ItaSaku
Buonasera a tutti!
Ci ho sputato sangue su questa fanfiction e non è neanche
venuta questo granchè, con mio rammarico; ma dopotutto credo
di aver scritto qualcosa essendone soddisfatta subito una sola volta
nella mia vita, in occasione di un tema in classe, e presi una bella e
rossa insufficienza.
L'ho pensata sotto incitamento di Blueorchid31,
con la quale abbiamo ragionato che ultimamente qui in giro non si
vedono moltissime ItaSaku. E' vero che ormai Kishimoto ce le ha
schiaffate in fronte con brutalità le coppie dell'amata
serie ma comunque nessuno mi (ci) vieta di fantasticare.
In realtà io propenderei (sono completamente ossessionata)
per il SasuSaku ma il bel tenebroso, stitico, mi piace così
tanto che lo amo un po' con tutte in realtà - infatti di
recente mi sono cimentata in una SasuHina - mentre, per quanto riguarda
Sakura, riesco ad accettarla solo con Itachi in caso con Sasuke non
vada a buon fine.
Ho messo l'avvertimento OOC perchè,... Beh vi accorgerete
del perchè. Dico solo che una ItaSaku è OOC per
forza, almeno per quanto riguarda Sakura e almeno secondo il mio punto
di vista.
Un chiarimento per quanto concerne il titolo.
Si tratta di un proverbio giapponese e sta a significare che noi del
gentil sesso abbiamo un animo mutevole. In realtà non
condivido molto ma in questo caso tale frase si presta molto, in
più ci ho pensato una settimana intera a 'sto cavolo di
titolo e alla fine mi sono rassegnata con questo.
Ah si, quasi dimenticavo! Credo che il qui presente mio esperimento
occuperà non più di tre capitoli.
Un bacione gigantissimo,
giropizza
A Blueorchid31
che tra un folletto tutto occhioni e guanciotte
un marito che la porterà a Venezia
e siero di vipera
trova il tempo anche per noi
Il cuore delle donne come il
cielo d'autunno
- E quel
che è peggio è che nemmeno si rende conto di
rendere infernale la vita di chi gli sta intorno!
Era questa,
secondo la modesta opinione di Sakura Haruno, la più
grave colpa di Itachi Uchiha.
A suo dire egli non faceva assolutamente
nulla per attirarsi l'antipatia della gente, si trattava di un tratto
genetico ereditario dato che nessuno, in quella famiglia, brillava per
amabilità. Eppure lui, in particolare, aveva raggiunto apici
di
detestabilità la cui esistenza fino ad allora era stata
insospettata, come a voler ribadire anche in quel caso la sua
capacità di contraddistinguersi in ogni campo.
- Secondo me è un gran figo.- commentò Ino con
scarso
interesse, rimirandosi le lunghe unghie sulle quali aveva appena steso
uno spesso strato di smalto rosso - Anche quel musone del tuo ragazzo
non scherza ma Itachi è un orgasmo ambulante!
Sakura le lanciò un'occhiattaccia inceneritrice, guardandola
di
traverso, e si rilassò sullo schienale della sedia
incrociando
le braccia al petto.
Discutere con Ino era totalmente inutile e si chiedeva
perchè
mai si intestardisse a tentare di farlo, ogni volta. Lei era l'esempio
lampante di ciò che sosteneva da mesi, ovvero che
quell'insopportabile di Itachi finiva sempre, irrimediabilmente, con
l'attirare l'attenzione su di sé, rendendo ogni azione
altrui
del tutto superflua.
Buona parte dei suoi problemi li doveva proprio a lui. Non fosse mai
che
si trasferisse in Africa per sfamare i bambini poveri, visto che era
così bravo, e liberasse tutti dalla sua opprimente presenza.
Anche se qualcosa le diceva che sarebbe stato in grado di perseguitarli
con la sua ormai nota impeccabilità anche da morto.
- Cos'ha combinato questa volta?- chiese dopo un po' Ino, soffiando
sullo smalto.
- Io e Sasuke non facciamo sesso da più di due settimane...-
mugulò Sakura in preda allo sconforto più nero e
reclinando il capo all'indietro, esasperata.
L'amica, che fino ad allora non aveva mostrato il minimo entusiasmo per
quanto detto dall'altra, alzò lo sguardo su di lei,
inarcando
ampiamente un sopracciglio.
- Non credo che Itachi possa essere incolpato anche delle vostre
mancate prestazioni sessuali...- le fece notare.
- Si, invece! Dato che il motivo per cui non lo facciamo è
che
ora Sasuke è tutto concentrato a battere il record di Mr.
Sonofigoeneanchemiimpegno ad un videogioco!- sbottò furente
Sakura
coprendosi il volto con le mani - Record che, a quanto pare,
è
riuscito a stabilire al primo tentativo...- proseguì
mormorando da dietro le dita.
Ino non era per niente un tipo arrendevole e men che meno riflessivo
eppure non le ci era voluto molto per concludere che, se Sasuke
faticava così tanto a reggere il confronto col maggiore,
forse
doveva semplicemente rinunciare. Ok che soffriva del complesso del
"primo della classe" ma qui la situazione stava veramente diventando
insostenibile e sarebbe stato un sollievo per tutti se semplicemente si
fosse messo il cuore in pace. Non era lui ad essere stupido ma Itachi
un genio e non c'era nulla che potesse fare per cambiare le cose.
- Secondo me Sasuke soffre di gravi disturbi!- sentenziò
richiudendo il tappo della boccetta di smalto.
Sakura in tutta risposta le gettò in faccia, con stizza, del
cotone che l'altra aveva impregnato con acetone e una quindicina di
colori diversi.
Non le piaceva che Ino traesse così tanto diletto
dall'offendere
a destra e a manca il suo ragazzo, mica se lo meritava. In
più
aveva ben poco da sputare nel piatto in cui, fino a qualche tempo
prima, aveva ardentemente desiderato mangiare e Sakura non era neppure
convinta che davvero ora le fosse passata. Certo, saltellava da un
letto all'altro più felice di un capriolo ma questo non
voleva
dire assolutamente niente e quindi continuava a guardarla con
diffidenza.
A necessitare una soluzione, e anche urgentemente, era però
il problema Itachi Uchiha.
Dire che le faceva salire il nervoso è un eufemismo
perchè se fosse stato legale l'avrebbe strangolato, molto
volentieri. A scatenare davvero la sua ira era poi il fatto che fosse,
avendolo difronte, impossibile da odiare perchè con quella
sua
espressione modesta, soave, da arcangelo pieno di buone intenzioni,
tolleranza e santità sarebbe stato in grado di rendere
mansueto
anche un Rock Lee ubriaco, ed era noto a tutti che non vi era nulla di
più temibile di un Rock Lee ubriaco.
Non è che non avesse tentato di far ragionare Sasuke, di
farlo
desistere da quella sua crociata ai danni della perfezione ed
ineguagliabilità di Itachi ma tutto era stato inutile.
Perciò ora lei si trovava lì, costretta in
un'astinenza
forzata e a domandarsi cos'avrebbe fatto della propria vita quella
testa dura se mai fosse riuscito a darla sui denti al fratello.
Che poi
tutta questa competitività ce l'aveva solo Sasuke
poichè
Itachi nemmeno sembrava considerarlo, e perchè avrebbe
dovuto
farlo? Tanto, in ogni caso, la situazione non sarebbe mai cambiata e i
ruoli non si sarebbero mai invertiti.
