All I
want for Christmas is you
Se c'era una cosa che in quel momento, le
cinque di pomeriggio di un nevoso 23 dicembre, odiavo, era il fatto che
sarei
dovuta uscire con mia cugina Dominique per un ultimo giro alla ricerca
dei
regali.
Motivo numero uno:
faceva un freddo
dannato.
La neve scendeva in grandi fiocchi umidi e imbiancava i tetti della
case e dei
negozi, e non avrebbe risparmiato certo la mia testa. Mi si sarebbe
congelato
il cervello.
Motivo numero due: vi
tocca credermi sulla
parola, e fidatevi se vi dico che è molto meglio
così, quando
affermo che fare shopping con Dom è
una cosa da pazzi. Cerco sempre di indirizzarla verso negozietti
isolati o
centri commerciali di piccole dimensioni, dato che... Datele un
mercatino,
qualche cianfrusaglia, un commesso a cui far passare un brutto quarto
d'ora e
la vedrete fare i salti di gioia. Provate a immaginarvi quanti
sarebbero gli
scaffali di fronte ai quali mia cugina si soffermerebbe a toccare tutto
per poi
non comprare nulla in un centro commerciale immenso!
Motivo numero tre, e
tristemente
più
importante degli altri, Scorpius Malfoy. Il mio regalo natalizio
impossibile,
quello che non sarebbe mai stato lasciato da Babbo Natale sotto il mio
sbrilluccicante albero rosso e dorato la notte del 24 dicembre.
La mia cotta ossessiva
per un Malfoy dai
capelli platinati e il corpo statuario(tutto ciò che avrei
dovuto odiare, in
teoria)era iniziata quando ero appena al secondo anno, e Scorpius al
quarto.
Non me ne chiedete il
motivo,
perchè vi
risponderei che non lo so. Non riuscivo a comprendermi, quando non
reagivo ai
suoi stupidi scherzetti da bambina, e non riesco a farlo nemmeno
adesso, quando
continua imperterrito a prendermi in giro e a stuzzicarmi e io lo fisso
spalancando la bocca come un'ebete per poi non emettere alcun suono.
E dire che di solito
ho una buona
parlantina!
Chiedetelo alla professoressa Mc Grannitt, oppure a mio fratello Albus,
oppure...
Ok! Sto andando fuori
tema. Datemi un minuto
per riprendere il filo del discorso, e continuerò a saziare
la vostra curiosità
sul mio splendido Natale.
Dicevamo, Dominique
voleva fare shopping a
tutti i costi. E io temevo per la sorte del mio cervello.
<< Lily,
dai, non ho ancora
comprato un
regalo per la mia amica Madeline, devo per forza regalarle
qualcosa, sai,
l'anno scorso mi ha regalato un profumo di Chanel, per il compleanno, e
per
Natale la sciarpa della Burberry e... >> Dominque
saltellava e
gesticolava facendomi impazzire nel disperato tentativo di seguire il
suo
discorso.
<< Okay,
okay. Andiamo a fare
shopping
>> acconsentii, esasperata.
Mi imbacuccai
infilandomi un cappotto che
mi
arrivava alle ginocchia(e la rimanente parte di gamba era protetta dai
miei
caldissimi stivali foderati di pelliccia) e due sciarpe di cachemire, e
calandomi sulla testa un patetico berrettino di lana made in
Molly.
<< Sono
pronta
>> annunciai,
risparmiando la vita alle povere unghie di Dominque. Se le stava
rosicchiando
da dieci minuti buoni, mentre mi aspettava sulla soglia della porta.
Ci incamminammo verso
la fermata
dell'autobus
più vicina, distante solo un centinaio di metri da casa mia.
Il bus sarebbe
arrivato a minuti.
Pensai a qualche
domanda da fare a
Dominique,
dato che altrimenti mi avrebbe chiesto qualcosa lei, e probabilmente
quel
qualcosa sarebbe stato imbarazzante. Sapete come si dice, la miglior
difesa è
l'attacco.
<<
Ehm... Cosa hai intenzione
di
regalare a Madeline? >> sparai, cercando di essere
interessata. Sembrava
una buona domanda, perfettamente calata nel contesto.
<< Non
saprei... Tu che sai
tutto, consigliami!
>> m'implorò mia cugina.
