SOLO FAVOLE …. O
REALTÀ?
Quella mattina Elizabeth compì la sua solite routine
quotidiana: si alzò, uno sguardo veloce al bambino e poi in
bagno per una doccia altrettanto veloce.
Suo figlio sembrava aver ripreso un'inaspettata puntualità
ereditata da chissà quale dei due genitori, visto che
né lei, né Peter e né tantomeno il suo
omonimo erano conosciuti per questo lato caratteriale.
In ogni caso El ebbe appena il tempo di mettersi un filo di trucco che
il baby walkie-talkie cominciò a sfrigolare, avvertendola
del risveglio del piccolo di casa Burke.
Elizabeth entrò nella nursery, Peter aveva passato molto
tempo lì dentro per arredarla e dipingerla, forse anche in
un modo per superare la perdita che avevano subito ormai quasi
più di un anno fa. Neal, quello grande, era diventato un
caro amico per entrambi, e anche se lei non aveva passato tanto tempo a
così stretto contatto col giovane, lei stessa non riusciva
ancora a concepire pienamente il fatto che Neal non ci fosse
più. Talvolta si aspettava di vederlo rientrare assieme a
Peter, portando una bottiglia di vino perfettamente abbinata alla cena
preparata da lei; e invece l'unico Neal che era con lei al momento era
quel piccolo esserino che, tenendosi alla sponda del lettino e
sbavandoci sopra, saltellava sulle gambe che aveva imparato a conoscere
da poco, dannando lei, Peter e il povero Satchmo.
“Ehi! Stai tentando un'evasione?” certe volte il
suo piccolo Neal, le ricordava così tanto il grande Neal.
Poco che suo marito uscì di casa, il cellulare di El
squillò.
“Elizabeth? Sono Julia! Scusami ma ho avuto un imprevisto
dell'ultimo momento. Oggi non posso venire. Perdonami Elizabeth ma non
sono riuscita ad avvisarti prima, è successo tutto
così all'improvviso ...” la ragazza che avevano
preso come baby-sitter di Neal, mentre lei e Peter erano al lavoro, si
prodigava in scuse, senza lasciarle il tempo di parlare.
“Julia … non c'è problema. Non
è successo niente, spero che tu riesca a risolvere presto.
Non ti preoccupare per Neal, so già a chi chiedere aiuto per
oggi... A presto Julia. Ciao!”
Ed Elizabeth non aveva mentito, sapeva benissimo a chi chiedere aiuto,
Mrs FBI aveva mille risorse e un amico, un po' particolare, che non si
sarebbe mai rifiutato di passare qualche ora con il bambino, che ora la
guardava incuriosito dal suo seggiolone.
La donna sorrise e si rivolse al piccolo “Oggi
sarà lo zio Mozzie a prendersi cura di te. Sei contento
Neal?” e il bambino sembrava veramente felice, a giudicare
dai gorgoglii che fece.
*****
Elizabeth svolse la sua giornata lavorativa come al solito, senza
preoccupazioni se non per suo marito. Stranamente negli ultimi anni
aveva imparato a preoccuparsi meno per Peter, forse perché
inconsciamente sapeva che con lui vi era Neal, e che si sarebbero
protetti a vicenda. Ora però Neal non c'era più,
Peter era solo al lavoro, persino Diana era ripartita per Washington,
ed Elizabeth era tornata a preoccuparsi come agli inizi del loro
matrimonio, anche se non lo dava molto a vedere.
****
“E così i due fratelli tornarono in armonia,
perché compresero che il tesoro del vecchio re erano loro.
Ah! E anche il giovane scudiero Satchmo poté tornare a
frequentare il castello e il regno. Tutti presto si dimenticarono
dell'antico libro da lui distrutto”
Quando Mozzie raccontava, il piccolo Neal lo fissava sempre incantato,
gli piaceva quello strano bay-sitter dalla testa calva e gli occhiali
grandi, raccontava sempre delle buffe storie e il protagonista si
chiamava sempre come lui.
Mozzie era già pronto ad iniziare un'altra storia, quando il
rumore delle porte d'ingresso lo interruppe.
“Sono tornata! Allora, vi state divertendo?”
