Titolo
del capitolo: Firma fatale
Genere:
commedia, umoristico
Personaggi:
Light/Raito, nuovo personaggio
Rating:
verde
Avvertimenti:
nessuno
L’inizio
di un nuovo giorno.
Un
nuovo giorno di lezione per lo studente universitario Light Yagami; un nuovo
giorno di stragi per il dio del nuovo mondo, Kira. Ma la strada per la
costruzione di una società senza malvagi era piena di ostacoli: L era uno di questi; ma prima di lui, c’era Misaki.
“Yagami-kuuun!”
Ogni
mattina, la stessa storia: appena Light metteva piede nel cortile dell’università,
Misaki gridava il suo nome e gli saltava addosso, bombardandolo di domande e
proposte di appuntamenti.
Light
era abituato ad avere successo con le ragazze, ma quelle che aveva conosciuto
negli anni di scuola erano più schive, quasi timide, e certo non avrebbero
fatto il primo passo; Misaki Hatsori, invece, era molto più intraprendente, per
via di una singolare combinazione tra sicurezza di sé e inguaribile stupidità,
e sottoponeva Light ad una pressione insopportabile.
Se
la ignorava, lei diventava più insistente; se le spiegava di essere già
impegnato, lei annuiva, ma non cambiava atteggiamento. Aveva anche pensato di
darle corda, nella speranza che si calmasse un po’, ma c’era il rischio che poi
Misa mettesse in atto la sua minaccia di uccidere le altre ragazze intorno a
lui. In una parola, era un intralcio.
La
situazione era peggiorata ulteriormente quando a Misaki venne la fissazione
dell’autografo.
“Che te ne fai di un mio autografo? Non
sono mica un personaggio famoso!”
“Ma
che dici, Yagami-kun! Sei il più figo dell’università,
quale ragazza non vorrebbe avere il tuo autografo?”
Tutte
le altre studentesse che non glie lo avevano mai chiesto, pensava Light, ma
sapeva che quella logica non avrebbe funzionato con Misaki. Di certo non le
avrebbe fatto l’autografo, ci mancava solo che diventasse un idol di ateneo! Ma
intanto la ragazza continuava, imperturbabile, il suo assedio.
Al colmo
dell’esasperazione, Light iniziò a pensare di eliminarla, ma due considerazioni
lo frenavano: innanzitutto, uccidere una ragazza a lui vicina e notoriamente
sgradita avrebbe insospettito L; in secondo luogo, per quanto fastidiosa,
Misaki non aveva mai commesso reati, quindi non poteva farla fuori per un suo
capriccio.
Però
era un tormento: aveva iniziato anche a seguirlo sino a casa con l’autobus,
insistendo tutto il tempo per avere il maledetto autografo.
E
quel giorno, proprio sull’autobus, successe tutto.
“Dai, Yagami-kun, che ti costa?”
“Insomma,
Hatsori, se ti ho detto no è no”
“E se io ti dico sì è sì! Siamo pari!”
Light
si mise una mano nei capelli, rassegnato. Ma mentre era in quella posizione,
una lampadina si accese nella sua testa.
“Hat…
Misaki?”
“Che
bello, mi hai chiamata per nome!”
“Sbaglio
o non hai timbrato il biglietto dell’autobus?”
“Ma
mica l’ho comprato, il biglietto”
“Lo
sai che è contro la legge?”
“Capirai!”
Gli
occhi di Light si accesero di gioia: Misaki era disonesta! Un motivo per
ucciderla! Ed essendo su un autobus, poteva farlo al riparo dagli occhi di L.
“Misaki,
mi hai convinto: ti farò l’autografo”
Non
fece in tempo a finire quella frase che fu sommerso da gridolini di felicità
isterica.
“Davvero?! Che beeeello! Sei un mito! Aspetta un
attimo!”
Misaki
iniziò ad armeggiare con lo zaino alla ricerca del bloc-notes,
ma Light la fermò posandole una mano sul braccio.
“Lascia,
prendo io il foglio”
Misaki,
inebriata dal contatto fisico, non obiettò. Light aprì la sua valigetta,
estrasse il Death Note e ne strappò un pezzo di carta. Vi scrisse sopra “a MISAKI HATSORI da…” e aggiunse un
ghirigoro che poteva vagamente assomigliare al suo nome, ma era in realtà un
insieme di linee prive di senso.
E così ho sistemato questa seccatrice,
pensò Light, con un ghigno sadico.
Misaki
ricevette il foglietto pseudo-autografato in stato di estasi. Ma subito dopo
iniziò ad analizzarlo come una critica d’arte.
“La
tua firma non è molto leggibile, sai, Light-kun?”
“Eh,
sì” Chiamami pure per nome, tra poco non
potrai più prenderti queste libertà.
Misaki
era pensierosa.
“Non
vorrei un giorno confondermi e non ricordare più che questo non è il tuo
autografo”
“Non
succederà” disse Light con un sorriso ambiguo. Ancora venti secondi.
“Già,
hai ragione… ma meglio essere sicuri!”
Così
dicendo, Misaki tirò fuori dalla tasca una penna e scrisse qualcosa sul margine
del foglietto. Light, sicuro di avere ormai risolto la faccenda, fu preso alla
sprovvista dal gesto e non potè impedirlo all’istante. Ma si riscosse subito, e
strappò di mano il foglietto a Misaki.
“Che
fai?!” urlò. Ma era troppo tardi: sul pezzo di carta
del Death Note, a fianco del suo scarabocchio, c’era una freccetta e la scritta
“autografo di LIGHT YAGAMI” in bella
calligrafia femminile.
Morirono
entrambi di arresto cardiaco nel giro di un minuto.