The Dark Side of the Moon

di ZeldaFitzgerald
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Buio.
Nero.
Non vedi nulla, è come se qualcuno avesse spento l’interruttore, non ci sono più gli alberi e non ci sono più i fiori. Sono spariti gli odori, i suoni … non tocchi più niente. Non senti più niente. E’ tutto nero. Tutto buio. E no, non si tratta di una lampadina fulminata, è della tua vita che stiamo parlando. C’è stato un cortocircuito e non sei in grado di sistemare la situazione. Ti ricordi quando volevi diventare un elettricista? La vita sa essere bastarda, volevi lavorare con la luce e ora è solo buio.
Come ti senti?
Non sento.
Le voci sono lontane, le immagini sono sfocate, i battiti troppo veloci o troppo lenti, mai regolari. Cosa c’è di normale in questa vita? Nulla.
Tu sei spezzato, sei rotto dentro ma da fuori non si vede. Dall’esterno sei il solito ragazzo con i capelli fuoco e gli occhi smeraldo, con le camicie di flanella e la sigaretta in bocca. C’è solo una persona che smette di respirare se il tuo meccanismo si inceppa. C’è solo un uomo che è capace di percepire il cambio di ritmo del tuo respiro, solo lui è capace di fare rallentare il suo col tuo.
Where is he, Mickey?
Dov’è il figlio di puttana di cui ti sei innamorato?  Non riconosci nulla, non senti nulla. Niente ti è familiare. Neanche lui. E dio solo sa quanto vorresti sentire il suo calore addosso, la sua bocca su di te. E’ un po’ che non funziona. Tu non funzioni. Sei rotto. E non riesci ad aggiustarti e allora ti riempi di pillole, litio, vitamina B e nessuna è in grado di portarti indietro anzi, sei sempre più lontano. Etereo.
Allora gli dai un pugno. E vi picchiate. Vi picchiate forte come se voleste urlarvi quanto vi amate e perché vi amate. Vi amate per quello che siete non per chi dovreste essere. E giù i pugni e il sangue, più ce n’è e più vi dite che ci siete, che ci siete per restare.
First time I’ve felt anything since…
L’ingranaggio ha iniziato a muoversi finalmente, si è messo in moto di nuovo. Lo senti tu e l’ha sentito lui che non può fare a meno di guardarti e ridere, ride perché ha capito. E allora ti bacia. Le lingue si intrecciano e si riconoscono finalmente. C’è lui, ci sei tu. Ci siete entrambi.
Luce.




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