TITOLO:
Amore di strada
AUTORE:
Akane
SERIE:
Harlem Beat (continuo ad allargarmi su altri fandom vergognosamente
inesplorati!)
GENERE:
sentimentale, introspettivo
TIPO:
etero, one shot
RATING:
giallo/13+
PAIRING:
Masahiro SawamuraXMizuki Kusuda
AMBIENTAZIONE:
ultimo numero di HB, capitolo di San Valentino, quando Mizuki e
Naruse si mettono in testa di aiutare Sakurai e Kiriko a mettersi
insieme facendo il cioccolato al posto di Kiriko per darlo a Sakurai.
I due coinvolgono Sawamura poi dopo aver usato le sue scorte ricevute
quel giorno dallo stuolo di fan che ha, spediscono Naruse da Sakurai
a consegnare il loro lavoro. Il momento in cui Mizuki e Masahiro
rimangono soli.
MODO: POV alternati dei due
DISCLAMAIRS:
i personaggi e l'ambientazione non è mia ma della
Nishiyama...
anche se vorrei taaaanto Sawamura!
NOTE:
e finalmente mi decido a scrivere qualcosa su questo manga che adoro.
È finalmente finito anche in Italia e dopo tutto questo
tempo
mi sono fatta un idea precisa di tutte le coppie, le storie nascoste
e non ufficiali e di quelle che anche se non sono mostrate
dall'autrice è lampante ci siano. Non so di preciso
perché
mi sono straordinariamente fissata su questi due nonostante Sawamura
sia così slashoso con tanti ragazzi della serie, fatto sta
che
fra tante coppie yaoi ha vinto quella etero che magari fra le etero
è
anche la meno probabile per la maggior parte, chissà.
Comunque
a me questi due piacciono insieme e dopo l'ultimo numero mi sono
decisa a scrivere, però ho in mente una a capitoli dove si
illustra l'inizio della loro relazione e come si sono messi insieme
poiché qua lo sono già. Rimane ad ogni modo solo
la mia
visione delle cose, nulla di più. Adoro Sawamura, non potevo
non scriverci ma farò diverse altre versioni, penso, delle
coppie... vediamo. Intanto buona lettura con questa. Baci Akane
RINGRAZIAMENTI:
a tutti quelli che leggeranno e commenteranno.
AMORE
DI STRADA
/Walk
on the wild side – Vanessa Paradis/
“Ma
perché deve sempre vestirsi a quel modo?
Era
questo che mi chiedevo più spesso quando la
vedevo… ed ora
quando non lo fa mi dà fastidio proprio per questo motivo!
So
di non essere normale ma non me ne importa molto e poi è
colpa
sua!
Può
anche sforzarsi di vestirsi sempre allo stesso modo… o
risalti
sempre il tuo corpo o non lo fai mai, non puoi prima mostrare un
po’
e poi coprirti, così confondi gli altri che non sanno se
sbavarti dietro e saltarti addosso oppure se non serve e possono
starti lontani.
Ma
tanto quella culona ha sempre fatto quello che le pareva, quindi
è
inutile pensarci ora.
Solo…
anche se non è proprio caldo potrebbe anche vestirsi di
meno,
insomma.
Sbuffo
una nuvola di fumo fuori dalla mia bocca che in breve si disperde
nell'aria serale abbastanza fredda. In questo momento mi sento tanto
Kosuke… sono stato troppo tempo con quel maniaco e mi ha
contagiato, dannazione!
Normalmente
non faccio caso a certe cose, come i corpi femminili. Però
da
quando io e lei stiamo insieme, per così dire, e mi ha
mostrato le sue ‘argomentazioni’ in modo
più esplicito, o
meglio me le sono guardato da solo, ho più spesso questo
tipo
di pensieri. Come una droga, una volta che provi non riesci a farne a
meno, ne vuoi sempre di più.
Il
corpo femminile è la stessa cosa. Non avevo mai provato
desiderio verso di esso anche se potevo averne quanti ne volevo,
eppure lentamente mi sono accorto che la molestavo non solo
perché
mi divertivano le sue urla isteriche, ma anche perché ci
provavo un certo gusto nel toccarla. Ma solo lei.
All’opportunità
di farlo con qualcun’altra che mi si buttava fra le braccia,
non
era così.
