziarono a correre verso di lei e le bloccarono le
gambe, mentre Law allargò il ghigno. Con il suo sicuro
licenziamento non ci sarebbero più state fastidiose ragazzine
incompetenti a fare un lavoro così inutile.
< Ti prego!! >
< Ti sta mandando nella direzione sbagliata! >
< Andrai addosso al bambino con la SLA!!! >
< Perfavore ascoltaci!!!!! >
< BASTA! Io ho fiducia nel dottor Trafalgar! Bambini, voi dovete
avere fiducia, dovete conoscere come sono davvero le persone! Se non si
conosce, e si ha paura, nasce l'odio! >
I bambini si zittirono, ma le loro facce erano terrorizzate. Kayme era
così vicina a quel letto. Quel bambino indifeso dormiva sereno.
Non sapeva che la sua vita era appesa a quel sottile filo che gli
assicurava ossigeno. Ossigeno che sarebbe venuto a mancare se le spine
delle rose che Kayme portava al camice avessero perforato quel filo.
Stava cadendo. Si era accorta che c'era davvero un lettino sulla sua
strada. Si sentì tradita. Ma ora era tardi. Le spine delle rose
puntavano aguzze al tubo d'ossigeno.
Quando un oggetto freddo e allungato le fermò il ventre, tirandolo indietro, impedendole la caduta.
Law aveva preso la sua katana a due mani e l'aveva fatta passare
davanti al ventre della ragazza in orizzontale, in questo modo teneva
le mani agli estremi della spada ,che naturalmente era nella sua
custodia. Si trovava alle spalle della ragazza. Le si avvicinò
all'orecchia, attraverso i folti capelli verde prato. Kayme
sentì il suo pizzetto sfiorarle l'orecchio. Pizzicava
leggermente, perchè Law non si avvicinava mai troppo alle
persone. Era freddo e distaccato. Senza eccezioni.
Le sussurrò : < Sei manipolabile come la pasta per il pane >
Ma inaspettatamente, Kayme si girò tutta sorridente e
esclamò < Visto bambini? Ve l'avevo detto che non avrei fatto
del male a nessuno ! E il dottor Trafalgar è stato davvero
bravo! >
Sia i bambini che Law rimasero spiazzati, i primi dall'inaspettato
gesto, il secondo dall' inaspettata reazione. Come poteva non provare
paura per lui ? Aveva tradito la sua spontanea fiducia, e le aveva
dedicato quella frase agghiacciante...e lei aveva risposto naturale,
dolce, con un sorriso. Anzi, non si era minimamente curata di lui:
aveva pensato a quei marmocchi, erano la sua priorità, qualunque
cosa fosse accaduta. E poi, quel discorso sulla fiducia e l'odio...non
se lo sarebbe aspettato da una ragazza con un QI di uno
scimpanzè. E l'aveva salvata proprio per questo. Lo aveva
sorpreso. Ma probabilmente era stato solo un colpo di fortuna . La
prossima volta non sarebbe stato così accomodante.
< COOOOOSA?! Io stavo davvero per andare addosso a quel bambino?!?!
Se fosse passato il direttore mi avrebbe sgozzataaaaaaaa !!! >
Gli occhi di Kayme schizzarono fuori e la sua lingua spuntò
fuori come quella di un cane. E' sì, le smorfie della ragazza
erano da spaccarsi a terra.
I bambini ridevano di gusto, mentre Law la guardò stranito: non
aveva mai visto una ragazza fare tutte quelle faccie sceme. Anche se,
incredibilmente, le labbra del dottore s'incresparono in un sorriso.
< Ti chiami Kayme, a quanto ho sentito. Quando finisci il turno ti aspetto qui fuori. Ti voglio parlare. >
< Non è niente di grave, vero ? >
< Adesso pensa a far ridere i bambini. Poi ti spiegherò. >
< E non mi anticipi nulla ? > Chiese incuriosita.
Un' occhiata glaciale la fece tacere, ma lei non si perse d'animo.
< O-Ok...goditi il tuo caffè allora! > e lo salutò sempre sorridente.
|