La prima volta che si erano incontrati doveva aiutarla ora invece
doveva semplicemente aiutare uno spirito ad ucciderla. Alla fine la
ragazza aveva commesso gli stessi errori del padre, aveva ucciso
diverse persone e una di queste aveva evocato lui, lo sconosciuto dagli
occhi rossi, per vendicarsi. Buffo, la prima volta che
l’aveva incontrata le era sembrata così diversa
dal padre, era una bambina così altruista, forse anche
troppo, se invece di soccorrere il padre avesse pensato semplicemente a
mettersi in salvo magari non sarebbe impazzita anche lei… o
forse era semplicemente una questione di DNA? In ogni caso doverla
eliminare gli faceva un certo effetto. Lei era a terra in una pozza di
sangue ma non era ancora morta e lo guardava sorridendo…
chissà magari lo aveva riconosciuto e gli sorrideva
perché anche lei trovava la situazione ironica o forse stava
rinsanendo ed era contenta all’idea di morire e non fare
più del male a nessuno o… magari sorrideva
semplicemente perché era pazza… Onigawara era un
po’ indeciso, si trattava pur sempre di un soggetto molto
interessante, avrebbe potuto portarla nella sua dimensione come aveva
fatto con il padre Alfred Drevis però pensandoci bene aveva
già lui come scienziato pazzo, forse conveniva semplicemente
ucciderla, sarebbe stato giusto oppure poteva decidere di darle
un'altra possibilità… in fondo perché
no?
-Ehi Novella, come va?- disse Tohma avvicinandosi troppo alla ragazza
che spaventata lo colpì violentemente con un libro facendolo
cadere e lo minacciò con un coltello. Nonostante si
trovassero in quella dimensione da ormai sette anni Tohma, Ayaka,
Kudoh, Yoshino e Saotome continuavano ad avere quel tipico odore umano
che terrorizzava la povera Novella.
-Non avvicinarti! Uhm… ma tu non dovresti badare ai bambini?
Dove sono?- domandò agitatissima la ragazza.
-Ottima domanda… Tohma, dove sono i bambini? È il
tuo turno di badarci.- disse in tono severo Ayaka.
-Ehm… non saprei, mi sono distratto un secondo e sono
scomparsi.- rispose Tohma ancora steso a terra.
-Come scomparsi? Allora cercali invece di provarci con Novella
seduttore da due soldi! Ok, dove potrebbero essere finiti, riflettiamo,
prima che torni Onigawara.- poi improvvisamente i tre sentirono rumore
di motosega.
-Strano, è insolito che mio padre utilizzi la motosega a
quest’ora.- osservò Novella.
-Oh santo cielo!- esclamò Ayaka preoccupata.
Yoshino, Saotome e Mr Sohta gatto erano legati, imbavagliati e appesi
per i piedi al soffitto.
-Squarta lo stomaco di Yoshino.- disse Kudoh con tono assente ad Alfred.
-Fermi tutti!- urlò Ayaka entrando nella stanza.
-Papà, non dovresti squartarli, al signor Onigawara non
farebbe piacere.- disse Novella.
-Alfred taglia la testa a Tohma.- disse Kudoh ad Alfred il quale
cominciò ad inseguire il biondino con la motosega.
-Fermo! Se lo uccidi renderai triste il mio Onigawara!- disse Ayaka.
-No aspetta, forse potrebbe non essere una cattiva cosa…-
disse Novella, Tohma non le faceva molta simpatia.
-Ma siete impazzite? Vi prego fermatelo!- urlò Tohma
disperato mentre cercava di mettersi in salvo poi il ragazzo
riuscì miracolosamente a rintanarsi dentro un armadio.
-Alfred, guarda che è lì.- disse Kudoh
indicandogli l’armadio.
-Ehi Kudoh, ma si può sapere cosa ti è preso?-
urlò il povero Tohma uscendo dall’armadio.
-Ok, lo scherzo è bello quando dura poco, Novella puoi
chiedere a tuo padre di fermarsi? Seriamente Onigawara si
arrabbierà.- disse Ayaka a Novella.
-Uffa… ok. Papà fermati.- ordinò a
malincuore la ragazza e l’uomo sbuffando si fermò.
-Ehi! Si può sapere perché stavi cercando di far
squartare le due bambine, il gatto e Tohma?- disse Ayaka a Kudoh
tentando di assume un tono serio e severo che potesse spaventarlo ma il
bambino continuava a rimanere impassibile e inespressivo, sembrava
quasi che stesse dormendo…
-Ehi! Ma che cos’hai? Ehi! Ehii!- continuava a chiedere Ayaka
-Credo che sia sonnambulo.- affermò Novella osservandolo.
