A
Present.
Grimmauld
Place era un disastro.
Completamente
piena di polvere, abitata da inquilini magici indesiderati.
Sirius,
quando l’aveva vista dopo anni di prigionia, disperato
all’idea di dover pulire
quel porcile, si era infilato le mani nei capelli.
Pessima
idea, visto che le dita erano rimaste incastrate tra i riccioli ribelli
e
trascurati.
L’unico
elfo domestico della casa l’aveva guardato in cagnesco, per
poi insultarlo
subito dopo.
Diretta
conseguenza di tutto il trambusto che si era venuto a creare, era stato
che la
dolce e amorevole mamma Black si era svegliata dal suo sonno, un sonno
che
durava oramai da lungo tempo, per iniziare a rendere la vita del figlio
un
inferno.
Ora,
a distanza di un anno dal ritorno di Sirius Black, a casa sua nulla era
mutato.
Non
si poteva certo pretendere che un uomo, per di più scapolo,
fosse dedito ai
lavori domestici.
Figuriamoci,
poi, un Black, abituato ad essere servito o, in alternativa, a vivere
come un
cane, nel senso più letterale del termine.
L’uomo
si passò una mano sul volto.
Gli
occhi dello stesso colore del ghiaccio guizzarono per la stanza,
scrutandone
ogni particolare, alla ricerca disperata di una soluzione.
La
soffitta di quella casa assomigliava vagamente a un magazzino,
disdicevole
imprevisto, giacché Molly Weasley voleva che tutte le stanze
della casa fossero
pulite e ordinate.
-
Fai sparire tutto ‘sto ciarpame, Sirius – gli aveva
detto.
Che
poi, diamine, nemmeno fosse stata casa sua.
Diciamocelo,
la signora Weasley, come tutti i membri della sua famiglia, non sapeva
proprio
cosa volesse dire farsi un padellino di cazzi propri.
Si
appoggiò allo stipite della porta, cercando di decidere da
che parte iniziare.
Poteva
fare evanescere tutto, però, nel caso ci fosse stato
qualcosa di importante,
qualche ricordo, sarebbe andato perduto.
Roteò
gli occhi al cielo e si fece coraggio, da qualche parte doveva pur
iniziare.
Si
rimboccò le maniche e si sedette a terra di fronte a un
baule di legno scuro.
Quando
lo aprì, si sollevò una nube di polvere bianca
che andò a depositarsi sui suoi
vestiti già vecchi.
All’interno,
alcuni grossi libri di qualche secolo prima facevano la loro misera
figura,
rosi dalle tarme e logorati dal tempo. Chissà, magari
Hermione li avrebbe
apprezzati, anzi, li avrebbe sicuramente apprezzati visto che avevano
le
pagine, erano fatti di carta e avevano l’aria di essere
noiosi quanto una
lezione di Piton.
Sirius
perse quasi subito interesse, il suo sguardo annoiato si
posò su alcune vecchie
pozioni, che chissà chi aveva preparato e lasciato
lì. Magari Harry avrebbe
potuto avvelenarci Malfoy con una di quelle, ma dubitava che il suo
scrupoloso
figlioccio potesse fare una cosa simile.
Si
lasciò cadere all’indietro sul pavimento.
Chiuse
gli occhi per un secondo, quando li riaprì, invece di vedere
le travi di legno
scuro che attraversavano il soffitto, si trovò di fronte al
vecchio muso di
quella palla al piede di elfo domestico che si ritrovava.
-
Oh, cielo! – borbottò rimettendosi stancamente a
sedere – Che cavolo vuoi,
Kreacher? –
-
Il padrone non deve buttare via nulla, questo è il tesoro
della nobile famiglia
Black. Il padroncino, traditore del suo sangue, non deve dare ascolto
alla
vecchiaccia coi capelli rossi! Weasley, tutti traditori, traditori,
babbanofili! Ah se la povera signora Black vedesse questa casa adesso!
–
Sirius
roteò gli occhi al cielo.
Lo
uccideva. Adesso lo uccideva.
In
fondo, se la prozia Elladora poteva tagliare le teste agli elfi oramai
troppo vecchi
per appenderle in salotto, avrebbe potuto farlo anche lui,
chissà se avrebbe
continuato a propinargli quelle sparate sul sangue Black anche da morto.
Ghignò
guardandolo storto.
Kreacher
evidentemente se ne accorse, perché, dopo avere sputato per
terra, sparì
borbottando.
L’uomo
scoppiò a ridere, una risata che sembrava più il
latrato di un cane che altro e
che attirò, come il miele attira le mosche, i due gemelli
Weasley.
