Nel silenzio più assoluto,in un luogo non ben definito,in un
arco di tempo sconosciuto.
Sesshomaru,si risvegliò.
Aprì gli occhi e vide...grigio,un soffitto grigio,si
alzò di busto,si guardò attorno e vide ben
poco:lui,disteso a terra,su un pavimento del medesimo colore del
soffitto,stessa cosa per i muri ai suoi lati e quello dietro di lui.
Si alzò in piedi,ancora confuso per quello che
vedeva,sembrava un corridoio.
Mosse qualche passo,spinto dall'incertezza,anche se a dir la
verità,chiunque avrebbe avuto dei dubbi su un posto
simile,che strana forma aveva quel corridoio,perfettamente
lineare,niente scritte sui muri,nessun segno evidente,se non delle
linee verticali larghe dieci centimetri,che andavano sia in orizzontale
che in verticale e che ogni cinque metri formavano una croce.
Proprio come quell'altro luogo,quello con Akira,ma questa volta le
croci non erano solo sui muri,erano anche sul soffitto.
Sesshomaru guardò all'interno di queste croci,e
notò una strana luce bianca provenire dal loro interno,non
erano molto luminose,eppure,si poteva vedere,che dentro di essa,si
muovevano delle strane forme,linee intrecciate tra di loro,una griglia.
Già una volta ebbe a che fare con quella strana forma,ma
c'erano anche delle altre forme,piramidi,cubi,sfere,galleggiavano nel
vuoto,un bianco vuoto,sospesi in chissà quale spazio etereo
color latte.
Era confuso su quello che stava osservando,ma non si lasciò
soggiogare dal dubbio,quindi proseguì.
Camminando ancora per un pò,vide in lontananza un uscita,non
sembrava particolarmente luminoso,n'è altrettanto
buia,tuttavia,presentava un colore strano,quasi finto.
Si avvicinò all'uscita,sempre di più,sempre di
più,fino a che,non raggiunse l'uscio e quel vide era questo.
(Tema musicale consigliato da questo punto del
capitolo,https://www.youtube.com/watch?v=REhPqlYgCzM).
Una lunga spiaggia e un mare dall'aspetto inquietanti,erano
grigi,persino il cielo in alto,era grigio,nessun uccello,nessun
suono,nemmeno l'odore del sale provenire dal mare,niente,solo il
grigio,nulla più di questo.
- Sembri confuso.
Sesshomaru si girò di lato,in direzione del mare,vide una
figura,seduta,con una lunga veste bianca,con un cappuccio in testa e un
obi rosso.
- Jin?
- Si,sono io.
- Dove mi trovo?
- Difficile a dirsi,vedila così,sei ovunque e allo stesso
tempo in nessun posto,ti trovi in luogo irreale,ma tangile e con la
quale puoi interagire a seconda di come meglio credi.
- Irreale ma tangibile? Questa cosa non ha senso,dev'essere per forza
un illusione.
- Forse,ma non puoi saperlo con certezza sempre scoprire la
verità.
- E qual'è la verità?
- Questo sta a te scoprirlo,io posso solo indicarti la via,ma
è una tua scelta se percorrerla oppure cambiare
strada,l'importante e che lo fai secondo coscienza.
- Un altro dei tuoi insegnamenti?
- Se sei disposto a imparare io sono disposto a insegnare,non importa
il tempo di apprendimento,l'importante e capire la lezione,con pazienza
e volontà,ma intanto...
Jin non ebbe nememno finito di parlare,che si era alzato in piedi e ora
era girato verso lo yokai.
- Vieni,camminiamo un pò.
Jin si spostò in avanti,subito seguito da Sesshomaru.
- Sesshomaru,riesci a immaginare perchè sei qui?
- No,so solo che mi sono risvegliato di nuovo in un altro posto
strano,insomma,è tutto grigio qui,dimmi,che posto
è questo?
- E difficile da spiegare,non saprei come dirtelo.
- Dillo è basta.
- D'accordo,tu sei qui,perchè e questo luogo è
parte di te.
- Cosa? E parte di me?
