Nell'ombra

di cherubina
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Anthony non era riuscito a dormire. Aveva rifiutato, deciso, il leggero sedativo che Miss Mary Jane avrebbe voluto somministrargli la sera prima così aveva passato una nottata tesa e angosciata.

Tra poco sarebbero venuti a prenderlo per portarlo in sala-operatoria e di Albert non c'era l'ombra.

Scoraggiato, il ragazzo si era lasciato ricadere sui cuscini, terrorizzato alla prospettiva di dover affrontare tuto da solo. Di dover subire l'anestesia senza aver prima, nemmeno, visto un viso familiare e rassicurante.

Sembrava un paradosso che proprio lui, il più amato tra e dagli Andrew, si trovasse da solo in un momento tanto cruciale.

Agli scalpicci sempre più vicini sobbalzò e ingoiò a vuoto: probabilmente si trattava dei barellieri.

Accolse con un sorriso sollevato la vista di suo zio. Albert si avvicinò al letto, si accertò con solerzia della salute di Anthony, poi assunse quell'atteggiamento del chi-va-là, aspettando il momento giusto per sganciare la bomba.

Anthony si accorse immediatamente che lo zio William stava sulle spine.

"Non sono venuto da solo!"

Ammise alla fine. Anthony corrucciò la fronte e poi sbuffò.

"Ti avevo detto che non voglio mio padre. E nemmeno la zia Elroy!"

Al cenno di negazione convinto di Albert, il ragazzo capì che non si trattava di loro ed ebbe un brivido.

Non fece in tempo ad accusare, a recriminare o a disapprovare: Candy era entrata nella stanza, restando incerta per qualche secondo.


Era una storia assurda e, per tutto il viaggio fino a Chicago, Candy si era chiesta se non fosse, all'improvviso, diventata la travagliata protagonista di un romanzo. Le verità che Albert gli aveva svelato, poco a poco, l'avevano travolta come un fiume in piena.

Quando erano arrivati nell'atrio dell'ospedale si sentiva tramortita e confusa. Le sembrava di vivere un sogno, un brutto incubo, indistinto e senza logica.

Non ci aveva creduto per davvero finché non aveva visto Anthony, smorto e malaticcio, in quel letto.

Le lacrime le avevano velato gli occhi mentre, vincendo ogni remora, aveva fatto quei due passi e si era avvicinata a lui prendendogli una mano. Il tradimento era stato dimenticato in un baleno.


"Perdonami!"

Era riuscito a smozzicare soltanto lui abbassando gli occhi tristi e privi di luce. Candy gli aveva fatto una carezza leggera e poi, dimentica delle bugie e del rancore che aveva portato in quei mesi senza un vero valido motivo, l'aveva stretto in un abbraccio rappacificatore.

Avevano tanto da chiarire, tanto da dirsi. Prima, però, c'era qualcosa di più incombente, di più urgente, da superare: i ragazzi ed Albert se ne resero conto appena entrarono nella stanza l'anestesista e i barellieri.

Anthony lanciò un'occhiata sconcertata a suo zio e a Candy. Fu, ancora una volta, la ragazza a farsi e a fargli coraggio.

"Vai e guarisci Anthony. Io ti aspetterò qui, non me ne vado!"





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