Fred
e George apparvero all’improvviso sulla soglia della stanza,
diedero una rapida
occhiata a tutto il ciarpame accumulato e decisero che frugare nella
soffitta
cadente dei Black era più interessante che staccare Doxy da
tende puzzolenti.
-
Che ci fate qui voi due? Se Molly si accorge che non state pulendo le
tende poi
se la prende con me –
-
Tranquillo Sirius – esclamò Fred [che
però forse era George] – Siamo qui per
aiutarti! –
-
Esattamente! – continuò George [che
però poteva benissimo essere Fred] –
Metteremo a soqquadro l’intera soffitta! Cioè, in
ordine. Volevo dire in
ordine. –
Black
alzò le spalle, per lui, quella roba, potevano anche
bruciarla tutta.
-
Guarda, guarda! – Fred lo tirò per la manica.
-
Che c’è Fred? –
-
Ehi! Io sono George! – replicò il rosso.
Ok,
aveva sbagliato di nuovo, ma quei due erano uguali.
-
Che c’è George? –
-
Cos’è questo? – chiese il ragazzo
sventolandogli sotto il naso un pacco di
fogli.
-
Sì, dicci cos’è! – fece eco
Fred.
Sirius
prese i fogli ingialliti e logorati dal tempo, osservandoli come
fossero stati
carta igienica.
Li
sfoglio, intossicandosi con l’odore di muffa che emanavano,
quindi roteò gli
occhi.
-
E’ il progetto di legge per la caccia ai babbani della prozia
Araminta. –
-
Figo!- esclamarono i gemelli strappandoglielo di mano.
Iniziarono
a leggerlo con aria divertita.
Era
una di quelle cose per cui dovevi per forza ridere oppure disgustarti
fino alla
nausea.
I
gemelli si misero a leggere ad alta voce.
-
Essendo i babbani una razza inferiore, non dedita all’uso
della magia, possono
essere tranquillamente considerati alla pari degli altri
animali… –
-
Qualcuno l’ha detto a Hermione che fa parte di una razza
inferiore? – chiese
George, fermandosi un attimo.
-
Io ancora non ho voglia di finire schiantato –
borbottò Black – E poi la prozia
Araminta era pazza, come gran parte dei Black. I suoi genitori erano
cugini di
primo grado e, si sa, sposandosi tra parenti non è che i
geni ne beneficino
troppo. –
-
Si vede – ridacchiò Fred.
-
Per tutti voi che amate la caccia, non avete mai pensato quanto, alla
lunga, la
caccia alla volpe, ai vampiri, ai draghi possa diventare noiosa?
– continuò suo
fratello – Aspetta, ma la caccia ai draghi è
illegale! –
-
Sì, ma non si curava troppo di queste cose la cara zietta
–
George
continuò.
-
I babbani, al contrario dei semplici animali, sono dotati di
un’intelligenza
ridotta, di conseguenza inseguirli sarà più
divertente poiché scapperanno nascondendosi
e aumentando il divertimento della caccia – alzò
gli occhi dalle pergamene – Ma
era psicopatica! –
- Senti perché
non lo bruci? Più avanti
asserisce anche che i babbani sono un pericolo per la
società perché si
riproducono come i conigli e abbatterli non può che impedire
il
sovrappopolamento terrestre. E più avanti ancora sostiene
che la caccia ai
mezzosangue darebbe frutti anche migliori, perché i maghi
dal sangue sporco, in
realtà, non sono veri maghi, ma il loro scopo è
sovvertire l’ordine magico. –
sbottò Sirius apprestandosi ad aprire un armadio chiuso.
E avrebbe fatto meglio a
lasciarlo chiuso
poiché, quando lo aprì, gli caddero addosso un
bel po’ di animali impagliati.
-
Cristo Santo! – esclamò, facendo un salto indietro
– Che schifo! –
Fred
e George, ovviamente non erano dello stesso parere, visto che presero
due
ratti, uno scoiattolo e un gatto per andare a metterli nelle varie
stanze della
casa, all’unico scopo di schifare i poveracci che ci si
fossero imbattuti.
Sirius
alzò gli occhi al cielo.
Aveva
deciso.
Di
quella roba non voleva nulla, non gli serviva niente.
-
Evanesco –
borbottò prima di uscire.
E
onestamente non gli importava un emerito piffero di dove sarebbero
finite tutte
quelle cianfrusaglie.
Quando
scese in salotto, trovò Ronald che discuteva animatamente
con i suoi fratelli.