Ed
è successo.
Che
ci siamo avvicinati al punto da finire insieme. Sempre che possiamo
definirci insieme.
Inizialmente
era troppo orgogliosa e allo stesso tempo timida, ma poi ho vinto.
Non mi sono mai fatto troppe paranoie ed anche quando mi sono accorto
che mi piaceva non ho fatto molto per prendermela. Ho sempre fatto a
meno di tutto, questo mi ha spinto a fare a meno della mia vita
sentimentale e ad ignorare le donne. Mi accusava di essere misogino e
frigido, in realtà ero così concentrato a
sopravvivere
che quando mi sono accorto che vivevo tranquillamente e che ero
sereno, grazie a quegli spostati che ora mi tocca chiamare amici, mi
sono accorto di lei. Però non ho pensato di dover cambiare
qualcosa.
In
fondo avevo fatto senza donne fino a quel momento. Poi le ragazze
sono seccature che ti fanno sprecare tempo, soldi e salute
mentale…
ho sempre pensato questo ed in fondo continuo a pensarlo. Invece
Kusuda ha involontariamente tanto fatto che mi ha acceso anche quel
lato che ritenevo congelato. Quel posto così vicino al
cuore,
che in realtà è solo uno stupido organo che pompa
sangue per il corpo, non certo il centro di tutti i sentimenti,
però
rende l’idea.
Del
resto tutti loro sono stati capaci di restituirmi tutte le mie
emozioni, i miei desideri, la mia felicità.
È
sciocco da parte mia insistere troppo sulla mia versione insensibile
e crudele. Non lo sono fino in fondo, non con tutti.
Quel
che voglio dire, comunque, è che potevo e posso avere un
sacco
di ragazze, anche delle modelle se voglio, però alla fine
quella che mi ha spinto a mollare la mia teoria del ‘meglio
stare
lontano della donne’, è lei.
Quando
c’è stata l’apoteosi di Sakurai mi sono
reso conto che la
ferivo intenzionalmente con tutto il mio impegno non tanto per farla
crescere in modo che uscisse una volta per tutte da quella situazione
di stallo, quanto perché aprisse gli occhi e smettesse di
venerare Sakurai. Si, perché lei lo venerava e basta, non ne
era innamorata davvero. Amava solo l’idea
dell’amore che gli
trasmetteva quella figura forte e perfetta, che in realtà
non
è, tutto lì.
Volevo
lo capisse e non mi sono trattenuto, ho messo ben bene il dito nella
piaga ed ho fatto il bastardo, come riesce bene. Però poi
c’ero quando aveva bisogno di sostegno. C’ero con
gli altri
mentre facevo finta di nulla e pensavo che ero solo geloso di
quell’egocentrico occhialuto. E che anche se fino a quel
momento
lei mi era piaciuta ma non avevo sentito il desiderio di prendermela,
ora le cose erano diverse.
Così
ho deciso.
E
me la sono presa.
Tiro
qualche altra boccata di fumo appoggiato al muretto del mio locale.
Mi chiedo perché mi abbiano coinvolto, che me ne fregava a
me
di quei due? La strega e l’egocentrico!
Ho
acconsentito solo perché Kusuda e Naruse erano molto presi,
a
quanto pare. Non ne capisco il motivo ma se lei vuole aiutarli a
metterli insieme è sicuramente positivo.
Ormai
sta con me anche se non siamo persone che dimostriamo troppo la
nostra vita privata. Cioè io. Lei lo farebbe, anzi, richiede
spesso certe attenzioni, è una tipa romantica anche se vuole
fare la dura e spesso è in grado di sbaragliare una mandria
di
bufali in amore, però a me dà fastidio non
perché
mi vergogno, figurarsi, è perché mi sembra di
vivere
troppo a pieno i miei sentimenti che ho imparato solo da poco a
liberare. Non ci sono ancora abituato e preferisco andarci piano.
Mi
basta stare con lei ogni tanto, in privato, quando siamo
soli…
quando nessuno può scassarci le palle su cosa facciamo, su
quanto siamo piccioncini e cazzate simili. Sono cose che mi nauseano
e non sopporto. Sono cazzi miei con chi passo le notti e i miei
momenti solitari.