E quell'impiastro quindi girovagava tranquillo e carico
d'umiltà
per tutta la casa, rendendo inutili i tentativi di sedurre Sasuke che,
alla sua vista, si faceva funereo e rabbioso; come se non lo fosse
già abbastanza per conto proprio.
A dire il vero tutta quella situazione iniziava un po' a scocciarla.
Non era per nulla facile dover detestare una persona, che normalmente
avrebbe ammirato, perchè la causa di tutti i suoi problemi
sentimentali. Se era sessualmente inattiva era colpa sua,
così
come era colpa sua se era stressata e vittima delle continue sfuriate
di Sasuke.
Aveva sperato che conseguita la laurea si trasferisse in un posto molto
lontano, per fare qualcosa di molto nobile e molto redditizio e
dall'alto della sua genialità ce l'aveva pure fatta a
trovare un
impiego molto nobile e molto redditizio. Ma siccome aveva anche culo,
tra le tante altre cose, non si era dovuto trasferire da nessuna parte
perchè il luogo di lavoro gli stava praticamente dietro casa.
Inutile dire che a quel punto Sakura aveva provato il forte impulso di
tentare il suicidio ma già se lo immaginava Itachi,
sopraggiungere in suo aiuto. Con la sua mania di trarre in salvo
gattini, cani randagi e vecchiette sulle strisce pedonali era
già riuscito ad evitare un orribile fine a decine di
creature;
quanto poteva essere diverso soccorrere una ragazza con una gran voglia
di morire? Così dopo avrebbe anche dovuto essergli grata e
sopportare un ancora più accentuato mal di vivere di Sasuke.
Avrebbe almeno potuto andare a vivere da solo in un grande attico che
concernesse alla sua divina e santa figura e, conoscendolo, sicuramente
lo avrebbe fatto. Ma quel superbo e arcigno di suo padre aveva espresso
il vivo desiderio che rimanesse ancora un po' a Villa Uchiha, con somma
gioia di Sakura.
Non sapeva davvero più che pesci pigliare e più
di una
volta aveva addirittura meditato di piantarli tutti in asso, per poi
iscriversi ad un corso di yoga o aerobica e ritrovare la pace perduta.
Non ce la faceva proprio però, nel profondo aveva un animo
da
crocerossina, e Sasuke gli faceva una gran pena. Lei non aveva proprio
idea di cosa volesse dire vivere all'ombra di un fratello
così brillante, era figlia unica, ma doveva essere molto
doloroso considerate le instabili condizioni di quel povero diavolo del
suo ragazzo.
Non le passava nemmeno per l'anticamera del cervello che il problema
fosse lui e non Itachi.
Il pomeriggio si sarebbe dovuta recare a Villa Uchiha ma non
è
che ne avesse tutta questa gran voglia, perciò si era
attardata
quanto più possibile a chiacchierare con Ino.
Come se non fosse sufficiente lo stress accumulato in quei mesi di
"relazione" con Sasuke, quel giorno si aggiungeva il fatto che non
aveva a disposizione l'auto ed essendo il suo un ragazzo amorevole,
nonostante glielo avesse fatto sapere più volte, ovviamente
non
se l'era badata di striscio, lasciandola a piedi come la povera scema
che era.
Imprecando lungo tutto il tragitto, impiegò quasi un'ora di
tempo per giungere a casa degli Uchiha dato che aveva dovuto aggirare
un'asfaltatrice piazzata proprio in mezzo alle palle, come si suol
dire, allungando di un bel po' la strada.
Arrivò sudata e affannata e con una gran voglia di radere al
suolo quell'immensa residenza con le proprie mani.
Dopo che ebbe suonato il campanello e l'ebbero identificata tramite le
telecamere, il grande cancello in ferro battuto si spalancò
dinanzi a lei e, giunta all'ingresso, fu il maggiordomo ad accoglierla.
- Buon pomeriggio, Sakura-san!- la salutò scostandosi per
permetterle di entrare.
- Quante volte gliel'ho detto di smetterla con quel suffisso, Signor
Harada? Lei è molto più vecchio di me.- disse
parecchio
stizzita. Odiava tutte le formalità e, ovviamente, in quella
casa era costretta a rispettarle.
- Mi scusi!- rispose l'anziano prostrandosi in un piccolo inchino.
- Pff!- sbuffò Sakura - Mi scusi lei ma non vedo l'ora che
questa giornata finisca, va tutto storto!-
C'era davvero da impegnarsi molto per trovare qualcosa di positivo in
tutto quel suo soffrire e, constatò con amarezza, ogni
vantaggio
era di natura materiale.
Non che si fosse innamorata di Sasuke perchè ricco e dotato
di
casa con piscina ed idromassaggio annessi, certo che no. E non incideva
neppure più di tanto che fosse bello come un Dio greco o che
la
sua popolarità fosse schizzata alle stelle da quando stavano
insieme.
Lei lo amava perchè era... Perchè era... Beh,
qualcosa era sicuramente, questo poco ma sicuro!
Doveva pur aver qualcosa di speciale anche se non aveva ancora ben
capito di che si trattasse, altrimenti avrebbe potuto innamorarsi di
Itachi, ad esempio.
Era preoccupante ormai quanto sovente si ritrovasse a fare questo tipo
di paragoni ma si era convinta che fosse inevitabile, dato che
constantemente su di loro aleggiava la sua beata presenza.
Harada-san la informò che Sasuke era uscito a svolgere
alcune
commissioni e che sarebbe rientrato a breve ma lei, che non era poi
così idiota, ne dubitava fortemente. Conoscendolo ora se ne
stava sul divano di casa Uzumaki con un joystick in mano e tutto
intento a scovare, con Naruto, qualche subdolo trucco per battere quel
dannatissimo record.
Spesso si chiedeva perchè semplicemente non lo lasciasse,
era
chiaro che nessuno dei due provava questo gran trasporto verso l'altro
e che la loro relazione si trovava da sempre in una situazione di
stallo. Arrivati a quel punto riteneva che sarebbe stato più
edificante persino cedere alle lusinghe di Rock Lee, perlomeno avrebbe
avuto la certezza di ricevere attenzioni.
Si trattava davvero solo di assecondare quel suo animo da crocerossina?
O c'era qualcosa di più? E quel qualcosa aveva a che fare
con
Sasuke? Non ne era sicura.
In realtà aveva una cotta per lui da tempo immemore ma si
era
così assuefatta alla sua indifferenza che, nel momento in
cui le
sue fantasie si erano concretizzate, si era sentita spaesata. Dopo il
turbamento iniziale era subentrata l'eccitazione ma era durata poco.
Non era il fatto che avesse un caratteraccio, che fosse indisponente e
un pallone gonfiato, o almeno non solo. Era il fatto che fosse del
tutto concentrato su se stesso e del tutto incompatibile con lei.
Mentre ragionava sulla triste realtà, seduta sull'engawa e
osservando le fronde degli alberi muoversi, Itachi si sedette accanto a
lei.
- Buongiorno Sakura-chan! Harada-san mi ha avvertito che ti trovavi
qui.-
E' vero che stava riflettendo su un'incompatibilità tra lei
e
Sasuke che non aveva nulla a che fare con lui ma era troppo che la
interrompesse con così tanta genuina ingenuità,
come se
fosse un piacere trascorrere del tempo assieme.
- Buongiorno!- rispose con finta calma incrociando le braccia al petto.
Di sottecchi lo vide guardarla leggermente stupito dal suo scarso
entusiasmo, prima di alzare gli occhi al cielo e sospirare.
