TLK: The Lost Prince

di lionelscot
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         La savana era bella come non mai. In quelle notti così limpide la fresca luce lunare si rifletteva sul quell’immenso mare frusciante che di giorno celava agl’occhi tutti coloro che prendevano parte all’immenso walzer del Cerchio della vita ma che ora ondeggiava placidamente al vento che aveva riportato la pioggia dopo la siccità dei mesi passati, la prima vissuta dal giovane leone i cui occhi ora erano intenti a scrutare la volta celeste, soffermandosi su quelle stelle guardiane tra le quali dovevano trovarsi anche le appartenenti a suoi nonno e i sui predecessori.
Pride Rock, la Rupe dei Re. Il centro della savana e delle Pridelands, le terre del suo branco, quelle che un giorno, lo avrebbero visto re o almeno, questo era quello che li era stato. Già, perché quel giovane felino dagl’occhi cangianti e un ribelle ciuffo castano scuro era il figlio del Re ultimo discendente maschio della dinastia di Mohatu e quindi, destinato per nascita a salire su quella rupe come lo era il sole a sorgere. Il piccolo chiuse gli occhi fece un lungo, intenso, respiro. Come a voler catturare tutti gli odori trasportati dal vento e lasciar scorrere i propri pensieri. Era in questi piccoli momenti che trovava la sua pace.

            « Ancora sveglio figliolo ? »  fu la domanda che restituì il giovane principe alla realtà. Si era talmente immerso nei suoi sogni da non essersi accorto dell’arrivo del padre.

            « Papà. Sì scusami. Stavo solo… »

            « Stavi solo pensando, giusto ? » domandò il leone, ricevendo per risposta un cenno del capo del figlio, che poi tornò a scrutare le stelle. Un piccolo sorriso si tinse all’angolo del muso del re. Si avvicinò al figlio, sedendovisi accanto e cominciando a scrutare nella sua stessa direzione.

            « Sei ancora preoccupato per quella faccenda ? Per l’arrivo di tua sorella ? » domandò osservando il piccolo con la coda dell’occhio.
Il cucciolo non rispose, direttamente. Si limitò a scuotere leggermente il capo emettendo un suono di assenso a bocca chiusa. In realtà, nella sua mente vi era un gran sciamare di pensieri di ogni genere, ma ultimamente quello di sua sorella era uno dei più frequenti. Il sovrano volse lo sguardo al suo giovane discendente e lo prese sotto la zampa per rincuorarlo.

         « Kopa… Lo sai benissimo che l’arrivo di tua sorella non cambia quello che io e tua madre proviamo per te. E sarà sempre così. Sei nostro figlio e qualsiasi cosa accada, ne tu ne tua sorella dovrete mai dubitare della genuinità dei sentimenti che proviamo per voi. Ne ora, ne mai. Lo so che ultimamente mi sono lasciato prendere da questa cosa, ma non credere che quando sei arrivato tu non fossi altrettanto agitato.»

         Se in quel momento fossero stati presenti uno solo tra Timon, Pumba, Rafiki, Zazu o peggio, Nala, gli avrebbero detto che la parola “agitato” era un riduttivo di quello che realmente era il padre in quel periodo. Avevano appena riconquistato il trono quando Nala gli disse che aspettavano un erede e il re era crollato al suolo come la pelle vuota appena mutata di un serpente. Quando si era ripreso poi, aveva tartassato la sua compagna sulla follia di essersi lanciata nel suo stato nell’impresa della riconquista delle Pridelands. E con l’arrivo della secondo genita, non era andato molto diversamente.
Il cucciolo si lasciò andare ad una risata nel ricordare la suscettibilità del padre dei mesi precedenti, ricambiando poi l’abbraccio del padre.

            « Grazie papà » fu la sua sincera risposta, ricambiata da un paterno sorriso e una strofinata leggera sul ciuffo.

            «Dai, abbiamo tardato abbastanza per sta sera. E' ora di andare a dormire.»

         Poco dopo, i due erano discesi dalla sommità della rupe e si erano avviati all’interno della grotta ove risiedeva la famiglia reale e la maggior parte del branco. Erano tutti addormentati, fatta eccezione per una leonessa: aveva il manto chiaro e gli occhi azzurri e custodiva amorevolmente tra le sue zampe anteriori una piccola palla di pelo marroncino dorato. La madre sollevò lo sguardo dalla sua amorevole guardia notturna, rivolgendone uno altrettanto amorevole verso i due leoni che ora le avanzavano incontro.

            « Avete fatto tardi anche sta sera, voi due. » osservò sorridendo.

            « Sì... Perdonami Nala, il tempo è volato... »

            « Fa nulla Simba. » gli rispose lei, ricambiando lo strofinarsi sul muso del suo compagno, lasciandosi andare a qualche fusa.

         Il piccolo principe ne approfittò per osservare nuovamente la nuova arrivata, prima di sistemarsi sul giaciglio tra i suoi genitori, che lo osservarono sorridenti. I tre si scambiarono i saluti, prima che un ruggente sbadiglio del re facesse da accompagnamento alla loro calata nel mondo dei sogni. Poco dopo, una pace quasi estranea si era impossessata completamente di Priderock. I giorni tumultuosi degl’anni passati parevano davvero un lontano ricordo.




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