Lei
mi conosce ed anche se a volte vorrebbe avere qualche slancio anche
in presenza degli altri, capisce che sarebbe peggio e lascia perdere.
Del resto stiamo insieme da poco e lei stessa, tutto sommato, fa
fatica ad accettare il nostro rapporto perché ci sono certi
lati di me che la irritano e si mette a picchiarmi. È fatta
così, non è facile andare d’accordo ma
se fossimo
pappa e ciccia sarei scappato prima.
Mi
sta bene.
Così
nessuno ci romperà le scatole ed invece ci lasceranno in
pace.
Ci
tengo che i fatti miei rimangano miei!
Un
piccolo spostamento d’aria attira la mia attenzione e capisco
che è
lei, il suo profumo è inconfondibile nonostante quello della
sigaretta che ormai è quasi conclusa.
-
E’ andato? – Chiedo con noncuranza alzando gli
occhi sul cielo
scuro tempestato di stelle. È una bella serata, tutto
sommato.
Si sta bene anche qua fuori nonostante siamo a febbraio.
-
Si… mi ha chiesto perché non andavo con lui ma
gli ho detto
che non mi andava di fare tutta quella strada solo per consegnare un
cioccolato. – Mi rende partecipe di ogni sciocchezza
superflua, è
tipico suo, oltre che delle donne. Non rispondo nulla rimanendo
apparentemente indifferente.
Ancora
non lo sanno nemmeno Naruse e Kosuke… del resto cosa
dovrebbero
sapere?
Non
c’è ancora nulla di definito e di sicuro. In fondo
stiamo
insieme ma non è che siamo proprio una coppia. Non siamo
certi
di quel che stiamo facendo, lo facciamo e basta mentre capiamo cosa
vogliamo davvero. Lei non mi respinge perché in cuor suo sa
di
volermi già bene in quel senso, anche se per orgoglio non lo
ammette fino in fondo, e poi perché modestamente so come
trattarla per spingerla a non scappare da me. Anche se ho capito cosa
voglio non significa che mi ritenga pronto, nel frattempo mi concedo
certi piaceri che non sono solo fisici.
Inoltre
Kosuke è innamorato di lei, come faccio a dirgli come stanno
le cose? E Naruse non saprebbe tenere la bocca chiusa. Vorrei che
quel testone capisse che il suo amore platonico prima o poi si
spezzerà e che quindi si innamorasse lui stesso di
qualcun'altra, lasciandoci in pace.
Ma
le cose per ora sono così ed è tutto troppo
presto.
Quindi
non serve correre.
-
Ci metterà un po’… - Dico alla fine
dopo una pausa di
silenzio in cui mi stupisce che lei non abbia riempito con qualche
considerazione su quell’egocentrico e quella strega.
Effettivamente
è strano… a questo pensiero, mentre tiro
l’ultima boccata
dal mozzicone ormai corto, giro appena la testa cercandola con lo
sguardo che, come al solito, si mantiene piuttosto distaccato. Quando
la vedo lo stupore si impadronisce di me ed inarco un sopracciglio.
È
rossa e guarda per terra contorcendosi le mani che sorreggono
un…
sacchetto!
E
quello da dove spunta?
Prima
non ce l’aveva, forse era nascosto.
Urca,
è vero, è San Valentino… non mi
aspettavo un gesto
simile da lei, però. Non nei miei confronti.
Mi
riprendo in fretta guardando di nuovo davanti a me dove butto la
sigaretta con un gesto secco dell’indice sul pollice, quindi
mi
riprendo la mia espressione enigmatica di chi la sa lunga, che lei
tanto odia, e la tolgo dall’impaccio come faccio di solito.
-
Cos’hai lì? - Sono diventato troppo buono.
Normalmente la
tormento mettendola in difficoltà, ma a volte, ultimamente,
non ci riesco più ed invece mi trovo ad aiutarla.
È
proprio strano, visto che si tratta di me.
Eppure
mi piace questo suo impacciarsi proprio con me, non lo è mai
stata nei miei confronti. Da quando ci frequentiamo ci sono delle
volte in cui riesce a stupirmi e a mostrare quei suoi lati dolci e
remissivi anche a me, non sono abituato e finisco per essere diverso
anche io.