- Hai poco da sbuffare, Itachi! Qui sono io la sola ad aver il diritto
di essere esasperata!- sbottò voltandosi verso di lui,
inalberata.
Non ebbe alcuna reazione. Rimase serio con lo sguardo puntato dinanzi a
sé, senza accennare la minima intenzione di parlare o
muoversi.
Sakura avrebbe voluto staccare una trave di legno del portico e
sbattergliela ripetutamente in testa, avrebbe voluto punirlo per quel
suo essere assolutamente insopportabile.
- Cos'ho fatto di male?- mormorò invece, chinando il capo
sconsolata, più a sé stessa che ad Itachi.
Impercettibilmente lo sentì irrigidirsi al suo fianco. Non
potè averne certezza anche perchè non volle
voltarsi per
guardarlo ma qualcosa le disse che quelle parole in qualche modo lo
avevano infastidito ma, ovviamente, la sua natura gli imponeva di
essere perfetto sempre.
Insopportabile!
Di nuovo non rispose e rimasero entrambi fermi lì, immersi
per
molto tempo nel silenzio. Dopo quelli che a lei parvero anni si
alzò, quasi a fatica, come se stare vicino a lei gli avesse
prosciugato le energie.
- Se hai bisogno di qualcosa sai di poterti rivolgere ad Harada-san,
come sempre.- le disse serio e pacato prima di allontanarsi e tornare
in casa.
Forse avrebbe dovuto fermarlo per dirgli qualcosa, qualsiasi cosa ma al
suo solito era stata in grado solo di tacere.
Non era per nulla facile rapportarsi ad Itachi, non lo era mai stato.
La prima volta che lo vide fu in occasione del settimo compleanno di
Sasuke e al tempo lui ne aveva ancora dodici.
Ricordava bene di aver
pensato che quel ragazzino, più grande e più alto
di lei,
fosse il ragazzino con l'aria più gentile che avesse mai
visto e
che sembrava impossibile fosse il fratello di quel musone del suo
Sasuke. Nonostante quel giorno il loro giardino fosse gremito di
poppanti fastidiosi, lui era rimasto tutto il tempo alla festa ad
intrattenerli. Ed era impossibile non seguirlo ogni volta che proponeva
un nuovo gioco o non ascoltarlo quando raccontava qualche storiella.
Sakura si sentiva incredibilmente trascinata e non era la sola, un po'
tutte le sue amiche gli chiocciavano attorno come se davvero sperassero
che le considerasse. Lei invece rimaneva sempre infondo al gruppo
guardandolo rapita e del tutto dimentica della sua cotta per Sasuke.
Ci aveva pensato per molti giorni, in seguito, ma poi non lo aveva
più rivisto e in più, si sa come sono fatti i
bambini,
alla fine lo scordò anche.
Tornò a concentrarsi sul
fratello minore convincendosi, giorno dopo giorno, di esserne
perdutamente innamorata. In realtà non sapeva nemmeno da
dove le
fosse venuta quell'idea eppure, per anni, non aveva fatto altro che
dichiarargli amore eterno e quando alla fine aveva visto coronato il
proprio sogno esso aveva perso ogni attrattiva. E non sapeva quanto
c'entrasse Itachi in tutto questo o, più probabilmente, non
lo
voleva sapere.
Non è che non volesse bene a Sasuke, anzi. Gliene voleva
moltissimo ma non è facile gestire una situazione in cui ti
scopri solo affezionata, dopo aver creduto con tanta fermezza di
provare qualcosa di più.
Incolpava la propria inesistente maturità del tempo, lo
sguardo
profondo e la strafottenza di Sasuke, il suo totale disinteresse per
lei che lo rendeva una sfida ardua da vincere, di tutto questo. E
incolpava pure la presenza di Itachi nell loro vite, in parte. Si,
perchè se lui non ci fosse stato sicuramente loro due
sarebbero
riusciti ad intendersi meglio, a litigare di meno e a fare
più
sesso.
Ma ormai era terminato il tempo in cui con un training autogeno
riusciva a costringersi a credere in ciò che voleva
perchè, sapeva fin troppo bene, quella colpa che attribuiva
ad
Itachi ne celava un'altra di diversa importanza, che era poi quella
reale e che, dopotutto, non era neanche una vera colpa.
Stava insieme a Sasuke già da un paio di mesi quando accadde.
Quei momenti iniziali della loro relazione non erano affatto stati
come glieli aveva descritti Ino, che all'epoca aveva in corso una
storia
piuttosto burrascosa con Shikamaru Nara. Burrascosa per colpa sua, non
di certo del Nara.
Le aveva detto che i primi tempi sarebbero stati super emozionanti,
super felici e, sue testuali parole: "Avrai sempre voglia di saltargli
addosso, credimi. Vi ritroverete a scoprire i grandi piaceri del sesso
dove meno ve lo aspettate."
Lei aveva atteso a lungo, dicendosi che forse la inibivano lo shock per
essere finalmente riuscita a conquistarlo e la sua totale inesperienza
in campo sentimentale non platonico. Poi però si
ritrovò
ad interrogarsi sul motivo dello scarso interesse che a quel punto
nutriva nei confronti di Sasuke e di ciò che lo riguardava.
Non
lo faceva apposta, si scervellava giorno e notte e metteva tutta se
stessa in quei tentativi di riscoprire quel suo amore che sembrava
essersi affievolito.
Non che lui facesse qualcosa per alimentare i loro spiriti, sia chiaro.
A scuola scambiavano giusto un paio di parole, le scriveva raramente e
l'unica certezza era il Sabato notte, quando dopo una serata passata
con
gli amici la riaccompagnava a casa per ultima.
Vivendo quella noia
mortale di storia, se davvero possiamo definirla tale, si chiedeva
perchè mai quell'assenza di Sasuke non le pesasse poi molto.
Vedeva Ino uscire di testa quando Shikamaru non le telefonava,
nonostante fosse chiaro che ancora era infatuata dell'Uchiha, Ten Ten
incazzarsi come una furia quando Neji scordava alcune cose, come il
loro anniversario e sua madre disperarsi se suo padre rientrava
tardi in casa senza avvisare, anche se ormai conosceva da innumerevoli
anni la sua sbadataggine.
Invece lei, e ciò la faceva sentire mostruosa, rimaneva
impassibile quando Sasuke si dimenticava di dirle che non sarebbe
passato a trovarla o non la salutava al termine delle lezioni.
L'unica cosa che la infastidiva era che, per quanto sia Neji e
Shikamaru non fossero esattamente dei fidanzati modello, di tanto in
tanto si esibivano in qualche gesto affettuoso nei confronti delle loro
ragazze mentre quello stitico d'uomo che s'era trovata lei navigava
sempre in alto mare, come se nemmeno sapesse della sua esistenza.
Questo la faceva inalberare, non perchè implicitamente
significava che di lei non gliene fregava un cazzo ma perchè
non
poteva vantarsi di nessun comportamento carino con le sue amiche, che
invece lo sbandieravano ai quattro venti quando venivano lusingate dai
loro fidanzati.
Insomma, la sintesi era che si preoccupava e dispiaceva per i motivi
sbagliati e nemmeno le interessava.
Le prime avvisaglie premonitrici del suo infausto destino erano giunte,
di sorpresa, un pomeriggio che Sakura si trovava a Villa Uchiha per
studiare. Si, studiarono veramente!