-Ah… scusa ma tu ti metti a eseguire gli ordini di un
bambino per di più sonnambulo?- disse la biondina
rivolgendosi ad Alfred.
-Beh… se mi chiede di uccidere perché non
dovrei…- rispose l’uomo.
Tohma e Novella slegarono Yoshino, Saotome e il gatto mentre Ayaka
prese in braccio il piccolo sonnambulo e lo riportò nel suo
lettino. Perché aveva tentato di ucciderli? Nemmeno Misao lo
capiva così la ragazza o meglio lo spettro decise di fare
visita al suo amico ed entrò nel suo sogno, una volta
entrata si ritrovò in uno spazio completamente nero, davanti
a lei c’era il piccolo Kudoh che la osservava, sembrava
sorpreso.
-Ciao, io mi chiamo Misao.- si presentò la ragazza dando per
scontato che il bambino non si ricordasse di lei.
-Mi ricordo di te Misao, sei arrabbiata con me?- disse il bambino
indietreggiando.
-No, se ti ricordi tutto ricorderai anche che ti ho perdonato.- rispose
lo spettro per tranquillizzare il bambino che teoricamente non avrebbe
dovuto ricordarsi niente però forse nel suo inconscio era
rimasto qualcosa che lo spingeva a comportarsi in modo strano durante
il sonnambulismo.
-Mi ricordo tutto, anche di quello però… mi
dispiace, sono davvero inutile.- disse il bambino abbassando lo
sguardo. -Non ti ho aiutato al momento giusto ed ora non riesco nemmeno
a vendicarti. Non è giusto che tu sia morta mentre Yoshino,
Saotome, Tohma e Mr Sohta sono stati resuscitati, dovevano rimanere
morti, lo dovevo rimanere anch’ io…- il bambino
cominciò a singhiozzare, Misao lo avvicinò lo
abbracciò.
-Sono felice se ti ricordi di me e se ti dispiace per quello che mi
è successo ma non devi vendicarmi. Se quei quattro morissero
io non ritornerei in vita, era solo questo quello che desideravo,
purtroppo non è possibile quindi perlomeno voglio riposare
in pace ma se tornassi ad essere ossessionata dalla vendetta non potrei
fare nemmeno quello… Sai dovresti smetterla di darti la
colpa per quello che è accaduto, io non ti odio e comunque
non è stata colpa tua, nessuno mi ha difesa.-
-Vuoi riposare in pace ma ora sei sveglia, sono stato io a svegliarti?-
chiese il bambino agitato stringendo la ragazza.
-Mi sono svegliata perché sono preoccupata per te ma non
devi sentirti in colpa, ansi se ti fa piacere posso venire a trovarti
quando vuoi, sono sempre molto sola quindi farebbe piacere anche a me.-
rispose la ragazza cercando di
consolarlo.
-Vuoi venirmi a trovare anche se non ho fatto nulla per aiutarti?-
chiese il bambino.
-Certo, ora siamo di nuovo amici.- rispose Misao prendendolo in braccio
e baciandogli la fronte. Per molto tempo Misao aveva considerato Kudoh
come un fratello maggiore ma in realtà lui aveva un
carattere molto più fragile del suo, era codardo, incapace
di perdonare gli altri e soprattutto se stesso, in quella situazione le
parti si erano invertite e ora era Misao che doveva prendersi cura di
lui.
-Misao ma quando sarò della tua età sarai
finalmente la mia fidanzata vero?-
-…-
Onigawara era finalmente tornato, portava qualcosa in braccio e
sfortunatamente per Novella si stava avvicinando proprio a lei.
-Ehm… che cos’è? Non sarà
mica un altro bambino?- Chiese preoccupata la ragazza e purtroppo aveva
ragione, quello che Onigawara portava in braccio era proprio un bel
neonato ma se il compito dello sconosciuto dagli occhi rossi era quello
di compiere vendette perché molto spesso portava in quella
dimensione vittime, anche se spesso si meritavano di fare brutte fini,
e carnefici?
-Sta tranquilla, andrete molto d’accordo, infatti sarai
proprio tu ad occupartene.- e mise il neonato in braccio a Novella.
-Come?- la ragazza non sembrava molto contenta della situazione.
Il neonato che Onigawara le aveva affidato era una bambina molto
graziosa, aveva i capelli corvini e gli occhi azzurri. La bambina era
umana ma il suo odore non era fastidioso per Novella, ansi era molto
familiare, forse Onigawara aveva ragione, Novella e la bambina
sarebbero potute andare molto d’accordo e così
almeno lei avrebbe avuto una persona a cui avvicinarsi che non la
spaventasse a parte Onigawara
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