Ha
uno strano potere su di me. Quando mi attacca gridandomi di tutto so
come reagire e mi sento a mio agio, infatti infierisco ancora di
più,
ma in certi casi finisco per andare in suo aiuto a modo mio.
Non
so cosa diventerà, questa storia, né se saremo
mai
pronti per viverla alla luce del sole ammettendo davanti ai nostri
amici cosa siamo, però sono contento così come lo
sono
di essere arrivato fino a questo punto e di non essermene andato
prima, quando avevo avuto la tentazione di farlo.
Ora
sono curioso.
Fin
dove arriveremo?
Una
cosa è certa… come ho trattato e tratto lei, non
ho mai
fatto con nessuna ragazza, visto che non ne ho mai considerata
nemmeno mezza nemmeno per prenderla in giro e tormentarla!
Kusuda
è effettivamente diversa e qualunque nome abbia la cosa che
sta nascendo fra noi, è comunque una storia di strada, come
tutto ciò che ho vissuto fin ora.
Quindi
sono tranquillo.”
“Cosa
mi è venuto in mente di preparargli del cioccolato per San
Valentino?
Sono
solo una sciocca, la solita!
Non
ho visto quanto cioccolato ha ricevuto? Mi è venuto naturale
prenderglielo tutto per fare quello per Sakurai da parte di Kiriko!
Ma
che diamine!
E
lui che voleva pure tenerlo come scorta di cibo, ma è scemo?
Così
impara ad essere indelicato!
Che
se ne fa dei cioccolati delle altre ragazze?
Non
gliene frega nulla di loro, no?
Quello
è un misogino… a parte che con me… con
me si trasforma
sempre in un maniaco!
Ma
chi me lo fa fare?
Solo
perché è da un po’ che ci frequentiamo,
che ogni
tanto ci baciamo e che abbiamo fatto… Oddio, abbiamo
già
fatto l’amore!
Devo
dire che forse qualcosa lo siamo. Forse.
Anche
perché non sono tipo da fare certe cose con uno, concedermi
fino in fondo, senza volerlo davvero. Ed io lo vorrei solo per chi
provo dei sentimenti.
Mi
brucia ammetterlo perché a volte, sempre, lo appenderei,
però
è così.
Non
so come è riuscito a manovrarmi, quello è astuto,
ma
alla fine mi ha plagiata tanto da spingermi a perdermi per lui fino a
questo punto.
A
voler fare del cioccolato per lui e darglielo.
Che
sciocca romantica, riderà di me e mi dirà che
dovevo
fare a meno di usare l’altro, le sue scorte!
Ma
me lo chiede per cui ormai che ci sono tanto vale, no?
O
Naruse tornerà e mi beccherà in pieno, cosa
peggiore!
Tremante
e piena di vergogna gli porgo il sacchetto col cuore dentro,
tipicamente di questa festa, quindi quando la sua mano sfiora la mia
per prenderlo io mi ritiro in fretta spingendomi contro il muro che
mi regge. Se non ci fosse sarei già stesa per terra.
Ma
perché dovevamo finire così?
Non
stavamo bene come solo amici-nemici ad insultarci e litigare sempre?
Non
che ora le cose siano cambiate poi molto, in effetti, visto quanto
riesce a farmi arrabbiare lo stesso, però…
Non
so, mi sento una scema.
Lo
sento trafficare un attimo e poi dopo un po’ di silenzio che
mi fa
impazzire lo sento masticare. Oh mamma, lo sta mangiando,
addirittura!
Bè,
potrebbe anche dire qualcosa, insomma; nemmeno un grazie…
cavoli,
Sawamura, ma sei proprio una bestia!
È
dopo questa ennesima manifestazione di insensibilità che mi
giro verso di lui di scatto per aggredirlo verbalmente, ho un
espressione battagliera e sono pronta a divorarlo, ma la voce non fa
in tempo ad uscire poiché le sue labbra fermano le mie.
Che…
che sta facendo?
Così,
senza preavviso… potrebbe anche sforzarsi di essere normale,
per
una volta. Siamo a San Valentino e… Oh Dio… e
stiamo facendo
proprio quello che due fidanzati fanno in questo giorno speciale!
Rimango
come un ebete senza fiato sospesa con la mano a mezz’aria
puntata
contro di lui in una posizione non identificata, a sentire la sua
bocca che premuta con delicatezza sulla mia, me l’apre per
entrare
con la lingua e cercare la mia. La incontra ed io non trovo niente di
meglio che assecondarlo titubante e timida e chiudere gli occhi.