- Già e quando dico parte di te,vuol dire che è
parte di te...fisicamente...dentro di te.
- Aspetta un attimo...
Sesshomaru si fermò un attimo ad osservare il
mare,cominciò a pensare,pensare e pensare
ancora,attentamente,analizzando bene la situazione.
Una voce nella testa,un luogo dall'aspetto bizzarro e dalla natura
irreale,che cosa avevano in comune? Il primo lo sentiva sia da sveglio
che mentre dormiva,l'altro era un ambiente marino,con cielo e mare che
hanno un aspetto bizzarro,per non parlare della figura di Jin,che se ne
stava li a parlare per indovinelli e strani giri di parole.
Però c'èra una cosa che aveva notato,nonostante
tutte le volte che Jin gli aveva parlato,erano state poche le occasioni
in cui lo aveva visto con le sue vesti da assassino,in quelle strane
visioni e poi nel portale situato nelle rovine dentro la montagna e
adesso,se ne stava su quella spiaggia.
Era troppo strano,tutte le volte che lo aveva visto o era
perchè stava dormendo,o perchè aveva perso
conoscienza,o perchè era entrato in possesso ho aveva a che
fare con questi strani oggetti incomprensibili,come quella pietra.
- La prima volta che ti ho sentito ero nel mondo reale,mentre la prima
volta che ti ho visto e stata qualche ora fa,quando sei intervenuto
contro Akira dentro quello strano posto,quindi,se adesso sono
qui,allora vuol dire che...
Lo yokai non ebbe finito di parlare che subito si era girato verso
l'incappucciato,guardandolo con occhi sgranati.
- Che io non sono in un sogno...questa è...
- Esatto,ci sei arrivato,questa,mio caro ragazzo...é la tua
mente,o meglio,il suo interno...sei dentro la tua testa,stai camminando
in un angolo remoto del tuo cervello.
Sesshomaru aveva indovinato,ma a stento avrebbe dato una risposta a
quel dubbio assurdo,eppure,tanto reale,da essere una verità
assoluta.
- Non riesco a crederci...è assurdo,non è
possibile,un conto è sognare,un altro è trovarsi
qui...non capisco il perchè.
- Il confine che c'è tra realtà e immaginazzione
é più sottile di quello che sembra,tuttavia,anche
a questa tua meraviglia c'è una spiegazione.
- Davvero? Allora spiegami,perchè mi trovo nella mia stessa
mente?
- Il portale nelle rovine...in qualche modo la mia comparsa nel tuo
scontro con Akira e dovuto a una qualche connessione tra te e il
portale,forse per via del segno sulla mano.
- Il segno sulla mano?
Ora che ci pensava bene,Sesshomaru aveva cercato di toccare la strana
porta nelle rovine,per poi vedere quel segno,anche se non gli aveva
dato grande peso,non subito per lo meno.
- Ma certo...è nelle rovine che contratto questo
segno,poi,quando all'improvviso ho avuto in mano quella pietra,mi sono
risvegliato qui,quindi se sono qui,e quella pietra che mi ci ha
mandato,perchè proprio una spiaggia?
- Questo é quello che devi scoprire,io posso
aiutarti,guidarti,ma non posso darti le risposte,però,ti
consiglio di andare avanti,di esplorare te stesso,anche se penso che
sia tua intenzione di non tornare indietro,come hai sempre fatto del
resto.
- E continuerò ad andare avanti,finchè non
otterrò ciò che voglio.
- E che cos'è che vuoi se non risolvere i tuoi dubbi? La
conoscienza è un grande dono,ma avvolte è anche
un pesante fardello da portare,attento a ciò che
chiedi,rischi di ottenerlo.
Detto questo Jin continuò a camminare superando Sesshomaru
ancora incredulo per aver scoperto dove si trovava.
- Se io sono dentro la mia testa,dev'esserci una ragione,o per lo meno
una spiegazione,quella tavola di pietra,c'entra sicuramente qualcosa,ma
come?
E mentre lui pensava,guardò dritto davanti a lui,oltre la
figura di Jin e vide che c'era ancora moltissima spiggia deserta,ma in
ogni caso,fece un passo,poi un altro e un altro ancora.