<<
Bè, io non la
conoscos... >>
tentai di rispondere, ma lei m'interruppe, iniziando a parlare a
raffica. Come
faceva sempre, e come speravo facesse.
<<
Madeline è
ricca, ha chiesto per
Natale un nuovo televisore 52 pollici a schermo piatto per camera sua,
un
diamante 18 carati da far montare su un anello che sua nonna le ha
lasciato in
eredità, un i-Pod da 120 giga... >>.
Smisi di ascoltarla
arrivata al quinto che
elemento che componeva la lunga lista dei regali di Natale di Madeline.
Un po'
viziata la ragazza, non trovate?
Babbo
Natale, io sono
così piccola, buona e
umile... Non ti ho chiesto di mandare la mia famiglia sul lastrico, ti
chiesto
solo Scorpius Malfoy, e non è molto, no? Suvvia, so che hai
una buona capacità
di persuasione...
La mia letterina
più o meno
sarebbe iniziata
così. Intelligentemente, ho pensato di non scriverla.
Insomma, come avrebbero
reagito i miei genitori?
Finalmente, l'autobus
arrivò.
Salimmo e
naturalmente non c'era un solo posto libero per sedersi. Il bus era
paragonabile a un carro bestiame. So che vorreste farvi quattro risate
mentre
io mi dilungo a descrivere quanto il mio equilibrio sia precario mentre
sto in
piedi aggrappandomi solo a una stupida manopola appesa al soffitto e
cadendo ogni
due minuti, ma salterò questa parte del racconto. Avete
già riso abbastanza per
il capello di nonna Molly.
Dopo quattro fermate,
una graziosa nonnetta
più imbacuccata di me si alzò in piedi e scese
dall'autobus. Dominique
continuava a parlare, e probabilmente le mie orecchie stavano fumando.
<< Dom,
vuoi andare tu a
sederti là?
>> domandai, sforzandomi di mantenere ferme le mie gambe.
Si stavano
muovendo verso il posto libero, per preservare il mio corpicino da un
ulteriore
livido provocato da una caduta.
<< Oh!
Si! >>
esclamò mia cugina,
saltellando leggiadra verso il punto da me indicato. Sospirai: era
così
aggraziata, così bella... Cosa avrebbe potuto desiderare di
più? Era il tipo di
ragazza che, se non fosse stata imparentata con un Weasley, sarebbe
piaciuta da
morire a Scorpius Malfoy.
Il viaggio fino al
piccolo centro
commerciale
proseguì senza complicazioni, a parte una mia caduta in
braccio a una
vecchietta(dotata anche di bastone, che fortuna!)e il fatto che
Dominique aveva
iniziato a parlare con una sfortunata ragazza che sedeva accanto a lei.
Avrebbe
parlato anche con un lampione.
<< Dom,
dobbiamo scendere!
>> le
urlai, mentre le porte si aprivano e mi catapultavo fuori, seguita da
mia
cugina.
<< Per
poco non perdevamo la
fermata
>> sospirò.
<< E
chissà per
colpa di chi >>
mormorai, senza che lei riuscisse ad udirmi. E non perchè
fosse troppo sorda o
troppo lontana da me per farlo, ma perchè aveva
già iniziato a saltellare verso
l'entrata del centro commerciale, facendomi strani cenni con le mani
per
invitarmi a seguirla.
Le obbedii, non avevo
per niente voglia che
si mettesse a strillare attirando l'attenzione di tutti.
Varcammo le grandi
porte a vetri
dell'edificio e finalmente sentii una ventata d'aria calda accarezzarmi
il
viso. Ebbi anche la pessima idea di specchiarmi in una vetrina,
constatando
quanto fosse orribile il mio aspetto. Sembravo un pagliaccio con un
enorme naso
rosso.
<< Dove
siamo dir...
>> domandai,
ma naturalmente non conclusi la frase.
Dominique mi
afferrò la mano e
mi costrinse
ad attraversare la grande navata centrare del centro commerciale a
corsa per
raggiungere un negozio che vendeva praticamente di tutto.
Evidentemente, seconda
la sua pericolosa e
perversa psicologia di semi-francese, era la soluzione ideale ai suoi
problemi.
Avevo una gran voglia di mettermi le mani nei capelli: quanto ci
avremmo messo,
per spulciare ogni scaffale di quell'immenso negozio?