Fuoco, umido, dolce. Il suo bacio, questa volta, sa di cioccolato ed
è davvero buono, sono così brava?
Non
mi rendo conto di che razza di pensiero riesco ad avere
poiché
la mano che non è impegnata col cuore che gli ho fatto,
è
sulla mia più piccola rispetto alla sua.
Non
mi aspettavo un gesto simile, davvero, mi trovo ulteriormente
spiazzata mentre con emozione crescente ed una certa
felicità
per la sua risposta, ci baciamo.
È
così strano pensare a noi due che ci baciamo e facciamo
certe
cose, non avrei mai pensato che dopo quel giorno in questo stesso
posto di quasi un anno fa, quando mi fece andare su tutte le furie
per avermi molestato, ci saremmo ritrovati proprio qua io e lui a
farlo volontariamente.
Con
del sentimento.
Per
lo meno credo ci sia, in realtà non ne sono sicura ma mi
piace
pensare che ci sia o non mi concederei mai così.
Posso
parlare solo per me, non so ancora perché lui faccia
così,
non lo immagino proprio. Spero.
Spero
che sia perché prova anche lui le stesse cose per me che
provo
io.
Qualunque
cosa sia di preciso.
Dopo
un primo momento di tensione e opposizione, mi sciolgo completamente
lasciando che mi tenga la mano con la sua che lentamente risale sul
braccio e poi sulla spalla. Mi scosta i capelli con quel suo tipico
languore che mi mette i brividi, spero che mi tocchi ancora come sa
fare lui. Mi sono sempre opposta a quei contatti che creava con me,
finivo per schiaffeggiarlo e coprirlo di insulti eppure ora che sto
qua a baciarlo, a fondere le nostre labbra e le nostre lingue in
continui giochi poco casti, mi chiedo come facevo a non volerlo io
stessa.
Sono
una persona particolare, sembro debole ma sono forte, sembro forte ma
sono debole… sono complessa, lo capisco, ma lui a confronto
è
un enigma a cui non so se verrò mai a capo.
A
volte fa cose per cui lo impiccherei, altre invece mi sorprende
positivamente. Mi confonde ma mi piace sempre più anche per
questo.
Ha
un mondo molto vasto di cui forse sto appena iniziando a farne parte,
forse, e mi piace.
Mi
piace sempre più. Mi ubriaca ogni volta che mi concede una
sua
piccola parte.
Lui
sa di selvatico e quasi di inarrivabile, però ora
è qua
e mi bacia, fa una cosa che, a quanto ne so, non ha mai fatto con
nessun altra ragazza nonostante avesse sempre potuto.
Non
so definire né lui, né ciò che provo,
né
ciò che vogliamo, né ciò che ci
unisce, ma so
che lui è qualcosa, che proviamo, che ci vogliamo e che
siamo
uniti.
Per
il resto c’è tempo, no?
Non
c’è fretta, anzi, con lui non la si può
avere o
scappa. È fatto così. Un gatto randagio, di
strada.
Però
sono sicura che qualunque cosa diventerà questa storia,
è
nata nel luogo che amo di più, il Three men's hoop, posto di
molti cari ricordi. Quindi mi sento decisamente a mio agio.
Il
suo viaggio prosegue lento e proprio sul clou del nostro bacio che si
fa più intenso, la mano gli scende sul mio seno che prende
infilandosi sotto la giacca, rovinando tutta l’atmosfera
romantica!
Dannato
stronzo!
Poteva
anche farne a meno e abbracciarmi romanticamente!
Ecco
cosa vuole da me… ha solo deciso che il mondo del sesso
è
degno d’attenzione ed è ora di esplorarlo!
Non
attendo altro, infatti mi separo al volo e gli stampo cinque dita
sulla guancia accompagnando il tutto con un insulto ed un: - La
smetti di rovinare sempre tutto, brutto maniaco? –
Faccio
per staccarmi da lui e piantarlo in asso, nemmeno lo vorrei guardare
in viso se non fosse che mi afferra il polso e mi blocca davanti a
lui, mi preme contro il muro e mi blocca fra questo e sé
stesso. Spinge il suo corpo, il suo bacino, contro il mio che
improvvisamente diventa molle nonostante il freddo.
