Finalmente amici

di Sputnik from outer space
(/viewuser.php?uid=790836)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Finalmente amici.
Erano tanti, tanti anni che desideravo avere compagnia, ma mamma era sempre così protettiva.
Mamma si era distratta un momento, quindi riuscii a scappare dal suo controllo e ad infilarmi in una pizzeria, Fazbinar qualcosa, non riesco a ricordare bene...
Lì conobbi quattro ragazzi: Freddy, un ragazzo carismatico e spiritoso, Stephen, un bambino dall'aria smunta e particolarmente diffidente, reputato da tutti un grande asociale, anche se io lo trovavo simpatico, Thomas e Valentine, una ragazza meravigliosa dai capelli biondi e occhi azzurri.
Probabilmente me ne ero innamorato, ma ora come ora credo che non abbia più importanza.
Nulla ha più importanza.
Ci siamo divertiti molto insieme; giocavamo, scherzavamo, ridevamo, sempre sotto le note delle canzoni degli animatronics.
Ad un certo punto vidi un orso di un colore giallo acceso, più precisamente dorato. Incuriosito mi avvicinai a lui, egli continuava a camminare imperterrito per il corridoio. Dopo poco mi accorsi di essermi allontanato troppo dalla sala principale.
"Fa niente, tanto poi ritorno, il percorso non è tanto difficile", pensai.
L'orso si fermò improvvisamente, doveva essersi accorto della mia presenza. Voltò la testa e finalmente riuscii a vederlo più chiaramente, sembrava quasi che sorridesse, ma io non ricambiavo, lo trovavo un po' inquietante.
Mi si avvicinò veloce, si accovacciò per arrivare all'altezza del mio orecchio e mi sussurrò poche ma coincise parole: << Hey, bambino, ho organizzato un piccolo party, il problema è che nessuno viene! Potresti portare qualcuno tu? C'è anche una torta!>>. Bastò solamente la parola "torta" per farmi emozionare. Corsi immediatamente dai miei amici e li convinsi a seguirmi. Li portai dal'orso e lui mi ringraziò, con un'aria allegra. Cominciò a ridere in modo sguaiato, spaventoso, folle.
Inquieto, indietreggiai fino a sbattere contro la porta.
Era chiusa.
Il panico si impadronì di me e dei miei amici, battevamo contro la porta disperatamente, senza alcun risultato. L'orso si tolse la maschera ed il costume, rivelando il suo vero aspetto.
Lo riconobbi! Era l'uomo in divisa all'ingresso della pizzeria!
Rideva ancora e si avvicinava, si avvicinava troppo.
Estrasse un lungo coltello da cucina dalla divisa e si avventò su Thomas, trafiggendolo e colpendolo più e più volte, con un'orrenda furia omicida. Infine il mio amico si affosciò a terra morto. Il guardiano pulì la lama con attenzione e tornò a sorriderci. Chiese con tranquillità: << Avanti, chi è il prossimo? Non siate timidi!>>.
A quel punto non capii più nulla. Lo scartai, corsi via, seguito a ruota dagli altri.
Corsi, corsi, corsi e ancora corsi.
Piangevo, urlavo.
Avevo paura.
Tanta paura.
Avanzavo, e sentivo e urla dei miei amici, che cadevano uno ad uno.
Mi mise all'angolo, arrancò nella mia direzione, alzò il coltello e mi disse: << Non dovevi farmi arrabbiare, piccolo stronzetto, dovevi arrenderti subito! Non mi piacciono i bambini cattivi. Direi che è arrivato il momento di metterti in punizione!>>. Detto questo si gettò su di me.
Liberò tutta la sua ferocia sul mio corpo: mi cavò gli occhi, mi tagliò due arti, massacrò il mio torace.
Fatto questo si sedette e sospirò, esaurito.
Passata una mezz'ora si rialzò, raccolse i nostri corpi e li accatastò a parte, buttò i pezzetti che erano stati tagliati via, poi, con un lungo e faticoso lavoro, ci insaccò dentro agli animatronics e ci buttò nel magazzino. Io venni messo dentro ad una copia del suo costume, l'orso dorato.
Rimanemmo a lungo là sotto. Marcimmo. Un giorno però una creatura ci fece un dono. Un dono meraviglioso. Una vita parziale, dentro a quei costumi robotici. Ma non era quello il vero dono. Il vero dono era la vendetta. Potevamo finalmente uccidere quell'uomo, quell'uomo che ci privò dell'affetto dei nostri cari, ma non della nostra amicizia.
Siamo di nuovo tutti insieme.
Io non li posso vedere senza occhi, non posso vedere ciò che fanno.
Mi hanno detto appena ieri di sapere come si chiama il nostro assassino: Mike Schmidt.
Non sono veramente sicuro che sia lui, anche perché i miei amici nel tempo hanno sviluppato qualcosa di... Sadico.
Nah, non può essere che la verità.
Li aiuterò.
Andrò ad uccidere Mike.
Per me.
Per i miei amici.
Già.
Per i miei amici.
...



Finalmente amici.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3065141