Altrattanto
evidentemente, la mia faccia
aveva assunto un'espressione addolorata. Dominique
se ne accorse, e dopo
avermi squadrata da capo a piedi sorridendo, sospirò:
<< Non
ci metteremo molto
>>.
Ahah! Questa
sì che era una
bella battuta.
Forse non aveva ben chiaro il concetto di "molto".
Sbuffai ma la seguii
controvoglia.
Come avevo previsto,
ci fermammo un quarto
d'ora al primo scaffale, pieno di strane statuette raffiguranti la
natività,
dipinte con strani colori sgargianti che si addicevano poco al Natale.
Non ne
capii l'utilità, dato che Madeline aveva un presepe a
grandezza naturale, a
casa sua.
Continuammo a guardare
nei reparti natalizi
senza uno scopo preciso, fin che non convinsi Dominique che chiedere
consiglio
a un commesso sarebbe stato un atto saggio.
<< Mi
scusi, può
aiutarci? >>
domandò, fermando un ragazzo che non aveva più di
vent'anni. Il tesserino diceva
che si chiamava Simon C. , e scioccamente mi ritrovai a pensare che la
S di
Scorpius suonava molto meglio che quella di Simon.
Il commesso sorrise a
Dominque e le chiese
su
cosa preferisse orientare le ricerche. Non mi degnò nemmeno
di un'occhiata, ma
anche se l'avesse fatto... Che importanza avrebbe avuto?
Mia cugina
iniziò a sbattere le
ciglia
civettando e rispose che non aveva la minima idea di cosa regalare alla
sua
amica. Simon rimase imbambolato per un minuto e poi, senza sbuffare,
tornò a
sorridere e rivolgersi in tono gentile a Dom.
<< Non
si preoccupi,
signorina, qui
soddisfiamo ogni sua esigenza. Prego, mi segua... >>.
Dio, com'era irritante
avere una cugina
bella
e civettuola. Voi, comuni essere umani possessori di cugine della
vostra solita
ragazza, non potete capire. Vi assicuro che è meglio
così, dato che la bellezza
di Dom, nella famiglia Delacour, è moltiplicata per due, se
non per tre,
considerando anche il piccolo Louis, che presto si
trasformerà in un
giovanotto nerboruto e attraente che si comporterà
esattamente come Dominique,
con la sola differenza che si orienterà sul genere femminile.
Probabilmente avevo
gli occhi sbarrati e
un'espressione ebete sul viso, mentre seguivo il giovane commesso e mia
cugina
saltellare in giro per il negozio in cerca del giusto regalo per
Madeline.
E secondo voi, in quel
momento, cosa poteva
mai succedere di imbarazzante? Insomma, sono l'unica che non riesce a
stare
un'ora senza fare brutte figure?
Si, cari lettori,
proprio così.
La scena che
vi sta balenando per la testolina è esattamente quella che
si verificò quello
sfortunato pomeriggio.
Il mio delicato
piedino destro
inciampò sopra
un filo elettrico non nascosto bene, e caddi addosso a qualcuno.
E quel qualcuno, cari
lettori, era proprio
Scorpius Malfoy. E come al solito, quando mi ritrovai di fronte al suo
viso,
non riuscii a fare a meno di entrare in catalessi.
Sembrava un angelo. I
capelli biondi e dal
taglio accurato erano leggermente umidi, probabilmente a causa della
neve, e
come se volesse farmi definitivamente morire, se li ravviò
con una mano.
La mascella era tesa e
la labbra piene
erano
curvate in un finto sorriso. Mi fissava con quegli occhi grigi e
gelidi, anche
se non sembrava sul punto di incenerirmi.
<<
Potter >>
disse, porgendomi una
mano per aiutarmi a rialzarmi.
Fermi un attimo. Porgendomi
una
mano? Impiegai
trenta secondi buoni per riuscire a realizzare il motivo per cui il suo
braccio
era teso verso di me.
A quel punto,
intelligentemente, mi accorsi
delle mie mani. Avvampai e diventai dello stesso
colore dei capelli.
Ne avevo una poggiata
sul suo sedere(involontariamente,
sia chiaro)e con l'altra stringevo il suo polso. Lo stravo stritolando.
