La storia di Reghina

di kamy
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Cap.1 La principessa degli Tsufuru

 

Reghina sporse le labbra e gonfiò le guance guardando lo specchio.

La madre si chinò, i lunghi capelli blu notte sfiorarono terra.

“Sta ferma” ordinò. Le agganciò il mantello rosa sulla battle suit, prese tra le candide mani sottili le spalline dorate e le sistemò sul mantello.

“Suvvia, fiorellino. Una nobile alla tua età dovrebbe comportarsi bene” la rimproverò. Reghina dimenò la coda blu notte lunga tre volte lei, spostò il peso da un piede all'altro facendo cigolare le suole degli stivaletti rosa.

“Non mi piace il rosa” si lamentò.

La madre le sistemò il ciuffo di capelli neri dietro l'orecchio, le passò nuovamente le mani sul mantello.

“A tre anni una vera saiyan purosangue si veste come di dovere. Grazie agli Dèi polpi, non siamo come quei volgari scimmioni”.

Reghina avvolse per tre volte la coda attorno alla vita, scosse il capo facendo arruffare i capelli mossi.

“Ma perché devo vestirmi?” domandò con tono lamentoso.

La donna sospirò con forza socchiudendo le labbra rosse, le passò le mani candide tra i capelli sistemandoli dietro le orecchie della bambina e sorrise.

“Quei buzzurri hanno offerto il loro principe degli schiavi come segno di tregua. Tu lo sposerai, ed io controllerò i saiyan”. Le prese la mano coperta dal guanto, la condusse lungo il corridoio e Reghina sbuffò con forza.

Ma perché rosa?” domandò, con tono alto. Sentì ridacchiare, alzò il capo vedendo le spalle robuste di un saiyan in ginocchio.

Il saiyan sorrise, si abbassò maggiormente chinando il capo, l'unico ciuffo nero di capelli oscillò.

“Io sono Napa, principessina. Ti porterò a palazzo”.

Reghina lasciò la mano della madre, corse fino all'uomo e avvolse la coda attorno al suo braccio. Fece leva, saltò e atterrò sulla sua testa.

La madre della bambina scosse il capo, sospirò, socchiudendo le iridi scure.

“Almeno avremmo dovuto essere adeguatamente scortate” si lamentò.

Napa strinse la bambina con una mano, si piegò maggiormente verso il basso. “Non le succederà niente, mia signora” sussurrò, rauco.

La donna strinse le labbra rosse, scosse una mano in aria.

“Me lo auguro. È la mia unica figlia”.

Napa annuì, si voltò e spiccò il volo in direzione del castello.





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