- Dove vai ragazzo?
Chiese Jin con tono tranquillo.
- Avanti.
- Perchè?
- Perchè non'è qui che devo rimanere,devo
andarmene.
E così dicendo,continuò ad avanzare,con cuore
saldo è incrollabile volontà,non sapeva dov'era
diretto,n'è quale fosse stato lo scopo di tutto quello,ma
una cosa la sapeva,rimanere fermo ad aspettare,non era di certo nel suo
stile.
- Esatto ragazzo,non'è qui che devi rimanere.
Lo yokai sentì la voce di Jin come se stesse parlando in un
orecchio,guardò di lato,ma non lo vide,si guardò
attorno,ma non lo vide lo stesso,poi,tornò con lo sguardo
sulla sua strada...è tutto cambiò.
I colori,i suoni,la luce,era tutto normale,il cielo era azzurro,il mare
era colorato di un intenso blu zaffirro,la sabbia era bianca
è il sole era ben luminoso.
Era incredibile,gli era bastato voltarsi un attimo,che quel luogo era
cambiato,così,di punto in bianco.
Continuò a camminare,mentre i piedi affondavano di poco
nella sabbia e dal mare proveniva un leggera brezza estiva,ancora una
volta,sentiva cose che in sogno non avrebbero dovuto esserci.
In un sogno non pensi,vivi l'attimo e ogni azioni che compi e dettata
dall'angolo più profondo della coscenza,non hai tempo per
prendere scelte o per riflettere su quello che fai,come un burattino
nelle mani di un burattinanio.
Non senti odori,non percepisci il tempo,non tieni conto di quanto possa
essere normale o bizzaro quello che accade,non sul momento.
Invece,per Sesshomaru la cosa era
differente,odori,sensazioni,colori,persino le azioni e le conversazioni
erano ben calcolate,come se fosse sveglio,ma in modo diverso,come se ci
fosse qualcosa che non va,oltre al fatto di dove si trovava.
Continuando a camminare vide più in là,una
figura,un rettangolo,incuriosito,si avvicinò sempre di
più alla curiosa forma sulla spiaggia.
Più si avvicinava è più sentiva di
fare attenzione,non sapeva descriverlo,forse era solo una senzazione,ma
sapeva benissimo cosa gli diceva,di stare allerta,non n'è
sapeva il motivo,ma di certo non lo avrebbe ignorato.
Passo dopo passo era giunto li,davanti a lui,il rettangolo,una
struttura strana,era molto simile alla porta nelle rovine,ma era
più piccola,poco più grande di Sesshomaru,sia per
altezza che per larghezza.
Nel vedere di nuovo una cosa simile,il segno sulla sua mano
cominciò a illuminarsi è in quello stesso
istante,l'interno della porta si illuminò,un rapido colpo di
luce ed infine,eccolo li,un evento inaspettato.
Subito fu inghiottito dalla strana struttura,senza lasciare alcun segno
sulla sabbia,come se non fosse mai stato li.
Arrivò dall'altra parte,prima in forma di granelli,come la
stessa sabbia di cui era ricoperta la spiaggia,per poi ritornare al suo
stato originale,proprio com'era successo nelle rovine.
Controllò per l'ennessima volta se c'era tutto é
per fortuna non mancò nulla,poi,con aria
confusa,cominciò a guardarsi attorno.
Era di nuovo in corridoio,ma questa volta vide che era molto
più corto dell'altro poichè l'uscita si vedeva
subito,distava si e no qualche passo,nulla di che.
Si avvicinò all'uscio,curioso e allo stesso tempo
attento,nel caso avesse dovuto a che fare con chissà quale
sorpresa.
guardò all'interno sporgendo di poco la testa fuori dalla
porta è quello che vide fu molto strano,c'era uno stanza,con
un tatami raffinato e i muri e le porte scorrevoli erano decorate con
motivi e immagini di ciliegi in fiore e paesaggi collinari,con qualche
montagna sullo sfondo.
Sul pavimento vi era posato un futon viola mentre li vicino vi erano
posati rotoli di carta e antiche stampe,più alcuni fogli di
carta con alcuni disegni sopra.