-
No, io non voglio averci nulla a che fare! –
-
Andiamo Ronnino -
-
Sì, Ronnino, aiutaci! –
-
Fred, George, andate al diavolo! Non ci penso neanche; come minimo,
Hermione mi
uccide – borbottò il rosso torcendosi le mani.
-
Ma figurati se ti uccide – esclamò Fred.
-
Già, se non lo ha fatto al ballo del ceppo…
–
-
Né durante questi quattro anni… –
-
Perché dovrebbe farlo adesso? – concluse
brillantemente George.
-
Ehi, che state progettando voi tre?- chiese, avvicinandosi con un
sopracciglio
alzato.
Ronald
alzò le mani in segno di resa.
-
Io nulla - esclamò
– Anzi, qualunque
cosa succeda io non c’entro niente! –
-
Taci, Ron – lo rimbeccò Fred.
-
Già. Taci Ron – seguì George, poi
girandosi verso Sirius assunse la faccia più
seria possibile – Stiamo preparando un regalo per Hermione
–
-
Già, ma Ronald non vuole collaborare –
continuò Fred. – Dice che si arrabbierà
di sicuro –
-
Voi siete pazzi! Pazzi! Vi schianterà al muro! –
li interruppe il minore – Non
voglio avere nulla a che fare con voi, anzi me ne vado! –
Sirius
andò a sedersi sulla sua poltrona.
A
dire la verità non gliene fregava nulla di quella faccenda.
I
ragazzi erano abbastanza grandi per risolversi le loro beghe da soli.
Inoltre,
tra poco sarebbe arrivata Hermione e il giorno successivo Harry,
avrebbe
sentito litigate in quantità, non aveva voglia di iniziare
subito.
Peccato
che i gemelli non sembrassero dello stesso avviso e, quel giorno,
sembravano
particolarmente intenzionati a rovinargli il pomeriggio.
-
Sirius, dobbiamo ringraziarti – aveva ripreso uno dei due,
anche se non avrebbe
saputo dire esattamente chi fosse.
-
Già, senza di te no avremmo mai trovato quel meraviglioso
regalo –
L’uomo
si schifò, non pensavano mica di…
-
Ragazzi che schifo, non vorrete mica regalarle un animale imbalsamato!
Sono
schifosi, mia nonna li imbalsamava con altri animali e poi li usava
come
soprammobili. –
-
Interessante – decise George [che forse era Fred] –
Ma abbiamo deciso di tenere
gli animali morti per Natale –
-
O per Halloween - proseguì il fratello – Pensa che
bello scartare un regalo e
trovarsi davanti gli occhioni morti di uno scoiattolo defunto!
–
-
Disgustoso – dichiarò George.
-
Esatto! Invece, a Hermione abbiamo deciso di regalare questo
– esclamò Fred [Se
era lui], sventolandogli sotto il naso i fogli ingialliti che avevano
letto
prima.
Sirius
esplose in un latrato di un cane, tirando poderose pacche al bracciolo
della
poltrona.
Quando
dopo parecchi minuti si ricompose, alzò gli occhi, che
ancora lacrimavano, sui
due gemelli.
-
Oddio, non pensavo voleste morire così giovani –
I
due scossero la testa.
-
La nostra è una tattica –
-
Già una tattica! – concordò Fred, per
poi girarsi verso il fratello – Una
tattica? –
-
Sì, ci sto lavorando, ma mi verrà in mente
qualcosa prima che lei arrivi –
Sirius
ridacchiò ancora, quindi agitò la bacchetta per
versarsi un bicchierino di
FireWhisky.
-
Paddy non dovresti bere a quest’ora! – disse una
voce familiare.
-
Remus, già qui? Questa casa sembra un mercato –
borbottò Black.
-
Andiamo, un po’ di pazienza –
-
Io sono un Black! I Black non sono pazienti, sono…
–
-
Pazzi? – domandò Remus.
-
Solitari?- fece eco Fred.
-
Nevrotici? – concluse George.
-
Oh, andatevene al diavolo – borbottò Sirius,
riempiendosi nuovamente il
bicchiere.
In
quel momento il campanello trillò.
Possibile
che tutti si ostinassero a suonare quel dannato aggeggio infernale?
Sua
madre incominciò a urlare, insultando mezzosangue, babbani e
tutta la sua
disgraziata progenie, o meglio, quella che era sopravvissuta.
La
suddetta progenie, che altri non era che il povero Sirius,
andò ad aprire la
porta, trovandosi davanti Hermione.
-
Dovevi per forza suonare? – borbottò
più seccato che mai.
La
giovane lo fissò stranita.
