Osservo
lo
specchio.
C’è
un volto
pallido, emaciato e stanco, racchiuso tra i contorni scrostati di quel
pezzo di
vetro crepato in più parti. Un volto con occhi sporgenti,
circondato da
occhiaie nere come la pece. I suoi occhi hanno uno sguardo spaventato e
spavaldo, terrorizzato e terrorizzante, seminascosto dai capelli che
ricadono
scomposti sulle spalle, tagliati in ciocche diseguali.
Quel
viso mi
fissa.
È
tutto il
giorno che mi sta fissando.
E
fra
l’altro mi copia i movimenti! Se io alzo un braccio, lo fa
anche lei. Se io
apro la bocca, lei mi fa la linguaccia. Mi prende in giro, mi vuole
fare il
verso!
Ma
non sono
io, lo so.
Di
questo
sono certa.
Non
sono
sicuramente quella povera disgraziata dagli occhi neri come una notte
senza
luna, con lo sguardo perso nei suoi pensieri stravaganti frenati dai
farmaci.
No, ovvio che no!
Io
ho un
bellissimo viso, ho i capelli biondi e gli occhi azzurri...mia madre
era la
regina della Scandinavia, la terra del ghiaccio, e mio padre era
l’Imperatore
di tutta la Cina. Erano fieri della mia bellezza, mi volevano tanto
bene:
avevano persino promesso che mi avrebbero regalato una carrozza di
cristallo
per il mio compleanno; una carrozza magica, per andare sulla luna e per
osservare le stelle dall’alto.
Io
sono una
principessa, il mio vestito è di tulle rosa, non
è certo quel cencio bianco con
le maniche troppo lunghe di quella tizia al di là dello
specchio.
Tutti
si
sono innamorati dei miei capelli color dell’oro e della mia
pelle bianca come
un giglio della neve, tutti i principi mi hanno portato dei doni,
perché
volevano che fossi la loro sposa.
Ma
io ho
giurato amore ad uno soltanto.
Sì,
solo a
lui. Ma lui non è un principe.
E
mio padre
si arrabbia sempre per questo.
Però
io sono
innamorata di lui e non posso farci niente...lui è il figlio
di un contadino,
di basso rango e neppure tanto bello. Però quando eravamo
bambini lui era
l’unico a giocare con me, mentre tutti gli altri scappavano
via urlando “Pazza,
pazza!” e facendomi le boccacce.
Erano
gelosi,
lo so.
Erano
gelosi
perché io sono una principessa e sono più bella
di loro.
Però
ero
triste lo stesso, perché avrei voluto giocare a palla
insieme a loro invece di
farmi le corone di fiori in attesa che mio padre scegliesse il principe
che
sarebbe diventato mio marito.
E
lui era lì
con me.
Mi
raccontava favole bellissime di fate, di spiritelli degli alberi e di
unicorni
color indaco. La sua voce era dolce e non smetteva mai di parlare. E io
credevo
a tutto ciò che mi diceva, perché se lo diceva
lui era vero. Non mi avrebbe mai
mentito, perché mi voleva davvero bene, me lo ripeteva
sempre.
Una
volta mi
ha raccontato che nel bosco vicino alla nostra casa c’era un
folletto che
esaudiva tutti i desideri, in cambio di una ciocca di capelli di una
principessa.
Mi disse che lui si mostrava solo in pieno inverno, quando ogni cosa
è coperta
dalla neve e che solo le persone buone lo potevano vedere.
Io
ci andai,
perché sono una principessa e sono buona. Volevo chiedere al
folletto di farmi
volare sopra il cielo, perché desideravo vedere
dall’alto i bambini giocare e
fargli ciao-ciao con la mano.
Lui
disse
che mi avrebbe aspettato fuori, perché non poteva entrare,
era solo il figlio
di un contadino.
E
io andai
nel bosco con la neve che copriva tutto.
C’era
bianco
e freddo e io avevo solo una sottoveste rosa, perché il
folletto non avrebbe
riconosciuto una principessa se non l’avesse vista con il suo
vestito da festa.
Però
il
folletto non l’ho potuto incontrare.
Svenni,
non
so perché, forse il freddo, forse la paura di essere sola in
tutto quel bianco.
E
mi
ritrovai qui.
Non
so che
posto sia questo.
Anche
qui è
tutto bianco e ci sono persone che fanno cose strane: urlano, parlano
da sole,
scalciano e mi tirano gli schiaffi senza motivo.
Non
mi piace
qui, mi hanno tolto il vestito rosa da principessa e mi hanno messo una
camicia
bianca pure quella, troppo grande di maniche e stretta in vita.
Devo
tornare
al bosco, devo tornare dal mio amore...sono sicura che mi sta
aspettando, sarà
preoccupato, avrà freddo in mezzo alla neve.
Anche
se
dalla mia finestra vedo i ciliegi in fiore, io so che lui è
ancora là nel bosco
tutto bianco che mi aspetta. Devo scappare, ma non so come.
E
poi c’è
quella antipatica che mi copia sempre dallo specchio.
Ecco,
lo fa
ancora!
Alzo
il braccio
e lo fa anche lei. Apro la bocca e lei mi fa la linguaccia.
Mi
prende in
giro, mi vuole fare il verso!
Ma
non sono
io, lo so.
Di
questo
sono certa.
Io
sono una
bellissima principessa, dai capelli color dell’oro e gli
occhi azzurri come il
cielo la mattina...
|