Si guardò attorno,notando che quel posto non sembrava poi
così strano,o meglio,era strano trovarlo
li,perchè lui,aveva già visto quella stanza,gli
era molto familiare,infondo,era la sua.
Riconosceva bene i muri,il tatami,persino la finestra di legno
abilmente intaglianta,ma quei fogli di carte,gli erano si familiari,ma
appartenevano ad un tempo ben lontano,in un arco della vita in cui lui
non era il temuto e rispettato yokai conosciuto dalle masse,ma solo il
bambino destinato un giorno a diventare il signore delle terre
occidentali.
Guardò in basso e osservo con attenzione uno dei fogli,era
una figura alquanto bizzarra,sembrava una specie di roccia,formata da
diversi rialzi e zone sconesse,di cui tre,sui lati,sembravano delle
lunghe e strette scalinate,ma gli scalini...avevano qualcosa che non
andava,erano troppo lunghi,troppo sottili...ed erano solo tre.
Sopra di essa invece si poteva intravederem,senza troppi problemi,un
insime di quadrati,linee rette e altre forme geometriche perfettamente
disegnate,con precisione assoluta,c'era persino un cerchio
perfettamente tondo.
E nellea parte sopra del foglio c'erano scrtti dei kanji che portavano
sopra una parola...Yonaguni.
-Yonaguni? Chissà che vuol dire.
Un altro foglio li vicino mostrava invece tutt'altro disegno,sembrava
un paesaggio,ma era ben diverso da qualunque altro paesaggio
riconoscibile,un ambiente grigio,con palazzi molto alti,quasi fossero
in grado di tocare il cielo e su di loro c'erano delle finestre,ma
molto diverse da quelle che conoscieva lui.
Ai piedi di questi giganti architettonici vi erano presenti delle
lunghissime strade e molte di queste passavano l'una sopra l'altra sostenute
da alte colonne,molte colonne.
E sempre in una parte del disegno vi era scritto qualcosa,ma stavolta
non era una parola,ma tutta una frase.
- Oltre il confine,al di là della grande distesa
di pietra,cerca il luogo dove tutto ha avuto inizio.
Disse Sesshomaru leggendo le parole scritte sul foglio.
- Un altro quesito,chissà che vorrà dire.
- Sesshomaru,che stai facendo?
Una voce a lui molto familiare,uno scattò inprovviso,si
guardò indietro,ma non c'era nessuno,eppure l'aveva
sentito,non nella testa,ma negli orecchie,come se qualcuno gli stesse
parlando.
- Disegno.
La voce di un bambino,piccolo,tenero,non la voce dell'uomo,ma il timbro
vocale dell'infanzia.
- Disegni? E cosa disegni?
- Non lo so.
- Non lo sai?
- No padre,non lo so,l'ho visto nei sogni.
- Nei sogni? Quali sogni.
Disse Inutaisho,o meglio,la sua voce,con tono preoccupato.
- Quando dormo,vedo delle cose,che non ho mai visto prima.
Dopo che il giovane yokai parl&ògrave; si sent&ìgrave; il suono
della porta scorrevole che si muove.
- Mio signore è giunto l'uomo da voi richiesto.
- Oh capito,lo raggiungo subito,Sesshomaru,n'è parliamo un
altra volta,tra poco dovrebbe arrivare il maestro,fa il bravo e segui
gli studi,ci vediamo più tardi.
A quel punto le voci si fermarono.
Sembrava impossibile,se non addirittura inimmaginabile,eppure era
successo,aveva sentito suo padre che parlava,ma com'era possibile? Era
morto.
Solo in un occasione rivide il padre dopo la sua dipartita,quando lui
e Inuyasha avevano sconfitto Songa,la terza spada di
Inutaisho,però li si era manifetato in forma
evanescente,(per chi non lo sapesse guardare il terzo film di inuyasha).
Ma qui,parlava con un Sesshomaru bambino,com'era possibile? Eppure lui
era li,adulto,divenuto già uomo,ma infondo,quel luogo era
così strano è per quanto stupito potesse essere
sapeva bene che doveva aspettarsi di tutto,ma di certo non si sarebbe
mai aspettato questo.