-
Come pretendevi che facessi scusa? Dovevo scassinare la porta?
–
-
Qualsiasi cosa tranne che svegliare quella là! –
replicò, cercando di chiudere
le tende sul quadro di sua madre – E stai zitta tu!
–
-
Come osi zittire tua madre! Figlio degenere! Disonore dei Black,
traditore del
sangue! Sia maledetta tutta la tua progenie! Come hai osato portare i
mezzosangue e i sangue sporco qui, nella nobile e antichissima casa dei
Black!
–
Finalmente
riuscì a chiudere quella stramaledetta tenda.
-
Insomma, dovevi proprio svegliarla? –
-
E io come facevo a sapere che tenevi il quadro di una psicopatica
nell’ingresso? – domandò perplessa la
ragazza.
-
Lascia perdere, non ho ancora trovato un modo per toglierlo. Vieni.
– disse,
facendole strada verso il salotto.
Quando
Fred e George la videro si scambiarono un sorrisino complice.
-
Buongiorno a tutti. Ciao Fred, ciao George, salve professore
– disse la
grifoncina – Dov’è Ron? –
-
Oh, Ronnino è andato di sopra, vedrai che
arriverà – replicò uno dei gemelli.
Gli
era appena venuta un’idea geniale.
-
Hermione – iniziò George – Ronald ha
detto di avere un regalo per te –
-
Già, uno stupendo regalo per te – fece eco Fred,
che aveva capito al volo
l’idea del fratello.
La
ragazza li guardò perplessa.
Ronald
non le faceva mai regali, era già tanto se si ricordasse di
Natale e del suo
compleanno.
Aveva
la stessa delicatezza di un cucchiaino da caffè, non le
avrebbe regalato nulla
nemmeno se fosse stata la sua ragazza.
-
Ma davvero? – chiese con un sottile velo di ironia nella voce.
Velo
che i gemelli non furono così pronti a cogliere.
-
Ma certo! Guarda qua! – esclamò George.
-
Uno stupendissimo, polverosissimo, noiosissimo libro! –
finì Fred porgendole un
tomo impolverato non poi così alto.
Sirius
spalancò gli occhi.
Quei
cretini avevano messo attorno al disegno di legge trovato in soffitta
una
vecchia copertina di chissà quale libro.
-
Oh, un libro! Grazie! – Hermione sorrise, aprendo il volume.
Aveva
un buon odore, sapeva di vecchio e di carta, le pagine ingiallite
avevano
un’aria vissuta.
Le
piacevano i libri così.
“Nuovo
disegno di legge, presentato da Araminta Black”
-
Araminta Black? Sirius era una tua parente? –
domandò prima di sprofondare in
poltrona.
L’uomo
borbottò qualcosa di incomprensibile, quindi, dopo avere
lanciato un’occhiata
eloquente a Remus, lo trascinò fuori dalla stanza.
-
Non l’avevi bruciato? –
-
Evidentemente no -
I
due si chiusero in cucine, dove Molly Weasley li aspettava con il
mestolo in
mano.
-
Voi due che diamine ci fate qui? – chiese.
-
Nulla – rispose Remus tranquillo – Siamo venuti a
dare una mano –
Come
no, forse
tu.
Pensò
Sirius ridacchiando da solo, sintomo di non grande stabilità
mentale.
Ma
parliamo sempre di un uomo rimasto rinchiuso per anni a marcire in
prigione.
Erano
passati solo pochi minuti quando esplose la bomba.
-
Voi siete gli essere più stupidi, trogloditi, maleducati,
insensibili, burini,
ignoranti, maleducati… -
-
Questo lo hai già detto – asserì George
evitando un bicchiere.
-
Bastardi – borbottò Hermione seccata.
Quindi
entrò in cucina sotto lo sguardo allibito di mamma Weasley.
Sirius
si soffocò nel caffè cercando di nascondere il
sorriso.
-
Non una parola – sibilò velenosa.
-
Per fortuna che avevi una tattica – borbottò
George massaggiandosi l’occhio
destro, diventato pericolosamente violaceo.
-
E di chi è stata l’idea del regalo? –
Fred accusò il fratello massaggiandosi la
testa nel punto in cui Hermione gli aveva tirato il libro.
-
La prossima volta usiamo gli animali imbalsamati –
asserì il primo.
-
Assolutamente sì – concordò il secondo.
Note Autrice:
Non ci crederete probabilmente, io ancora non ci credo, ma questa fic
si è classificata terza al Lookin' for
Loneliness
contest indetto da Macrì sul forum Collection of Starlight.
Guardate che ammore il bannerino fatto da Macrì!
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