Doremì
sorrise accostandosi alla finestra della classe, guardando verso il
campo da calcio dove si stava disputando la partita. Sorseggiò
tranquillamente il suo succo alla pera portandosi una mano sulla
guancia, il gomito sul davanzale.
Sorrise
per l'aria primaverile che l'aveva investita muovendole i capelli che
sul collo le fecero il solletico. Aguzzò la vista in cerca di
una persona in particolare, ma tra tutte quelle persone non riuscì
a distinguerlo.
Sospirò
scrollando le spalle, dando le spalle alla finestra, vedendo la
classe completamente vuota se non per il professore che stava finendo
di scrivere una cosa sulla lavagna.
Erano
quasi giunta la pausa estiva e già non vedeva l'ora di
riabbracciare Aiko, le aveva promesso che avrebbe passato l'intero
periodo da lei e Hazuki a Misora. Da quando si era trasferita si
erano organizzate in quel modo, durante le pause si alternavano per
chi doveva andare dall'altra.
Fortunatamente
non doveva preoccuparsi dei corsi estivi per il recupero, tutto
grazie a Tetsuya che l'aveva aiutata a studiare bacchettandola per
bene a ogni suo errore fino ad arrivare alla perfezione. Era strano
da dire, ma il ragazzo aveva una media eccellente, quasi da far
concorrenza a quella di Hazuki.
Marina
si affacciò sorridente entrando in classe, doveva aver finito
di annaffiare i fiori giù in cortile e senza pensarci si andò
a posizionare vicino all'amica, solo che volgeva lo sguardo verso il
campo di calcio.
«
Non sei gelosa? » le chiese d'un tratto, sapendo che la ragazza
avrebbe capito perfettamente. Infatti si girò notando un
gruppo di ragazze letteralmente ammassate intorno al suo fidanzato
da cinque anni.
«
No, nemmeno un po'. » rispose alzando la mano in segno di
saluto per ricambiare quello di Tetsuya che quelle galline
nemmeno le guardava. Sapeva che
non l'avrebbe mai tradita, nemmeno con una ragazza più bella
di lei.
« Non ti dà nemmeno fastidio che passa ogni
singola ricreazione giù a giocare lasciandoti qui da sola? »
insistette lei, voleva bene all'amica ed era per questo che non
riusciva a sopportare il modo in cui Kotake la trattava.
« Perché dovrei negargli di fare quello che
più ama? » domandò invece la rossa, lo sguardo
pieno d'amore verso il campo da calcio dove seguiva le mosse del suo
fidanzato – finalmente dei giocatori se n'erano andati creando
meno problemi nel riconoscerlo – era molto migliorato dalle
elementari.
« Se rincorrere una palla lo rende felice non
posso negarglielo, poi è una mia scelta quella di rimanere
qui, non è certo lui ad obbligarmi a rimanere qui per tutto il
tempo. » rispose lei muovendo la mano come a scacciare via un
moscerino, Marina non era certo la prima a dirglielo.
« Sarà... » rispose l'altra solamente
posando il viso su entrambe le mani chiudendo gli occhi, godendosi
l'aria primaverile come precedentemente stava facendo Doremì.
« Ora vado, devo fare una cosa. » l'avvertì
la rossa sorridendo, in mano teneva un budino al limone sicuramente
fatto da lei con le sue stesse mani. Tutti sapevano cosa voleva dire,
anche quel giorno Tetsuya e Doremì sarebbero rientrati tardi
dalla ricreazione.
« Sei in ritardo, calciatore da strapazzo. »
sbuffò la ragazza alzandosi dalla panchina laccata di verde
che si trovava sul tetto della scuola. Si mise in punta di piedi per
riuscire a baciarlo, poggiando appena le labbra sulle sue.
« Scusami, il mio fan club mi ha trattenuto! »
rispose Tetsuya beccandosi un pugno sulla spalla, sapeva
perfettamente che la sua fidanzata era gelosa anche se non lo dava a
vedere.