Sasuke, che aveva finito da un bel pezzo, sedeva difronte a lei con le
braccia incrociate al petto ed un cipiglio che definire seccato
è un eufemismo. Avrebbe potuto domandargli cosa lo
infastidiva
ma tanto già lo intuiva ed incoraggiarlo a sfogarsi non
sarebbe
stata una cosa troppo intelligente, anche perchè parlava
solo se
l'argomento trattato era Itachi e, i Kami le siano testimoni, parlava
così tanto da far venire l'emicrania. Senza contare che poi
il
tutto sfociava in sceneggiate e sfuriate degne di un drammaturgo.
Proprio mentre tentava di farsi sempre più piccola dietro la
pila di libri però, il telefono di Sasuke aveva vibrato. Non
le
ci volle molto per capire, da come osservò lo schermo, che
quel
messaggio era niente popo di meno che del Santo Nii-san.
Afferrò
con furia lo smartphone, digitando quella che doveva essere una
risposta monosillabica, per poi gettarlo sul tavolo facendolo
rimbalzare fin sopra il quaderno di Sakura.
- Che c'è?- chiese a quel punto stizzita come non mai.
- Tsk!- fu la risposta.
Ma che cazzo di risposta era? Se ne stava li da ore a guardare il
mobilio della stanza, lei compresa, come se con gli occhi potesse
incenerirlo e in palese attesa che lei gli permettesse di sfogarsi, e
ora? Fu grande, davvero grande, la tentazione di mettere a gambe
all'aria il tavolo e spaccarglielo sulla schiena ma si trattenne,
stringendo i pugni sulle ginocchia e muovendo scattosamente il
sopracciglio in un tic compulsivo.
- Pff... Sembri un bambino.- lo apostrofò scostando il
cellulare e tornando a concentrarsi sullo studio.
A quelle parole percepì l'aria annerirsi e farsi sempre
più lugubre, come se una cappa di tenebroso potere si fosse
improvvisamente distesa su di loro. Lo guardò di sottecchi,
pronta a difendersi da una valanga di insulti e improperi, e vide la
vena sulla sua tempia farsi sempre più grossa e pericolosa.
- Che hai detto?- domandò fintamente calmo.
- Oh beh...- sbuffò raddrizzando la schiena ed incrociando
le
braccia, per niente intimorita - Cos'ha combinato Itachi-san questa
volta?-
- Itachi-san...- mormorò facendosi, se possibile, ancora
più scuro in volto e gettando su Sakura una gelida ondata di
imminenti, terribili conseguenze.
Si guardarono a lungo e lei si ritrovò ad immaginarsi una
scena
da film mainstream, con loro due che ansiosi liberavano il tavolo dai
libri ed iniziavano a fare l'amore con foga. Sarebbe stato un bel
finale ma figurarsi, quello aveva intenzione di propinarle sempre le
solite assurde lamentele.
- Itachi-san ha conosciuto una ragazza!-
Fu uno schiaffo in faccia per Sakura, uno schiaffo inaspettato e per
molteplici ragioni anche. Prima tra tutte che la notizia la ponesse in
allarme e le facesse desiderare di mollare tutto lì per
mettersi
alla ricerca di quella ignota ragazza. Giusto per vedere la sua faccia,
non per altro.
- E quindi?- rispose invece, come se la cosa non avesse importanza ma
desiderosa di informazioni. Inaspettato pure questo.
- Stasera la porterà qui a cena!-
Altro schiaffo, questa volta la potenza quasi la ribaltò
dalla
sedia. Com'era possibile? Itachi non aveva mai invitato nessuna in casa
sua che non fosse una semplice amicizia. Chi poteva mai essere questo
prodigioso spettacolo della natura che finalmente otteneva quell'onore?
Perchè di certo doveva trattarsi di una ragazza prodigiosa
per
potersi affiancare al Santo, al nobile Nii-san.
- E quindi?- ripetè ancora ormai in preda a sudori freddi e
a convulsioni.
- E' la primogenita di una ricca famiglia, la studentessa
più
brillante del suo corso e ha ricevuto varie proposte di lavoro come
fotomodella, che per pudicità ha rifiutato.-
spiegò
Sasuke guardando un punto oltre le spalle di Sakura, meditando
sicuramente sanguinarie stragi e aberranti vendette.
Dal canto suo invece, la rosa rimase impietrita cercando di
visualizzare quella ragazza e ponendosi, inevitabilmente, a suo
confronto. Che poi, perchè lo fece? Era ridicolo,
assolutamente
e spaventosamente ridicolo. Lei stava con Sasuke e per quanto le cose
con lui non funzionassero, questo comunque non significava che lei
dovesse essere gelosa della possibile fidanzata di Itachi.
Si martellò la testa per convincersi che il suo fosse solo
stupore, sconcerto, al massimo curiosità. Con il Santo non
c'era
mai stato nulla e di certo mai ci sarebbe stato, perchè ora
doveva sentirsi affranta scoprendo questa sua relazione? Non poteva
essere, a lei non piaceva, doveva esserci qualche altra spiegazione. Di
sicuro si trattava di un fattore psicologico.
Mica si era mai interessata a lui in tutti quegli anni, stranamente ora
si scopriva gelosa, ora che lui aveva trovato qualcuna. Non poteva
essere di certo un sentimento quello, altrimenti avrebbe avvertito
qualcosa anche prima e in altre circostanze. Si, si stava facendo un
sacco di pare mentali che non avevano fondamenta e doveva a tutti i
costi farsele passare.
- E quindi quali sono le tue preoccupazioni?- chiese infine con tono
annoiato.
- Mio padre li elogerà fino allo sfinimento ed io
dovrò
sentirmi in imbarazzo perchè tu non sei minimamente
all'altezza.- rispose come se parlasse del tempo, senza considerare che
l'aveva appena offesa, e pure grandemente.
Inutile dire che non la toccò minimamente
quest'affermazione, o
meglio non la toccò il fatto di essere causa di disagio per
Sasuke. Si scoprì invece a pensare quanto questo fosse vero
se
riferito ad Itachi; quello si era trovato una che poteva essere
benissimo uscita da una cantica del Paradiso di Dante mentre lei era
una ragazza normalissima, non se la sarebbe filata mai.
Oh beh! Comunque non le interessava, non doveva interessarle,... Tanto
mica voleva essere considerata da Itachi in quei termini, al massimo
doveva arrabbiarsi con Sasuke per essere così sbruffone e
brutale.
- Beh... Ti sfido a trovare un'altra che ti sopporti!- disse inarcando
il sopracciglio con fare di chi ha appena vinto.
Sasuke le lanciò un'occhiattaccia prima di voltare la testa
con il naso all'insù.
Faccia da schiaffi!
Rifiutò l'invito a cena accusando un finto malessere,
proprio
non la voleva vedere Miss Donnaangelicata, ci aveva
riflettuto.
Che poi era meglio per tutti, in primis per Sasuke...
Ma a chi voleva
darla a bere? Non era per lui che se ne tornò a casa ma per
colpa di Itachi, sempre sua la colpa.
Si rigirò nel letto della propria camera per ore quella
notte, alla
disperata ricerca di una spiegazione, di una sola ragione che facesse
chiarore su quella situazione tanto assurda da essere irreale.
Forse doveva partire dall'inizio, rivedere i trascorsi, prendersi del
tempo, ragionare con calma e seguendo un giusto ordine cronologico...
Lei aveva mai provato attrazione per Itachi? Aveva mai fantasticato su
di lui, su di loro? Si era mai sentita eccitata o emozionata in sua
presenza? In tutti quegli anni che lo conosceva, le era mai piaciuto,
anche per un solo istante?
