<< Sta più attenta ragazzina>>
… dotato anche di ignoranza a quanto pare -.-
<< Scusai, non ti avevo visto>> << Sei nuova?>> << Domani dovrei provare a fare l’esame di ammissione>> << Ti do un consiglio: prima di fare una figuraccia, ti consiglio di ritirarti>> << Mi dispiace, ma io non mi ritiro comunque grazie del consiglio, Signor So Tutto Io>> << Come scusa?>>
Si stava avvicinando pericolosamente quando una voce mi salvò
<< Cosa succede?>> << Niente zia, ho solo cosciuto questo ragazzo-pinguino>> << Vilu!>> << Che? È la verità. Comunque io voglio andare a prendere un gelato, andiamo?>> << Va bene, ciao Leon>> << Buongiorno professoressa Angie>>
Prima di uscire gli feci la linguaccia che non tardò a essere ricambiata con un gestaccio.
Quel ragazzo poteva pure essere bello, attraente, figo ma era un presuntuoso, arrogante, maleducato e orgoglioso, fin troppo.
<< Vilu>> << Si?>> << Sai che quel ragazzo che tu hai trattato male era il più intelligente dello studio?>> << Può essere bello, intelligente e tutto quello che vuoi ma una cosa è certa: è un maleducato>> << Lo sai che… Si hai ragione>> << Cosa stavi dicendo?>> << No niente. Il direttore ha detto che domani ti farà fare gli esami per entrare a far parte degli alunni dello Studio On Beat>> << Davvero? Grazie>>
La giornata passò velocemente e io mi addormentai in un batti baleno sul mio adorato letto nella mia cameretta.
Il giorno dopo mi ritrovai nell’Aula Magna, per svolgere le prove per entrare a far parte dello Studio. Il direttore si chiamava Vito Adriano, comunemente chiamato il “Preside che acconsente”, perché era un uomo dolce e gentile nei confronti di tutti.
Il professore fece partire la musica e mi fece vedere i passi che dovevo eseguire. Non era difficile.
Dopo alcuni passi, il preside mi fermò e disse << Bene, ora preparati perché dovrai cantare>>
Cosaaa????
Dovevo cantare?
Non se ne parla.
Ma mia zia che intuì il mio terrore bisbigliò nell’orecchio del preside Vito qualcosa che gli fece cambiare idea << Violetta, canterai una canzone che ti sarà assegnata dal professore Antonio>>
Il professore mi mostrò un foglio pieno di note e di parole: la canzone si chiamava Yo soy asi.
Inizia a cantare, ma alla fine mi accorsi che ad assistere all’esame c’erano diversi alunni, tra cui uno che aveva degli occhiali verdi e dei capelli marroncini tutti arruffati; i suoi occhi erano marroni come la nocciola e mi osservavano come nessuno aveva mai fatto prima.
Il preside mi disse << Eccellente, penso che tu possa entrare a far parte dello Studio On Beat>> << Grazie signor preside>> << Ti prego, non chiamarmi così, mi fai sentire più vecchi di quanto già io lo sia. Chiamami Vito>> << Va bene>> << Grazie>> << Grazie a voi, buongiorno>>
Uscì dalla stanza e mi imbattei in quel ragazzo dagli occhi color nocciola << Ciao, tu chi sei?>> << Sono la nipote della professoressa Angie, Violetta>> << Io mi chiamo Nicola, ma per gli amici Nico>> << Okay, allora d’ora in poi ci rivedremo>> << Già…>>
<< Lasciala stare>>
Mi voltai di scatto.
Una voce familiare mi fece rabbrividire.
No, ti prego, non di nuovo
<< Come scusa?>>
<< Hai sentito bene lasciala stare>>
O cavolo qui si mette male…
-Jorgista
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