Senza dire nulla,
provai a rialzarmi senza
il
suo aiuto. E scivolai di nuovo. Abbassai gli occhi: non ero caduta
inciampando
in un filo della corrente. Sul pavimento c'era dell'acqua.
<< Stai
attenta
>> mi rimproverò.
Rimasi imbambolata al
suono della sua
sensuale e bellissima voce mentre lo faceva. E dire che odiavo quando
lo
facevano mamma e papà.
Mi aiutò a
rimettermi in piedi e
questa volta
presi la sua mano. Era calda e la pelle era liscia.
<< Tutto
a posto?
>> domandò,
come se fosse realmente preoccupato per me. Ma, naturalmente, era il
mio
cervello che s'immaginava tutto.
Annuii
impercettibilmente. Era incapace di
proferir parola, incantato dalla sua perfezione assurda.
<< Hai
perso la lingua,
Potter?
>>.
<< Come
sempre, quando mi
trovo davanti
a te >>.
Un attimo! Checosa?
Cosa avrei avuto
il coraggio dire io, Lily Luna Potter?
Arrossii ancora di
più, e lo
stesso fece
Malfoy.
Rimasi senza parole.
Quel pomeriggio, il
mondo girava al contrario, dato che io avevo rivelato al mio peggior
nemico che
mi piaceva, e lui era arrossito. Impossibile.
<<
Ehm... Cosa sei venuto a
comprare?
>> domandai, schiarendomi la voce. Che domanda stupida.
Scorpius
girò la testa a destra
e a sinistra,
alzando una mano per indicarmi qualcuno. Qualcuno che non c'era.
<< Oh...
Ero con Zabini
>>
farfugliò, rendendosi conto che stava facendo una figuraccia.
Non che me ne rendessi
conto io, invece. Il
mio cervello si era spento momentaneamente.
<< E tu?
>>
chiese,
riprendendosi.
<<
Ehm... Io...
>>.
Io
ero con quella simpaticona di
mia cugina
Dominique, che adesso è proprio q... No, non è
qui. E dov'è?
Uno a uno, palla al
centro. Stavo
decisamente
superando ogni limite di decenza.
<< Lily!
>>
strillò mia cugina.
Non mi resi conto della parte da cui proveniva la sua voce, ero
completamente
rintronata.
Mi raggiunse in pochi
saltelli, con Simon
dietro. Anche lui aveva assunto la stessa espressione che avevo io
quando ero
con loro: si era reso conto che Dom, per quanto bella, era
assolutamente
insopportabile.
<< Ma
dove cavolo eri? Sei
caduta, come
semp... Oh >>. Vide
Scorpius. Diventai
ancora più rossa.
Stranamente,
però, non sembrava
sorpresa di
vederlo. Le spuntò un sorrisetto sulle labbra. O ero io che
distorcevo la
realtà?
Fissai Scorpius,
cercando di concentrarmi
sulla sua espressione e non sulla sua perfezione.
Anche lui
pareva divertito.
<<
Andiamo a casa
>> sentenziai,
prendendo per mano Dominique e correndo via.
Che figuraccia. Oddio,
oddio,
oddio.
Che figuraccia. Non potevo assolutamente continuare così:
avrei fatto un corso
di yoga, che mi avrebbe aiutato ad essere più calma e ad
avere più equilibrio.
Così non potevo andare avanti.
Una volta tornata a
casa, salutai tutti e
mi
rintanai nella mia stanza, chiudendomi dentro a chiave. Avevo bisogno
di un
film d'amore.
Mi avvicinai alla
mensola dove erano
allineati tutti i miei DVD in ordine alfabetico, già
consapevole che avrei
scelto... Notting Hill.
Si addiceva alla
situazione, no? Hugh
Grant,
all'inizio del film, è idiota quasi quanto me. Quando dice a
Julia Robert
"è stato surreale ma bello" raggiunge il
culmine della
stupidità.
E arrivata a quella
scena, iniziai a ridere
istericamente, così forte da strozzarmi con la mia stessa
saliva.
Non stavo per niente
bene. Forse avevo una
malformazione al cervello. Molto, molto probabile.
Non so a che ora,
nè come, mi
addormentai.
E cosa sognai?
Scorpius, risposta esatta.
