Dilemma del viaggiatore

di Old Rick
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“Cosa c’è?”.
Elizabeth mi guarda con fare strano, poi mi mostra i treni arrivare uno dietro l’altro, come in una sequenza, lineare e costante. Ci vogliono un paio di minuti per capire che le luci della stazione non sono rotte, ma spente, e fuori è buio, quasi la mezzanotte passata…
“Transitano ancora treni a quest’ora della notte?”. Voglio domandarlo alla ragazza, ma senza saperlo si è già allontanata da me chissà dove, e nel profondo dei miei pensieri non ho voglia di cercarla. La stazione è inquietante, gente che fissa il vuoto, nessun personale dietro lo sportello della biglietteria e un gran silenzio incalza nell’aria. Non una parola in questa stazione fantasma; anche la mia mente non riesce più a sopportare questa dannata tranquillità, così chiedo all’anziana di turno l'orario del prossimo treno, ma lei non risponde. Nulla, neanche un sibilo esce dalla sua bocca. “E’ viva?”. Analizzo il suo sguardo fisso sui binari, poi riprovo a iniziare una conversazione, ma nuovamente risponde il silenzio. Penso al nulla e ad un tratto il pensiero si sposta su Elizabeth, sembra scomparsa. L’unica “viva” in questa stazione “morta”.  “Dove diavolo ti sei cacciata?” L’orologio segna ancora la mezzanotte, e un altro treno arriva senza causar gran sgomento; apre le porte, aspetta un altro paio di minuti e poi nel buio della galleria scompare senza fragore…
“Che succede a questa stazione?”.
Cammino avanti e in dietro, a destra e a sinistra, osservo i manifesti dei prossimi luna-park in città, anche quest’ultimi sembrano grigi e tetri nell’offrire il loro divertimento! D’improvviso un altro treno rientra nella corsia dei binari, ripete la sequenza lineare e costante e aspetta i suoi soliti minuti; decido di prenderlo senza pensarci, ormai sono stanco di attendere ancora! Le luci sono troppo accecanti, un senso di vomito e un leggero mal di testa avvolge il mio corpo. Mi sento prigioniero; solo una zanzara volteggia dinamica tra le luci della vita…




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