Ihihihihi

di Ombretta
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Caccaccia

Era un giovedì mattina  qualunque, e alla scuola superiore G. Carpacciolonti il sole splendeva fuori dalle finestre, invitando tutti gli alunni a buttarsi di sotto.
La professoressa entrò con la sua solita aria severa e si sedette alla cattedra, pronta per fare l'appello.
"Ascotti?"
"Si"rispose una voce impastata dal sonno.
"Baldetti?"
"Presente" rispose un rosso con aria di sufficenza.
"Brula?"
"No, no, no. Si dice brutta. Brutta. Aiutatemi a urlare brutta!"
Tutti si voltarono per capire chi fosse a parlare in falsetto.
All'ultimo banco videro una ragazza con indosso una tuta celeste simile a quelle per neonati, che le copriva anche i piedi. Infatti in quella parte era fra il grigio e il giallastro.
Aveva i capelli raccolti in un codino posto poco più in alto della fronte, che le dava un'aria da unicorno.
"Come ti permetti!" disse Giada Brula, incrociando le braccia sotto il petto.
La ragazza raccolse una gomma da terra e la lanciò, facendola cadere perfettamente al centro della scollatura del maglione di Giada.
Poi soffocò un risolino infantile.
"E tu chi saresti?" la prof. La scrutò da sotto gli occhiali spessi.
Lei emise un piccolo rutto, e poi rise ancora, muovendo il capo per far tintinnare la coda.
"Caccaccia" disse infine.
Tutti la stavano ancora osservando stupiti, in silenzio tombale.
Si udiva solo il brusio di una mosca appena entrata nell' aula.
Le narici di Caccaccia si dilatarono non appena ne fiutarono l'odore.
Balzò in piedi per acchiappare l'insetto e dimenò le mani e i piedi . Poi lo seguì correndo, e  riecheggiò la sua voce:
"Aaah! La cacca è l'oppio dei popoli"
La leggenda narra che ogni giovedì mattina nessuno dovrà attraversare i corridoi, altrimenti lo spirito di Caccaccia tornerà, accopagnato da uno sciame di mosche.




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