- Che cosa è successo? Quella era la voce di mio padre,ma
com'è possibile? E poi,perchè mai questi disegni
dovrei averli disegnati io? Non ha alcun senso,un bambino non
può disegnare nulla di così complicato,ci sono
troppi dettagli e poi non sembra per nulla il disegno di un bambino.
Un altro suono fece eco nella stanza un suono di passi,verso la porta
scorrevole,si voltò in quella direzione e vide che era
aperta,eppure ricordava benissimo che era chiusa,ma in ogni caso non si
sarebbe sorpreso,non più tanto,ormai ci aveva fatto il callo.
Curioso,oltrepassò la porta,lascianado nella stanza i
disegni,che secondo quella strana conversazione,priva di persone
materiali,erano stati fatti da lui,insomma,se era la voce di suo padre
a dirlo chi era lui per dubitare.
Alla sua destra la strada continuava per un corridoio molto simile a
quelli nel castello della sua famiglia,anche se non ricordava che ci
fosse un corridoio così lungo per raggiungere le sue
stanza,nonostante ciò proseguì,sapendo che
sarebbe potuto accadere qualunque cosa.
Camminava,passo dopo passo,facendo attenzione a quello sarebbe potuto
succedere.
- Inutaisho,amico mio,da quanto tempo.
- Akira,ti ringrazio per essere venuto.
Sesshomaru aveva sentito,bene,non voleva crederci,ma sapeva benissimo
che era la sua,anche se la cosa più inquietante,era che
stava parlando con suo padre.
- Figurati era il minimo che potessi fare,allora,di nuovo tuo figlio?
- Si,questa volta ha cominciato a disegnare.
- Disegnare?
. Ha cominciato a disegnare cose strane,sui dei fogli e su uno di
quelli c'era scritto Yonaguni.
- Yonaguni? Sei sicuro di quello che hai letto?
Chiese Akira con tono preoccupato.
- Si,perchè me lo chiedi?
- Yonaguni...non mi aspettavo che tuo figlio fosse arrivato a questo
punto.
- Di cosa stai parlando? Per la miseria è solo un bambino.
- Un bambino che non'è nato in modo naturale,ti avevo
avverito che non sarebbe stato semplice.
- Lo so,ma sono preoccupato.
- E normale,ti preoccupi della sua salute,sei suo padre.
- Non'è solo questo,si comporta in modo strano.
- Strano in che senso? Mi avevi già accennato a dei
comportamenti particolari.
- Dall'ultima volta che sei venuto e cambiato,ci sono volte,in cui
cammina nel sonno é mentre lo fa parla,dice cose senza senso.
- Capisco,hai bisogno di aiuto,quindi,te ne darò.
- Ti ringrazio Akira,fai ciò che devi fare per guarirlo da
questo male.
- Lo far&ògrave;,ma ho bisogno di tempo è necessito di
un luogo dove tenere i miei strumenti,i miei appunti e dove poter
visitare il bambino,ovviamente con la tua partecipazione si intende.
- Ho una camara per ospiti illustri,posso sempre farla preparare per le
tue necessità.
- Bene,in questo caso,non perdiamo tempo,andiamo da tuo figlio.
Dopo queste parole,più nulla,nessuna voce,nessun dialogo,era
finito li,ma forse sarebbe stato meglio dire che era iniziato li.
L'ennesimo dubbio,l'ennesimo dramma mentale,illusione...o ricordo?
L'unica cosa che sapeva e che quelle parole avevano suscitato la sua
curiosit&àgrave;,doveva,verificare,se quell'esperienza fosse frutto
di una fervida immaginazione,o nel peggiore dei casi,che fosse la pura
realt&àgrave;.
E mentre pensava si sentì cadere sulle ginocchia,mentre si
guardava attorno e poi...di fronte a lui,sul pavimento,la tavoletta di
pietra,con le scritte tutte illuminate e tra tutte quelle una sola era
riuscito a leggere.
Yonaguni.
Poi un bagliore improvviso è nulla più.
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