Februus
Non dormivo qui da tanto che,
alzando le lenzuola,
l’estate passata è volata via
con le sue falene mezze morte.
Mamma, tieni questa mano gelata
e raccontami dei nonni e di tutte le fiabe
che non ho mai conosciuto;
dimmi che i musicanti di Natale suonano
anche per gli orsi e le volpi della montagna
e che le nuvole scendono come nebbia,
ammalandosi di nostalgia,
per portare le comete fluorescenti
nelle grotte dei letarghi.
Non puoi vederlo e ti chiedi
se sia la crescita o cattiveria;
ma ho ancora il cuore d’oro
che mi regalasti appena nata,
è solo che a volte, seduta a pensare,
la chiave torna su in gola
e mi viene da tossire.
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