Elizabeth entrò sorridendo in casa, poggio la borsa sul
tavolino di fronte il divano e si avvicinò al figlio.
“Certo” rispose Mozzie sorridente
“Allora non ti dispiacerà restare ancora un po'
mentre preparo la cena e dò da mangiare a Neal,
vero?”
“Certo che no!” Mozzie aveva ancora una storia da
raccontare, non solo a Neal ma anche ad Elizabeth.
“Vieni qui tesoro” El prese il bambino e lo mise
nel seggiolone mentre preparava cena per il piccolo.
Mozzie nel frattempo avvicinò due sedie al bambino per
potersici accomodare e iniziò subito a raccontare.
“Questa
è la storia di un giovane artista che con i suoi quadri e
sculture ammaliava le corti di re e cavalieri, mentre con il suo
sorriso affascinava dame di ogni età.
Il giovane amava
girovagare e fu così che giunse alla corte di un vecchio re,
il re Huges. Tutti, uomini e donne, furono subiti conquistati dal
talento del giovane artista, eccetto una persona, il vecchio scrivano
di corte Peter”
Elizabeth alzò un sopracciglio all'ultima frase, povero
marito. Gli toccava sempre la parte del cattivo.
“Lo scrivano
era geloso dell'artista: della sua bellezza e del suo talento; tuttavia
per ordine del re era costretto a seguirlo ogni giorno. Col tempo
però la gelosia scemò e fra i due nacque una
splendida amicizia che durò per molti anni,
finché non arrivarono da terre lontane e misteriose un
gruppo di cavalieri il cui nome era: le Pantere Rosa”
Neal era completamente assorto da quella nuova storia e anche la madre,
visto che aveva smesso di imboccare il figlio e stava ascoltando con
attenzione il racconto di Mozzie. Era curiosa di sapere come si sarebbe
evoluta questa volta la storia, perché lei conosceva il
finale e non le piaceva per niente. Stava per intimargli di fermarsi ma
qualcosa nel suo sguardo la bloccò: un luccichio, lo stesso
che brillava negli occhi di Neal, il grande, quando aveva in mente
qualcuna delle sue idee.
“ ..... e fu
così che del giovane artista si persero le tracce e nessuno
ne seppe più niente. Non si sentì più
parlare di lui per molto tempo, nessuna corte ammirò
più i suoi quadri e nessuna dama si beò
più del suo sorriso. Finché un giorno
arrivò un mercante straniero nel palazzo con un quadro per
il vecchio re. Il quadro era maestoso e i soggetti ancora di
più: un drago e un cavaliere pronto a combatterlo. Lo
scrivano fu presente quando il mercante mostrò il quadro al
re, e rimase colpito dai tratti familiari del cavaliere. Peccando di
avventatezza chiese al mercante dove avesse preso quel quadro. L'uomo
ripose da un giovane artista che amava i cappelli”
*****
Il giorno dopo Elizabeth ritirò come suo solito il giornale
e in prima pagina una notizia la colpì.
SPARITO
RAFFAELLO: il quadro raffigurante San Giorgio e il drago,
del
noto artista rinascimentale, e recentemente ritrovato dalla sezione
White Collar di New York, e nuovamente stato rubato dalla mostra
italiana in cui era esposto. Gli inquirenti …
Elizabeth lesse avidamente tutto l'articolo, non riusciva a crederci.
Il quadro della storia, era il Raffaello!? Il giovane artista
Neal, era il suo ladro Neal!? Questo ladro era Neal? La donna era
incredula, che fosse davvero possibile?
Un sorriso alla fine le spuntò in volto e il suo cuore si
alleggerì di un peso, ormai avrebbe dovuto imparare che con
Neal Caffrey anche l'impossibile diventa possibile.
Note Autore:
E con Elizabeth (e il piccolo Neal come guest star) si
chiude questa piccola storia su White Collar, nella speranza che
rivedremo presto Neal assieme a Peter.
La speranza è l'ultima a morire, e nel mondo delle fanfic ha
vita lunga :)
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, commentato, seguito, preferito,
ricordato, etc. :) questa storia, spero sia stata una piacevole lettura.
A presto! ^__^
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