Dite un po', cari lettori, ma non è che tra voi si nasconde
Edward Cullen che
vi riferisce quello che penso? O sono così prevedibile che
anche le vostre
menti assetate di pettegolezzi indovinano le mie azioni senza il minimo
sforzo?
No, non c'è
bisogno che
puntualizziate che la
seconda opzione è senz'altro quella giusta.
Torniamo a me. Mi
svegliai con il sorriso
sulle labbra; il viso perfetto di Malfoy, quello dalle guance colorate
di rosa
del pomeriggio precedente, mi aveva tenuto compagnia tutta la notte.
Purtroppo, quando mi
alzai e scesi in
cucina,
fui costretta a tornare alla realtà.
Mi ero totalmente
scordata la sciocca
tradizione che si ripeteva ogni anno il 24 dicembre in casa mia. Tutte
le mamme
di casa Weasley(e zia Fleur, zia Angelina e compagnia varia erano
incluse nel
prezzo)si riunivano nella mia umile dimora per cucinare insieme la cena
della
vigilia di Natale. Un appetitoso profumo di brodo si era propagato per
la
cucina.
<< Lily!
>>
strillò nonna Molly,
appena vide la mia testolina spuntare dalle scale. Oh, no.
<< Ciao,
nonna
>> la salutai,
cercando di fingere almeno un po' di calore mentre lei mi stritolava
con un dei
suoi possenti abbracci.
<< Cara,
ma sei impazzita?
>> mi
fissò, squadrandomi da capo a piedi.
<<
Perchè?
>> domandai, confusa e
insonnolita.
<< Sei
scalza! Fa freddo!
>>
strillò istericamente la nonna. Le mie orecchie cominciarono
a lanciare segni
di protesta.
<< Ehm,
ero venuta solo a
dare il
buongiorno. Non mi sento tanto bene, me ne torno a letto
>> sussurrai,
inventando una scusa. Nonna Molly mi fissò sospettosa,
mentre mamma si girò
dalla mia parte e si sistemò i capelli dietro un orecchio
col dorso della mano.
<< Ma
Lily, non puoi startene
chiusa in
camera tutto il giorno... >> provò a
convincermi.
Oh,
certo che posso.
Starò tutta la santa
giornata a rimproverarmi per la figuraccia di ieri, mammina.
<< Ma
mamma, non voglio
disturbarvi
mentre mi lamento dei miei malanni... >> mi giustificai,
facendo una
faccia da cucciolo abbandonato. O almeno, tentando di farlo. Ero una
pessima
attrice.
Mamma
sbuffò, ma poi
acconsentì. Me ne tornai
in camera da brava bambina.
Bene, qui ci sarebbe
da discorrere su tutte
le mie perverse fantasie di quel giorno, ma di questo passo la storia
non
finirà più. Quindi sintetizzo e taglio, arriviamo
alla fatidica cena, che
riuniva tutti i parenti Weasley, Potter e Granger, con mogli e figli.
Il vero
delirio non era veramente la cena, quando tutti erano impegnati a
mangiare, ma
arrivava dopo.
Nonno Arthur si
travestiva da Babbo Natale
per i suoi pargoli, e Dio solo sa quanto poco fosse credibile. Ma i
bambini
sembravano felici, e questo bastava a fare di questa messinscena
patetica una
tradizione.
Una volta finito di
mangiare, l'allegra
banda
si trasferì in salotto. La confusione mi dava un fastidio
tremendo, ma non
potevo tornarmene in camera mia. Non quando mia nonna Molly mi scrutava
ogni
due minuti con uno sguardo indagatore che avrebbe fatto invidia a un
segugio.
Il campanello
suonò, e tutti
guardarono me.
Come da copione, toccava proprio a me andare ad aprire.
Fortunatamente il
salotto era piuttosto
distante dall'ingresso principale, e nel tragitto ebbi il tempo di
sbuffare
ripetutamente.
Arrivata al portare,
feci un respirone e lo
aprii.
E per poco non svenni.
Per un istante,
rimpiansi nonno Arthur travestito da Babbo Natale.
Scorpius Malfoy se ne
stava in piedi
davanti
all'ingresso di casa mia. Indossava un cappotto color biscotto e una
sciarpa di
un marrone più scuro, e sorrideva.
Ed era qualcosa di
indescrivibile. Sentii
un bip:
il mio cervello si era spento.