Tristemente e con rassegnazione la risposta a tutte quelle domande
sopraggiunse spontanea; era sempre stata lì nell'angolo a
quanto
pare, in attesa che qualcuno richiedesse la sua presenza.
Com'era potuto accadere? Come aveva fatto a non accorgersene?
Era paradossale il fatto che si fosse convinta di amare una
persona per la quale provava solo affetto (a volte neanche quello) e
che invece amasse davvero qualcuno che aveva sempre considerato una
sorta di modello, di guida.
Oh Kami... Lo amava? Forse questo era un po' troppo eccessivo, si era
semplicemente scoperta gelosa e da poche ore per giunta,... Amore.
Parlare di amore era oltremodo ridicolo in quel frangente.
Eppure ora che aveva realizzato che si era attratta da Itachi, che si
aveva fantasticato su di lui, su di loro, che si si sentiva emozionata
ed eccitatata in sua presenza e che si, le piaceva,... Beh, ora che
aveva realizzato tutto questo quasi le veniva voglia di telefonargli e
dirgli ciò che aveva scoperto.
Ah, un'idea geniale. E che gli avrebbe raccontato esattamente?
"Ciao, Itachi-san! Sono Sakura, la ragazza di tuo fratello e sono
innamorata di te!"
Eh già, proprio un'idea geniale.
Il resto della notte se l'era passato in bianco e con il sorgere del
Sole giunse finalmente all'unica conclusione possibile: fare finta di
niente.
Non doveva esserci nulla di difficile in tutto questo, tanto aveva
vissuto alla grande fino ad allora e poteva benissimo continuare a
farlo; peccato che il suo subconscio non la pensasse allo stesso modo.
Quella stessa sera lei ed Ino avevano progettato un'uscita tra ragazze,
giusto perchè sia Sasuke che Shikamaru proponevano sempre le
stesse, mortalmente noiose, cose.
Non è che Sakura solesse annegare i dispiaceri nell'alcool
(diamine, aveva diciotto anni) ma quel giorno non aveva una particolare
inclinazione a controllarsi, nonostante sapesse bene che quando perdeva
il controllo causava problemi a tutti gli abitanti di tutti i mondi
conosciuti.
Il locale non distava molto dal centro della città e fu Ino
ad
offrirsi di guidare, cosa di per sé non poi tanto
rassicurante,
in più Sakura si preparò con particolare cura
perchè sapeva per certo che anche Itachi frequentava spesso
quel
bar. Perchè non unire l'utile al dilettevole? Anche se non
riusciva a distinguire bene quale fosse l'uno e quale fosse l'altro.
All'entrata porsero i loro, ovviamente falsi, documenti al buttafuori.
Ino se li era procurati mesi prima da un tizio non molto raccomandabile
e decisamente costoso ma, perlomeno, efficiente. L'uomo le
guardò sospettoso; la bionda poteva pure passare per
ventunenne
ma Sakura non di certo, anche se quella sera si era addobbata e se non
altro era piuttosto avvenente (parere suo questo).
Ino, vedendolo tentennare, si affrettò a portare in fuori il
petto prosperoso e a scuotere i lunghi capelli, accompagnando il tutto
con un sorriso malizioso che lo fece arrossire.
Non si scompose ulteriormente ma con un gesto della mano fece loro
segno che potevano entrare.
- Non ti ricordava Choji? - le sussurrò Ino all'orecchio
ridendo di gusto, non appena si furono allontanate.
Il posto era gremito di gente, la musica era troppo alta e parecchie
persone urgevano immantinente di un deodorante. Ora almeno Sakura aveva
delle valide
motivazioni che la spingevano a bere.
Si fecero largo tra la folla per raggiungere il bancone ma non fu
così difficile; man mano che avanzavano nella calca la
chioma
bionda della Yamanaka si faceva notare sempre di più e i
ragazzi
finivano col scostarsi per poterla ammirare interamente. Era uno
spettacolo al quale assistevano sempre e che riempiva Ino di spudorata
soddisfazione.
Alla barista Sakura chiese qualcosa di forte, non le importava cosa
mentre l'amica ordinò un analcolico. A scapito
dell'impressione
che poteva dare, Ino era una ragazza molto responsabile e non le era
mai capitato di esagerare, in nessun caso. A dire il vero andare alle
feste la divertiva soprattutto perchè, minimo quattro
persone a
serata, giungevano per farle la corte e lei amava essere al centro
dell'attenzione e civettare, anche se poi, in finale, li lasciava
sempre tutti a bocca asciutta.
Come volevasi dimostrare, nel giro di pochi minuti gli piombarono
addosso una coppia di amici che si offrirono di pagare loro da bere e
in men che non si dica Sakura si trovò a reggere due diversi
bicchieri in mano, dopo essersene scolata un numero imprecisato.
- Certo che la tua amica è un pozzo senza fondo!-
commentò ridendo uno dei ragazzi, rivolto ad Ino.
- Già... Hey splendore!- le urlò per farla
voltare e
guardandola con aria severa - Vedi di andarci piano con quella roba
adesso, se mi vomiti in macchina sei finita!
Sakura che traballante girava attorno a sè stessa a ritmo di
musica, credeva lei, arrestò il proprio moto per fissare i
propri occhi sulla bionda. Come c'era da aspettarsi però,
tutto
quel ruotare le aveva messo in subbuglio lo stomaco, e non solo, al
punto che avvertì un conato farsi largo prepotentemente che
represse in una smorfia disgustata.
- Vado al bagno!- annunciò, alzando il bicchiere in aria
come se
dovesse fare un brindisi e lavando alcuni malcapitati li attorno.
Si diresse, instabile sui tacchi, ai servizi igenici (che di igenico
non avevano nulla) e si mise in fila dietro ad un gruppetto di ragazze
intente a farsi foto e a urlare isteriche. La toilette delle donne era
adiacente a quella degli uomini, quindi, con suo profondo fastidio e
disappunto, più di qualcuno le fece segno di entrare nel
loro
bagno e per quanto fosse ubriaca non era di certo stupida.
Quella situazione però le fece venire in mente un altro
ragazzo;
un ragazzo molto più bello e molto meno squallido, anzi era
sicura che il Santo squallido non lo fosse mai.
Afferrò lo smartphone dalla tasca dei pantaloni e le ci
volle
mezzora per trovare il suo contatto sulla rubrica e digitare il
messaggio.
"Sei uno stronzo!"
Era certamente la cosa più intelligente che gli potesse
scrivere
in quel momento. Che tra l'altro non era neanche vero che era uno
stronzo, non lo era per niente, era lei ad essere più
indietro
di una capra a volte. Era in un bar in cui non aveva l'età
legale per stare, ubriaca, con la vescica piena e circondata da
testosteroni brutti ed impazziti, e tutto ciò che riusciva a
fare era scrivere un messaggio ridicolo ed imbarazzante?
All'improvviso le venne il panico e sperò che Itachi non lo
leggesse, che avesse perso il telefono, che fosse diventato cieco.
Tutto andava bene, purchè non lo vedesse!
Ovviamente però la risposta non tardò ad arrivare
vibrando, facendo sobbalzare Sakura che teneva il cellulare ancora in
mano.
"Ma dici a me?"
La ragazza arrossì violentemente ed iniziò a
tremare per
l'emozione. Non che ci fosse granchè da emozionarsi, ma se
la
immaginava alla perfezione l'espressione che doveva aver avuto Itachi
mentre leggeva il suo messaggio e le venne da ridere.
