Revenge

di arcticheart
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REVENGE

“Amori mediocri sopravvivono.
 Amori grandi vengono distrutti dalla loro intensità”
-Oscar Wilde



 

Un insolito vuoto nel petto, Gee ama Frank? E’ tutto così confuso.

Frank è andato avanti, il capitolo è concluso, è quello che tutti pensano.

Piccole goccioline si infrangono sul pavimento, tic-tic-tic-tic-tic, a Gee questo ticchettio darebbe molto fastidio, se non fosse accucciato in una pozza di sangue.

Il tempo sembra essersi fermato, le iridi dell’uomo sono vacue e ripercorrono piccoli attimi della propria vita.

Gee rivede Frank, una morsa gli attanaglia il cuore facendolo sanguinare come il resto del corpo, perché?

Frank aveva detto a Gee di amarlo.

Gee lo aveva respinto per paura.

Frank si era ostinato, si era arrabbiato, faceva finta di essere indifferente.

Gee aveva capito di amare Frank, per amare era rimasto in silenzio, soffocando quelle due fatidiche parole.

Era precipitato tutto, non si parlavano, erano diventati due sconosciuti.

Una lacrima scese rigando la guancia di Gerard, era tutto un terribile incubo.

Questa realtà gli faceva troppo male.

Aprì la bocca per parlare, la gola era diventata secca.

“Sono pronto” disse con voce roca, chiudendo gli occhi.

La canna della pistola era fredda sulla sua fronte, aveva paura, ripensò al viso del suo dolce e tenero Frank, ripensò ai sorrisi che si scambiavano.
Uno sparo.


Gerard Way era morto.


L’uomo si rimise la pistola nella tasca destra della giacca di pelle nera.


Erano le otto di sera, doveva tornare a casa.

Si lavò le mani, prese il fazzoletto di seta dalla tasca anteriore dei jeans e si asciugò la fronte dalla leggera patina di sudore creatasi a causa del tepore della
stanza e poi finalmente, con tutta tranquillità, si girò nuovamente verso il cadavere.

Sorrise.

“E’ colpa tua Gee,se mi avessi amato non sarebbe finita così”

Accarezzo quella pelle diafana con fare dolce e protettivo, gli venne quasi da piangere e invece sorrise senza sapere quanto Gerard amasse il suo sorriso.

“Oh Gee,non ti potuto avere, ma sta tranquillo ora non ti avrà più nessuno”.

Uscì dalla stanza, aprì la porta e se ne andò, tirandosi il cappuccio sul volto, facendo finta che niente fosse successo.

Non versò nessuna lacrima.

Secondo lui Gerard Arthur Way se l’era meritato.





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