« Spaccone. » bofonchiò incrociando
le braccia al petto dopo avergli passato il budino al limone, per
festeggiare un altro anniversario. Inizialmente la ragazza non era
sicura della loro relazione, pensava che sarebbe durata solo qualche
mese ed invece quel giorno erano cinque anni, un record per due
persone che prima non facevano altro che litigare!
« Stai diventando verde, milady. » rispose
lui beccandosi l'ennesimo pugno della settimana, per lui era
impossibile non stuzzicarla, amava vederla arrossire di rabbia e
gonfiare le guance per poi esclamare i suoi tipici “uffa!”
prima di colpirlo violentemente per quanto le era possibile.
« Pure tu lo saresti... » borbottò
lei dandogli le spalle mentre un sorriso malizioso le si dipingeva
sulle labbra.
« Come? Perché mai dovrei esserlo? »
domandò il ragazzo stupidamente, non riuscendo a cogliere il
vero senso di quella frase. Ovviamente aveva messo in chiaro che
nessuno doveva avvicinarsi a Doremì con intenzioni romantiche,
da bravo fidanzato iperprotettivo.
« Mitsuiko mi ha chiesto di uscire... »
rivelò lei continuando a non guardarlo, infatti si allontanò
andando fino al limite della terrazzo posando le mani sulla rete
protettiva guardando in basso dove c'erano ancora molti studenti a
godersi il sole.
Il ragazzo ci mise più del necessario a capire e
comprendere veramente a frase che la sua fidanzata gli aveva appena
detto. Quando finalmente tirò le somme scattò sul posto
per poi correre verso di lei tossendo per il budino andato di
traverso.
« Tu che hai risposto? » domandò.
« Che ci avrei pensato. » sorrise l'ex
apprendista strega prima di baciarlo. Come poteva anche solo per un
secondo pensare che avrebbe accettato, insomma, un po' di fiducia!
Lui l'afferrò per i fianchi sollevandola da
terra, non fu molto difficile in quanto la ragazza era rimasta molto
bassa rispetto alle altre diciassettenni e lui più alto di
almeno mezzo metro. Sembrava una bambina delle elementari per quanto
era bassa.
« Mettimi giù! » ordinò
mettendo su un broncio mal riuscito, si vedeva perfettamente l'ombra
di un sorriso.
«
Gli ho detto di no, tranquillo! » rise della sua gelosia,
rendendosi conto che pure lei doveva sembrare come lui quando si
parlava del suo fan club.
«
Ti metto giù solo se ammetti che sei gelosa. » rispose
lui abbassandola di poco, per avvicinare i loro visi.
«
Sono ubriaca di gelosia, tu sei solo mio. » disse lei
prendendogli il viso tra le mani prima di baciarlo, un bacio vero.
«
Mi tormento di gelosia, penso che potresti trovare qualcuno migliore
di me. » rispose Tetsuya affondando il viso nell'incavo del
collo della ragazza, sentendo il suo pungente odore di muschio
bianco.
«
Nessuno sarà mai migliore di te. » rise Doremì
finalmente tornando con i piedi per terra « Spero che lo stesso
valga per te. » aggiunse puntandogli contro il dito
scherzosamente, conoscendo già la risposta.
In
quel momento suonò la campanella, interrompendo i due giovani.
«
Ancora cinque minuti, devo far passare la gelosia per Mitsuiko. »
affermò Tetsuya fiondandosi sulle labbra di Doremì che
erano già divenute rosse per i baci precedenti.
Sì,
la gelosia era un sentimento pessimo, ma anche un'ottima scusa per
baciare la persona che si teme di perdere.
GELOSIA
/ge·lo·sì·a/
sostantivo femminile
Sentimento
tormentoso provocato dal timore, dal sospetto o dalla certezza di
perdere la persona amata ad opera di altri.
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