"Si! Sei uno stronzo!"
Ora era in preda alla pura agitazione e sorrideva come un ebete
guardando lo scherzo, in attesa di un suo nuovo messaggio. Non si
poteva essere più stupide, non si poteva proprio!
"Sakura, sei ubriaca?"
Deidara, un giovane scultore che che qualche settimana prima era stato
invitato dal loro insegnante di educazione artistica a tenere una
lezione, a quel punto avrebbe affermato con veemenza: "KABOOM! Questa
è arte!" Si, l'arte occulta di capire sempre tutto posseduta
solo da Itachi Uchiha; e da chi altri?
Per la vergogna avrebbe voluto gettare lo smartphone, regalatole da
Sasuke in un momento di straordinaria generosità, nello
scarico
del water ma dato che la processione avanzava a rilento, l'angusto,
umido e sporco bagno sembrava essere ancora un miraggio.
Inizialmente ripose il cellulare nella tasca, intenzionata ad ignorare
quella domanda ma poi figurarsi, era una debole e a dispetto di quello
che avrebbe voluto far credere, era felice come non mai e
già
immaginava passionali scenari nei quali Itachi la soccorreva, in tutta
la sua nobilissima ed eccelentissima beltà.
"Ti giuro che no!"
Era proprio una sfigata, una subdola sfigata. Ci aveva ragionato un
quarto d'ora su quella risposta. Doveva negare di essere ubriaca
ovviamente, quale persona sana di mente lo ammetterebbe mai? Secondo la
sua contorta psiche, nessuna. Ma doveva negare formulando una risposta
che lasciasse intendere che stava mentendo ed era tutta convinta quando
aveva inviato il messaggio, eppure adesso quella frase non sembrava poi
così rivelatrice.
In un moto di solitario sconforto azò gli occhi al
soffitto. Magari veder scendere da li Itachi, a mo' di Annunciazione;
aveva letto qualche passo del Vangelo di Luca - per diletto personale,
credeteci - e perchè aveva visto il Santo fare lo stesso,
però ci aveva messo comunque 250.000 anni di evoluzione per
capire di esserne innamorata. Chi cavolo legge un Vangelo solo
perchè vede un altro farlo?
Mentre era persa in queste elucubrazioni molto intelligenti, di certo
dovute allo stordimento causato dai fumi dell'alcool, il telefono
iniziò a vibrare fastidioso ed incontrollato.
Portò lo
schermo davanti agli occhi e fu una chiamata da "Itachi Uchiha" quella
che vide lampeggiare. La Chiamata!
"Pronto?" rispose con voce stridula reprimendo un singhiozzo.
"Stai bene, Sakura?" chiese una bella voce, calma, calda e rassicurante
dall'altro capo del telefono.
Alla ragazza mancò un battito. Era la prima volta che lo
sentiva
parlare attraverso un ricevitore e le sembrò la cosa
più
bella del mondo. Per cellulare, Sasuke non aveva mancato di farglielo
notare, la sua voce diventava orribilmente nasale mentre quella di
Itachi era perfetta ma poi, serve davvero dirlo?
Incurvò le labbra in un leggero sorriso e quasi si stava per
commuovere perchè era felice, nonostante sapesse quante cose
le
remassero contro, era felice di potergli parlare.
"S-si... Sto bene!" disse in un sussurro. Se avesse parlato ad alta
voce di certo sarebbe scoppiata a piangere.
"C'è qualcuno li con te?"
Sakura si guardò attorno e si, c'era qualcuno attorno a lei
ma
nessuno che conoscesse, eccetto forse un tizio con i capelli azzurri
che in quel momento si stava perlustrando il naso con il dito
indice. Le sembrava Suigetsu ma riteneva improbabile che si
trovasse li, di solito a quell'ora se la spassava con Karin a suon di
Bob Marley e Maria. Erano ragazzi molto religiosi.
"Oh si, c'è anche uno con la faccia tutta piena di
piercing!"
strillò prima di coprirsi velocemente la bocca con la mano,
ovviamente il ragazzo in questione l'aveva sentita.
"Dimmi dove sei. Ti faccio venire a prendere da Sasuke."
affermò con estrema tranquillità Itachi.
Come c'era da aspettarsi quell'ordine così gentile e
premuroso
non le piacque per niente. Perchè diamine doveva mandarle
quell'impiastro di Sasuke! Già se lo immaginava arrivare
tutto
incazzato e riempirla di commenti poco carini, in più non lo
voleva proprio vedere e aveva la tentazione di sbattere in faccia il
telefono a quello scemo che proprio non ci arrivava.
"Sono all'Amaterasu ma non chiamare Sasuke, non lo voglio."
Ci fu un minuto di silenzio in cui Sakura vide materializzarsi davanti
a sé gli ingranaggi d'oro massiccio del cervello di Itachi
che
macchinavano e capivano tutto.
"Ok." disse infine "Ma non ti lascio lì, ti vengo a prendere
io!"
Per poco non urlò e sobbalzò di gioia udendo
quelle
parole. Quella era di sicuro la migliore notizia della giornata anzi,
quella era la migliore notizia della vita. Sarebbe andato a prenderla,
lui sarebbe andato a prendere lei e il prodigio della sua fidanzata?
Dove l'avrebbe lasciata? Ben le stava a quella smorfiosa
perchè
anche se non sapeva manco che faccia avesse, era una smorfiosa di
sicuro.
"Aspettami fuori ma copriti che fa freddo. E non cacciarti nei guai."
aggiunse infine.
Quanto era gentile e premuroso... Ovviamente quest'ultime
raccomandazioni ebbero il potere di farla andare in brodo di giuggiole.
Terminata la chiamata Sakura, completamente dimentica di dover fare la
pipì, torno in sala dove Ino ora intratteneva ben cinque
ragazzi
che le sbavavano attorno come limacce.
La rosa le si avvicinò e con fare cospiratorio
accostò le proprie labbra al suo orecchio.
- Sasuke sta venendo a prendermi, ti dispiace se torno con lui?
Non poteva mica dirgli la verità o avrebbe fatto troppe
domande,
smascherandola. Meglio tenere ancora nascosta la faccenda, almeno
finchè tutto non le fosse stato più chiaro.
Ino la guardò leggermente sospettosa ma poi distese le
labbra in
un gran sorriso, mandando in fibrillazione i baldi giovanotti che la
circondavano.
- Certo che no. Divertiti!- rispose facendole l'occhiolino.
Un po' si sentiva in colpa a lasciarla li sola, pensò mentre
si
dirigeva verso l'uscita, non era sicuramente il massimo abbandonarla in
balia di uomini in adorazione, per di più in un locale dove
la
gente era molto più grande di lei, ma molto egoisticamente
si
convinse che se la sarebbe cavata e che la sua era una buona causa.
Attese Itachi all'esterno del locale, stringendosi nel cappotto che
aveva recuperato dal guardaroba e controllando di tanto in tanto il
telefono. Non la fece aspettare molto e nel giro di dieci minuti la sua
bella auto nera accostò davanti a lei.
Si intrufolò nell'abitacolo felice di poter finalmente
tornare
al caldo ma mentre chiudeva la portiera e si voltava a guardare il
Santo, realizzò.
Cosa cazzo stava combinando?! Era forse diventata scema? No, scema lo
era sempre stata. Non aveva la ben che minima idea di cosa le fosse
passato per la testa e cosa sperasse di ottenere, soprattutto. Per
fortuna era ancora un po' brilla o sicuramente a quel punto sarebbe
andata del tutto nel pallone.