Ecco,
di nuovo non respiro.
-
Sicura che abbia rovinato tutto? – Dice poi con voce bassa e
sensuale, anche la sua espressione ed il suo viso lo sono,
dannatamente bello da togliere il fiato. Come diavolo fa?
Mi
vien voglia di rovinare questo suo bel faccino, almeno la smetterebbe
di fissarmi sempre in questo modo… come se volesse
mangiarmi…
come se pensasse un sacco di cose proibite.
Se
fa così, se mi guarda in questo modo, se mi tocca come sta
facendo, è difficile non volerlo.
Ecco
come ho fatto a cedere a lui quando si è messo a provarci
seriamente con me. Credo per lo meno che fosse serio… non lo
so…
Ha
fatto scivolare il cioccolato rimanente nel sacchetto e quello a sua
volta è appeso al polso. Con una mano mi tiene ferma per la
vita, mentre l’altra il busto, subito sotto
l’ascella. Ha il viso
vicinissimo al mio ma non mi bacia, vuole che sia io a farlo, a
protendermi verso di lui ma lo stronzo si sbaglia se pensa che lo
farò.
Sembra
che si prenda gioco di me e al tempo stesso non desideri altro che
me, il mio corpo, il mio sapore.
Quello
che voglio io da lui.
Non
respiro più bene da un po’ ormai e mi gira la
testa.
Cosa
si aspetta che dica?
Ho
la mente vuota, non mi esce mezza parola e… dannazione,
vorrei solo
che mi baciasse.
Quando
muove impercettibilmente la mano sul mio seno, di nuovo, infilandola
sotto la maglia creando con la mia pelle accaldate un contatto
maggiore che mi manda a fuoco, mi esce un sospiro che non riesco a
trattenere.
Perché
sa usare così bene i corpi altrui?
Quante
esperienza ha già avuto, invece?
Mi
ha sempre detto di non aver mai avuto ragazze però ogni
volta
che mi tocca così e mi manda in tilt penso che non sia la
prima volta che tocca il corpo femminile. Ma non ha importanza.
Non
ce l’ha perché ora sta toccando il mio ed
è
importante che non smetta.
E
scollegando completamente ogni ragionamento lucido, circondo il suo
collo con le mie braccia, l’attiro ulteriormente a me e
annullo la
minima distanza rimasta fra i nostri visi. Trovo le sue labbra
così
ben disegnate e le accarezzo con le mie.
In
breve le apriamo venendoci subito incontro con le lingue che
trovatesi giocano come prima danzando veloci e frenetiche. Sempre
più
vogliose come noi due che vorremmo essere a casa e non fuori
all’aperto.
Non
voglio interrompermi, non voglio che smetta, voglio che continui, che
la sua mano mi tocchi ancora, mi scaldi la pelle, mi…
Ma
un rumore da dentro la porta che ci sta accanto ci fa capire che il
nostro momento, per ora, è finito ed il seguito è
solo
rimandato.
Uffa,
proprio adesso!
Sawamura
si stacca in fretta e piantandomi in asso mi dà le spalle.
Copre la visuale a Naruse che arriva da noi con la sua consueta voce
acuta che blatera qualcosa di non comprensibile per me in questo
momento.
Non
capisco subito cosa sia successo, so solo che quella scimmia
impicciona che tanto adoro normalmente, ora è di nuovo qua e
vorrei non ci fosse. Capisco anche che non mi vede subito
perché
Sawamura mi copre con questa posa strategica che mi volta le spalle,
quindi con mille accidenti a tutti e il cuore che corre ancora come
un matto, non mi rimane che sistemarmi e cercare di sbollirmi.
Mica
facile… quello accende micce che non dovrebbe toccare!
E
con le parole di Naruse in sottofondo non posso fare a meno di
pensare che anche se quel maniaco ha sempre i suoi soliti modi
antipatici che mi fanno imbestialire, ormai fa parte della mia vita.
E
non solo come amico.
Guarda
in che stato mi tocca stare… è sempre colpa sua!
Non
lo perdonerò mai… anche se prego ogni volta che
non se ne
vada più e rimanga qui per sempre.”
FINE
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