La mia guerra, la mia prigione.

di Hiryuran
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Tutto passa, tutto resta. Cos’è che passa e cos’è che resta? Cosa passa e resta di te? Ricordi. E’ vero: le parole sono vane, sono solo emissioni di voce, le azioni restano. Come possono quindi i fatti essere privi di significato? Una porta sbattuta, uno sguardo evitato, una lieta tranquillità: questo mi rimane di te. Eri il faro che mi guidava attraverso le tenebre della mia esistenza, e tu solo sai quanto è buio quel sentiero. Alla fine hai ceduto, sei andato via, sei scappato. E’ stato a causa mia? Il dubbio mi assale: saresti andato via prima. Potrà sembrarti strano che sia io, proprio io, a sentire la tua mancanza. Eri il mio sostegno, eri la promessa di felicità alla quale aspiravo. Vegliavi su di me. Quando mi immergevo nelle profondità del mio io e accarezzavo tra le mie mani quel coltello che era stato il martello di molte sentenze, Dio solo sa quante volte quell’arma è stata dipinta di rosso, e iniziavo a ricordare ciò che volevo dimenticare ed entravo in “crisi”, tu eri lì a calmarmi, a far sì che non causassi danno a qualcuno, soprattutto che non arrecassi male a me stesso: ricordo che con una mano tenevi fermo il mio braccio, l’altra l’appoggiavi sui miei occhi, mi stringevi forte, saldo a te. Le tue parole, sebbene pacate, si elevavano sopra le mie urla: < Stai calmo...non sei dove pensi di essere...>. Mi pungevo, non poco, annullavo me stesso nell’alcol, torturavo il mio corpo come se non ci fosse un domani. Mi scoprivi distrutto sul tavolo, derelitto. Non ti arrabbiavi, non ti arrendevi: mi accarezzavi la pelle ancora ferita e mi baciavi sulla testa, restandomi accanto finchè non riaprivo gli occhi e li incrociavo con i tuoi. Quando prendevo le pillole per riuscire a dormire e ne abusavo per arrivare al sonno eterno, disposto a ingoiare tutto lo scatolo pur di porre fine a tutto questo, tu mi afferravi, mi  bloccavi, infilavi due dita nella mia gola e facevi di tutto per farmele espellere; se non ci riuscivi eri capace di andare ancora più giù, come se volessi arrivare a prenderle direttamente dal mio stomaco perchè non giungessi al punto di non ritorno. Quando il chiarore della luna illuminava la stanza, un mio sospiro, un mio gemito, un mio movimento brusco, inusuale, benchè minimo, bastava a portare la tua mano sulla mia, il mio corpo legato al tuo e il tuo caldo respiro, si, lo sentivo e lo sento tutt’ora, allontanava i fantasmi del mio passato e mi restituiva la pace. Se gli incubi erano più forti del tuo respiro, tanto da costringermi ad aprire gli occhi, non gli occhi ai quali tu sorridevi ed eri felice di vedere, ma gli occhi che cercavi sempre di combattere, di sopprimere, pieni di ira e furia, tu sorridevi, poggiavi le labbra sulle mie e mi accarezzavi teneramente la guancia. < Ci sono io…non ti lascerò, resterò con te qualunque cosa succeda.>. Stranamente la bestia veniva domata e mi addormentavo avendo come ultima vista i tuoi occhi e il tuo petto. E ora? Ti sei arruolato in quell’esercito di fantasmi diventando tu stesso quello che cercavi di allontanare da me? Volano ancora nella mia mente le tue ultime parole: < Sei felice?>. < Che cosa cambierebbe...> fu la mia risposta, risposta che non ascoltassi perché eri già andato via. Davvero pensavi che qualcun altro avrebbe potuto rendermi felice? Eppure eri proprio tu a dirlo, tu che mi desideravi al di sopra ogni altra persona. Ritenevi davvero che, ad esempio, Flaky fosse più adatta a me? E’ vero, caratterialmente sono io il più forte, magari potrei essere l’aspirazione di tanta altra gente, ma io volevo solo te, solo tu riuscivi a starmi vicino come volevo, solo tu mi davi quel qualcosa che nessun’altra persona mi trasmetteva. E’ solo questione di tempo: se non tornerai ti dimenticherò. E' ’quello che spero: ogni sera, prima di dormire, sento ancora il tuo respiro che mi avvolge e la tua mano che mi sfiora. Sai, sono sempre stato realista, non mi sono mai abbandonato alle illusioni, sono le ultime cose di cui ho bisogno. Tuttavia sento che un giorno, non so ancora quando, al momento del mio risveglio, appena volterò lo sguardo, vedrò il tuo volto sorridente, i tuoi occhi felici e accarezzandomi dirai:< Buongiorno a te!>




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