- Buonasera!- la salutò Itachi guardandola con fare
indagatore.
- B-buonasera...- rispose Sakura diventando paonazza e fissandosi le
mani che si stringevano in un pugno sopra le ginocchia.
- Se non sono indiscreto, si può sapere come sei entrata in
questo bar e chi ti ci ha portata?- chiese con tono divertito.
La ragazza sarebbe voluta sparire risucchiata dal sedile; capiva solo
ora di star facendo la più magra delle figure. Era ubriaca,
nell'auto del fratello perfetto del suo fidanzato scemo, dopo avergli
scritto un messaggio dove lo apostrofava come "stronzo". Indossava
tacchi troppo alti che le facevano un male cane ed era appena stata
scoperta in possesso di documenti falsi dal figlio del capo della
polizia di Tokyo, nonchè ragazzo ligio al dovere e al
rispetto
delle regole. Nonchè ragazzo del quale era innamorata.
Ok, forse non innamorata.
Si poteva essere più ritardate? A quel punto sarebbe stato
meglio farsi venire a prendere da Sasuke; le avrebbe fatto scoppiare la
testa a furia di brontolii vari ma almeno non si sarebbe sentita in
imbarazzo, a disagio e soprattutto, così eccitata all'idea
di
essere seduta nel macchinone molto virile del nobile Itachi Uchiha.
Se lo sbirciò di sottecchi, non avrebbe avuto senso non
cogliere
la preziosa occasione di ammirarlo in tutta la sua splendente figura, e
quasi ebbe un mancamento.
Era così bello.
Ma non era bello e basta, era molto di più.
Tutto quel suo elogiarlo dandogli epiteti che lo etichettavano come
santissimo, eccellentissimo e nobilissimo erano sarcastici fino ad un
certo punto. Li utilizzava soprattutto perchè era sempre
stata
molto restia nell'esprimere le proprie sensazioni e in particolare, i
propri sentimenti. O almeno, lo era stata dopo aver superato quel
periodo ad alto tasso di vergogna che corrispondeva ai tempi nei quali
era certa di amare Sasuke Uchiha.
Ma a voler essere sinceri, Sakura avrebbe avuto molte cose da dire su
Itachi e senza il bisogno di utilizzare nessun sarcasmo o ironia.
Aveva una luce particolare che sembrava rendere più chiara
ogni
cosa, mettendone in evidenza lo squallore e l'insignificanza. Tutto, se
paragonato a lui, appariva mediocre, stupido e sciatto... Ma se ti ci
avvicinavi abbastanza, quel tanto da poterne scorgere ogni singola
ciglia, o vederne le piccole efelidi presenti sui dorsi delle mani o le
profonde occhiaie, ti potevi sentire a casa. Se ti ci avvicinavi
abbastanza, ti sentivi migliore.
Sakura non aveva mai pensato, neanche solo per un istante, che Itachi
fosse una persona comune. Lui era speciale e avrebbe fatto grandi cose
un giorno, ne era sicura.
E questa era davvero una descrizione del cazzo, la peggiore che avesse
mai fatto ma anche se fosse riuscita a ritrarlo degnamente, non sarebbe
cambiato nulla. Restava comunque il fatto che non aveva colto nemmeno
un quarto della persona che era davvero.
- Ino... una mia amica...- specificò rendendosi conto che
non l'aveva mai conosciuta. Per fortuna!
- E ora dov'è?- domandò guardando fuori dal
finestrino
oltre le spalle di Sakura, come se potesse apparire all'improvviso e
bussare sul vetro.
- Lei... Lei è andata a casa...
Kami! Era proprio un'amica di merda!
Ora faceva passare Ino per la stronza menefreghista quando era stata
lei a mollarla in mezzo ad un covo di iene arrapate, e tutto questo per
un ragazzo.
Va bene che non era un ragazzo qualsiasi ma lo stesso, questo non
cambiava le cose. Restava comunque una maledetta infame e pure bugiarda.
Itachi non commentò, rimase del tutto impassibile, e
avviò il motore dell'auto che silenziosamente
uscì dal
parcheggio del locale (altro che la sua carriola che faceva un
fracasso, e un fumo, degno di una locomotiva a vapore).
Con la tempia poggiata al freddo vetro del finestrino, Sakura
osservò gli edifici e le loro luci scorrere via.
Tutta l'euforia di prima si era dissolta e avrebbe avuto un migliaio di
cose da chiedergli ma nessun modo per farlo.
Perchè non poteva essere come quelle ragazze spavalde e
senza
peli sulla lingua? Avrebbe potuto addirittura avvalersi della scusa del
bicchiere di troppo, in caso di strafalcioni.
Fu Itachi ad interrompere quel silenzio che lei iniziava a trovare un
po' troppo opprimente.
- Va tutto bene?
Dalla sua risposta sarebbe dipeso il destino dell'umanità.
Cioè, il suo destino, che poi era la stessa cosa,
più o
meno.
Se avesse detto di si, il discorso sarebbe terminato in quello stesso
istante perchè lui non insisteva mai, era una persona
discreta,
figurarsi. Se avesse detto di no, avrebbe potuto sfogarsi e
rovesciargli addosso tutte le sue - assurde - frustrazioni; ma con
quale diritto, di grazia?
Quindi optò per la chiusura in un mutismo, di convenienza,
che
probabilmente lo avrebbe indotto ad indagare sulla sua causa.
Certo che era proprio subdula!
- Qual è il problema?- chiese dopo aver atteso una risposta
per alcuni minuti.
Forse a quel punto sarebbe stato giusto dire qualcosa, giusto per non
fargli credere di aver perso anche l'uso della parola oltre al dono
dell'intelletto, cosa che tra l'altro non era certa di aver mai
posseduto trovandosi ora in quella scomoda situazione.
Il problema era cosa doveva dire. Una proposizione ben organizzata, un
discorso, magari un monologo che avesse una certa coerenza, un capo e
una coda, un senso.
Una passeggiata, sicuramente...
- Sono io?
Sakura di scatto si voltò a guardarlo, strabuzzando gli
occhi. Davvero le aveva chiesto una cosa simile?
- N-no... Ma che dici?- rispose allarmata e scuotendo energicamente il
capo.
Itachi si girò verso di lei e la scrutò
intensamente,
assottigliando le palbebre. Non ebbe il coraggio di sostenere il suo
sguardo e involontariamente tutta la sua attenzione venne catturata
dalle labbra serrate e distese in una posa seria, forse non solo seria.
- Non vorrei peccare d'arroganza ma credo che invece sia proprio io il
tuo problema...- lo disse con tono calmo ma
dispiaciuto e ciò permise a Sakura di capire che avrebbe
tanto
desiderato non esserlo.
Voltò la testa di lato, concentrandosi sul paesaggio oltre
al
parabrezza che iniziava ad essere bagnato da alcune leggere gocce di
pioggia.
Era lui il suo problema e avrebbe tanto desiderato che non lo fosse.
- Sasuke ti ha raccontato qualcosa che ti ha indispettita?- chiese
mentre frenava ad un incrocio con semaforo rosso e riprendendo a
guardarla come se potesse vederle attraverso.
Una domanda del genere poteva essere interpretata in vari modi e subito
a Sakura balenò dinanzi l'immagine di una fotomodella
svedese,
tremendamente simile a Ino, nuotare in un mare di banconote e tomi
universitari. Ma intuiva che Itachi si riferisse a qualcosa che, senza
volere, poteva aver fatto contro il suo ragazzo, causando la sua ira.