Ma restava una
domanda: perchè
era lì?
<<
Ciao Lily >> mormorò.
Ciao, cari lettori,
è stato un
piacere fare
la vostra conoscenza, ma rievocare quei ricordi mi provoca lo stesso
colpo al
cuore che mi venne in quel momento.
Restai muta. Dovevo
sembrare una cretina,
ma
lui rimaneva lì, immobile nella sua posa naturale e sensuale
e bellissima,
senza scappare.
<< So
che non ti aspettavi
questa
visita... >> iniziò, e mi sentii avvampare.
Iniziai a fantasticare, ma
non dovevo. No, no, no! Non era lì per me. Ci doveva
essere un'altra
ragione. Non aveva assolutamente senso.
Lo vidi sbirciare
dietro di me. Mi voltai
di
scatto. Dominique sorrideva, ma appena incontrò il mio
sguardo, si nascose.
Oh.
Ora si spiegano i sorrisetti
di ieri
pomeriggio al centro commerciale.
pensò la parte irrazionale di me.
Ma
cosa stai dicendo?! ribatteva quella razionale.
<< Sono
venuto a prendermi il
mio
regalo di Natale >> mormorò, e mi
fissò con i suoi occhi di ghiaccio. Mi
sciolsi.
<< Nonno
Arthur non
è ancora arrivato
>> risposi, senza capire.
Scoppiò in
una risata fragorosa,
mentre io
continuavo a guardarlo, confusa.
Quando si ricompose,
tornò a
fissarmi negli
occhi.
<<
Davvero non capisci?
>>
domandò.
Si!
Si! Io sono il tuo regalo,
sono tutta
tua!
Scossi il capo,
scacciando la parte
irrazionale. O tentando di farlo.
<< Lily,
sono qui per te. Tu
sei tutto
ciò che desidero per Natale. Tu sei il mio regalo
>> disse, arrossì di
nuovo.
Ormai ero pienamente
consapevole di aver
assunto la tipica e famosissima espressione dell'ebete d.o.c. Ciò
che mi
stava dicendo strideva con il suo comportamento di sempre.
<< Sono
stato uno sciocco, e
per
nascondere tutto l'amore che provo per te ti ho sempre presa in giro
>>
spiegò, come se mi avesse letto nel pensiero.
Parla,
Lily, parla. Dì
qualcosa, qualsiasi
cosa! mi
spronava
la parte
razionale.
Avevo perso il
controllo di me stessa.
Continuavo a stare in silenzio, pur volendo parlare.
Scorpius scomparve per
un attimo dalla mia
visuale, per poi tornare subito dopo... Con un rametto di vischio in
mano.
Tutto ciò
era incomprensibile.
Lo sollevò
posizionandolo sulla ghirlanda appesa alla mia porta.
<< Ci si
deve baciare sotto
il vischio,
è una tradizione >> mormorò,
avvicinandosi pericolosamente a me.
Ripresi il controllo.
<< Chi
sei tu e che ne hai
fatto di
Scorpius Malfoy? >> domandai, sgranando gli occhi.
Scoppiò di
nuovo a ridere. Oh,
com'era
assurdamente bello il suo sorriso.
Si avvicinò
ancora di
più, cingendomi la vita
con la braccia.
E sì, cari
lettori, mi
baciò. Così a lungo e
così dolcemente da farmi avere le vertigini. Così
appassionatamente da non
farmi rendere conto che era arrivato mio nonno Arthur vestito da Babbo
Natale.
Ma non me ne importava
gran che,
sinceramente. Incomprensibilmente, il mio regalo di Natale aveva
trotterellato
allegramente fino a casa mia, e si era consegnato alla sottoscritta si
sua
spontanea volontà. E aveva anche aggiunto che mi amava.
Cari lettori, vi
sembra un finale troppo
sdolcinato? Ebbene, so che se penserete questo è solo
perchè siete invidiosi.
Ma non preoccupatevi: a chi recensirà questa storia
verrà regalato uno Scorpius
Malfoy quasi identico all'originale!
I don't want a
lot for
Christmas
There is just one
thing I need
I don't care about the
presents
Underneath the
Christmas tree
I just want you for my
own
More than you could
ever know
Make my wish come true
oh
All I want for
Christmas is you
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