2 maggio 1998 – Lyall
Lupin
Il sole era ormai alto nel cielo
quando il gufo reale cominciò a picchiettare sul vetro della finestra
con il becco, in attesa che l’uomo sepolto tra le coperte gli venisse
ad aprire.
Finalmente Lyall socchiuse gli
occhi, rimanendo stupito quando realizzò che fosse molto più tardi
della norma.
Si alzò col sorriso sulle labbra
pensando alla giornata che lo attendeva e, dopo aver racimolato cinque
zellini dal salvadanaio sul comodino, andò ad aprire la finestra. Fece
entrare il familiare gufo dentro la stanza e questo si andò ad
appollaiare sul solito trespolo, come tutte le mattine. Non appena Lyall
ebbe preso la Gazzetta del Profeta e messo gli zellini nel borsellino
legato alla sua zampa, il gufo volò via.
Sapeva bene che da molti mesi
quel giornale era controllato da un Ministero sempre più
corrotto – la sera precedente erano arrivati perfino a sostenere che
Potter e i suoi amici avessero rapinato la Gringott, pur di screditarli
– ma non aveva mai disdetto l’abbonamento, convinto che fosse
essenziale tenere i nemici più stretti degli amici.
Inoltre, conosceva altre fonti per
attingere alla verità: il Cavillo era finalmente diventata una lettura
interessante, prima di finire asservito ai Mangiamorte, e
l’appuntamento con Radio Potter era diventato per lui irrinunciabile,
soprattutto da quando – con un colpo al cuore – aveva riconosciuto la
voce di suo figlio celarsi dietro allo pseudonimo di uno dei suoi
collaboratori fissi, Romulus.
C’era un altro inquietante motivo,
però, per cui non poteva evitare di sfogliare la Gazzetta mattina e
sera.
Nessun necrologio, infatti, era
accurato quanto i suoi, quando si trattava di oppositori al regime, e
Lyall aveva preso la malsana abitudine di cominciare proprio da quella
pagina le sue letture. Quelle pagine,
in giornate particolarmente difficili.
Questa volta, tuttavia, la sua
proverbiale curiosità ebbe la meglio e non perse un secondo di troppo
nello srotolare la Gazzetta e spiegarne la prima pagina, ansioso di
scoprire il perché di quell’insolito ritardo nella consegna.
Il suo cuore fu scaldato da una
prepotente esultanza e da un’immensa gioia, quando lesse il titolo che
giganteggiava in prima pagina.
Harry Potter sconfigge Voi-Sapete-Chi
Hogwarts lo
scenario dell’epica battaglia
Lyall lesse l’articolo firmato
Barnabas Cuff con avidità, provando un enorme moto d’orgoglio nello
scoprire come gli studenti, i professori e tanti altri maghi e creature
avessero preso parte alla battaglia campale che sarebbe rimasta per
sempre nella storia come la Battaglia
di Hogwarts. Il coraggio del Prescelto lo commosse e
non poté fare a meno di ricordare le parole che suo figlio aveva
pronunciato su di lui alla radio.
Il
Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto resta il simbolo di tutto ciò per cui
stiamo lottando: il trionfo del bene, il potere dell'innocenza, il
bisogno di continuare a resistere.
Per quanto incredibile potesse
sembrare, Harry Potter ce l’aveva
fatta per davvero.
La disperazione prese il posto
dell’esultanza con la rapidità con cui si estingue un fuoco immerso
nell’acqua, quando l’articolo finì e iniziarono i necrologi.
**
Lyall trasalì
quando sentì bussare violentemente alla sua porta.
Si precipitò ad
aprire con la bacchetta salda nella mano, ma questa rischiò di
sfuggirgli quando riconobbe il figlio nell’uomo dall’aria stanca, ma
incredibilmente felice, che sostava sul suo uscio.
Era più di un
anno che non si incontravano e si fissarono attoniti per una manciata
di secondi, prima che Lyall riuscisse a riprendersi.
“Che… che
incantesimo useresti per scacciare un Poltergeist?” domandò titubante,
ansioso di verificare l’identità dell’uomo.
“Waddiwasi” rispose Remus
con semplicità, prima di abbracciarlo con un enorme sorriso stampato
sulle labbra.
Quando il figlio gli
raccontò di essersi sposato, Lyall pensò che non si sarebbe mai potuto
sentire più felice.
Poi Remus gli disse
che da qualche ora aveva un nipote di nome Teddy e lui comprese che non
esisteva un limite alla felicità.
“Quando me lo
farai conoscere?” domandò commosso.
“Tra qualche
giorno sarà abbastanza grande da poterlo spostare con la
Materializzazione… Sarai il primo a conoscerlo dopo la nonna. E credo
sia giunta l’ora che ti presenti mia moglie.”
“Come si chiama?”
“Ninfadora
Tonks. Ti avviso, se non vuoi essere affatturato dovrai chiamarla
Tonks” gli suggerì Remus con un sorrisetto divertito.
“Non mi farò
certo spaventare da una fanciulla!”
“È un Auror”
commentò il figlio. “Ed è stata addestrata da Alastor Moody in persona.”
“Questi giorni
passeranno troppo lenti…” disse Lyall mestamente, all’improvviso
addolorato dal fatto di non averla mai vista e ansioso di conoscerla.
Remus fissò il
calendario appeso alla parete, poi con un colpo di bacchetta evidenziò
un giorno.
“Ti prometto che
il 2 maggio verremo a trovarti.”
Lyall depennò i
giorni che lo separavano da quella data con la stessa maniacale
attenzione con cui il piccolo Remus segnava l’avvicinarsi della Luna
Piena.
Il primo maggio
andò a dormire col sorriso stampato sulle labbra. D’altronde, suo
figlio manteneva sempre le promesse.
*********
NdA
Mi sono chiesta quanto
sapesse del matrimonio di Remus, del fatto che aspettasse un figlio e
soprattutto del fatto che fosse nato. Nonostante ne abbia scritto,
ancora non riesco a immaginare quale sia la vera risposta^^
Il flashback è ambientato
subito dopo (o prima? Fate voi!) della visita di Remus a Villa
Conchiglia.
Ah, una cosa la volevo
commentare, invece: detto in parole povere Lyall è un esperto di
spiriti “corporei” tipo Mollicci, Poltergeist e similari (fonte:
Pottermore. Se non l’avete già fatto correte a leggere la biografia di
Remus, è un gioiellino!), per questo ho immaginato Remus abbia appreso
da lui l’incantesimo con cui sparò una gomma da masticare in una narice
di Pix.
Alla prossima!
Isidar^^
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