Dopotutto non era un mistero per nessuno che Sasuke prendesse sul
personale ogni azione del fratello maggiore, anche quelle dove non
c'entrava per niente ovvero quasi tutte.
- E' davvero così perfetta la tua ragazza?-
domandò a sorpresa.
Aveva parlato senza pensare e immediatamente si portò le
mani
alla bocca, sconvolta. Si era bevuta il cervello, era evidente!
Itachi corrugò leggermente la fronte e distolse lo sguardo
solo
quando un clacson, dietro di loro, lo informò che ora poteva
ripartire. Ingranò la marcia e non parlò per
quella che,
secondo le percezioni di Sakura, fu un'eternità.
- E' molto bella ed intelligente...- rispose mentre superava un
trabiccolo che procedeva a passo di lumaca - Ma non è la mia
ragazza.
Nel petto della rosa si gonfiò un enorme palloncino di
sollievo
e gli occhi le iniziarono a pizzicare, tanto era grande la gioia.
Quando esattamente si era ridotta in quel modo?
- Mio padre iniziava a farmi pressioni perchè trovassi
qualcuno
ma non accadeva, così ho chiesto aiuto ad un'amica.-
spiegò iniziando a sorridere.
Come c'era da aspettarsi, Sakura ci rimase di stucco. Le aveva appena
confessato che la sua era tutta una scenetta escogitata per far tacere
Fugaku Uchiha.
Questa si che si chiamava furbizia, non per niente era il genio della
famiglia.
- Quindi tra noi due non c'è assolutamente nulla oltre ad un
bel
rapporto d'amicizia...- proseguì svoltando ad un'ampia curva
a
destra e addentrandosi nel parcheggio della palazzina dove viveva
Sakura - E mai potrebbe esserci.
- Perchè?- chiese d'impulso.
Ovviamente sentire questo le faceva un piacere immenso ma
un'affermazione del genere necessitava una spiegazione. Iniziava a
preoccuparsi, in realtà.
- Perchè ha una fidanzata.- rispose quando ebbe accostato e
voltandosi a guardarla, ancora sorridente.
Spalancò la bocca, allibita. Questa era in assoluto la
genialata
del secolo, nemmeno Ino sarebbe arrivata a tanto e con una
così
spiccata classe.
Al pensiero di Fugaku Uchiha che si intratteneva a parlare, tutto
soddisfatto, con quella che credeva essere la splendente possibile
madre dei suoi nipoti e che in realtà era una "molto bella
ed
intelligente" lesbica, rischiò di scoppiare in una fragorosa
risata. E non potè più impedirselo quando
immaginò
Sasuke, rabbioso e carico di propositi di sterminio, invidiare il
fratello.
- Scusami...- disse asciugandosi una lacrima che spuntava dall'angolo
dell'occhio - Ma questa cosa mi fa troppo ridere!-
Itachi la guardò, il capo leggermente inclinato di lato e le
sembrò molto più sereno di quanto non lo fosse
solitamente.
- Non ti preoccupare, la situazione diverte anche me.- rispose
ravvivandosi i capelli che gli cadevano ai lati del viso, scatenando
così in Sakura una tempesta ormonale in piena regola.
La ragazza poggiò la schiena alla portiera dietro le sue
spalle
e lo guardò apertamente, senza scudi e totalmente rilassata.
La spossatezza unita a tutto quello che aveva bevuto a quel punto
stavano creando un mix che per lei era micidiale. Quando si trovava in
simili condizioni le piaceva parlare, le piaceva troppo. E si sa... in
vino veritas. In più dandole quella bella notizia, Itachi
aveva
fatto in modo di migliorarle l'umore ed era da tempo che non si sentiva
così entusiasta.
- Perchè non trovi nessuna?- chiese a brucia pelo e seguendo
con
gli occhi la linea del suo collo, fin su, sulla mandibola delicata e
gli zigomi.
- Diciamo che ho gusti... strani.-
- Non sarai mica gay anche tu?- gridò stridulamente,
sobbalzando sul posto.
Stavolta fu il turno di Itachi per ridere e Sakura, per la prima volta,
lo vide abbandonarsi e riporre per un attimo il suo costume da
impeccabile e nobile Uchiha.
Le piacque immensamente ed era abbastanza consapevole di guardarlo con
la bava alla bocca. Un poco di contegno, Kami!
Ma era così bello mentre si portava la mano alla fronte, per
massaggiarla, e sospirava con quell'enorme sorriso sulle labbra.
- No, Sakura!- rispose ricomponendosi e poggiandosi anche lui alla
portiera - Non sono gay!-
Non è che avesse realmente temuto che lo fosse ma averne la
conferma da lui era di certo una gran cosa.
Nel caso in cui davvero le sue preferenze fossero vertite sugli uomini,
non
aveva idea di come si sarebbe potuta comportare. Come minimo avrebbe
imprecato contro un fato infausto e si sarebbe lasciata morire
d'inerzia.
- E quindi?- chiese con la faccia a forma di punto interrogativo.
Certo che era veramente una grandissima e fastidiosissima ficcanaso!
- Mi piacciono ragazze che non dovrebbero.-
A Sakura parve una risposta troppo vaga e generica, con il risultato
che non seppe bene cosa rispondere.
Magari gli piaceva quella sua amica splendente ma lesbica, eppure le
sembrava che ne avesse parlato troppo tranquillamente prima mentre ora
pareva dispiaciuto, era evidente.
Forse aveva qualche tresca con delle pregiudicate, forse delle
assassine, cosa che rendevano un po' difficili le presentazioni con i
"suoceri". Oppure, senza optare per qualcosa di catastrofico, si era
semplicemente innamorato di una ragazza già impegnata.
Che strazio!
Le bastava scoprire il suo indirizzo e l'avrebbe eliminata, in modo
indolore ovviamente.
- Sarà meglio che tu vada adesso. Hai bisogno di dormire.-
le
suggerì Itachi con quella inclinazione affettuosa della voce
che
le faceva venir voglia di accocolarglisi addosso.
Sakura annuì e si apprestò ad uscire dalla
macchina
obbediente, anche se le sarebbe piaciuto restare li per tutta la vita e
anche di più.
Raccolse la propria borsa che aveva posato a terra, tra i piedi, e
protraendo quel momento il più possibile aprì
lentamente
la portiera.
Non avrebbe dormito quella notte, già lo sapeva.
- Un'altra cosa, Sakura...- la fermò proprio quando si era
definitivamente decisa a scendere.
Si voltò verso di lui così veloce che i capelli
le
rimbalzarono in viso, acceccandole un occhio, ma non ci fece caso e con
le dita li portò dietro l'orecchio.
Lui la guardava con quelle profonde pozze nere come se stesse
ragionando su qualcosa, come se stesse pesando le parole da utilizzare.
Sakura non sapeva bene cosa aspettarsi e trattenne il fiato per un
tempo infinito, pronta ad incassare anche una martellata in pieno
stomaco ma pregando che non si trattasse di nulla che le avrebbe
spezzato il cuore.
- Non posso sapere con certezza cosa Sasuke ti dica su di me...- disse
scrutandola e quasi le sembrava che parlasse a rilento, come se fosse
faticoso per lui pronunciare quelle parole - Ma qualsiasi
cosa
sia, non lasciarti mai convincere ad odiarmi... Per favore.-
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