S.I.
Cerco con gli occhi della mente,
oltre il punto che fisso nella linea dell'infinito,
un perché che da solo risponda
a mille domande.
Confuso dal chiasso che le anime
bisbigliando creano , urlo di disperazione
sperando di essere udito.
Il mondo, sordo, si risveglierà sanguinando
e la risposta al mio perché sarà
sulle labbra di una persona
della quale non capisco il parlare
ma che con occhi socchiusi
spia nel mio pensiero.
Ok, ci sono cose in cui tutti siamo uguali e gli S.I., come
tutti
noi, cercano una risposta che da sola ci faccia capire il
senso
della vita.
Le persone, migliaia di persone, che camminano indifferenti (pur
bisbigliando non sentono le urla degli altri) per la strada non si
rendono conto del disagio degli altri.
A questo punto c'è la differenza tra le persone
"normali"
e gli S.I.: l'S.I. compie un omicidio, e una a caso tra le persone
indifferenti (il mondo sordo) viene uccisa.
La notizia scorre sui notiziari ma il messaggio non può
essere
capito a fondo dal soggetto ignoto (la risposta è sulla
bocca di
una persona di cui non capisco il parlare) perché
la
realtà che viene detta è diversa da quella che
vive
lui.
Tuttavia mentre l'S.I. urla per farsi sentire senza fermarsi ad
ascoltare il significato del bisbigliare, il mondo smette di
bisbigliare e rendendosi conto di esser stato miope (socchiude gli
occhi per vedere meglio) cerca di capire cosa passi nella
mente
di una persona che compie un gesto estremo provando a guardare dentro
la sua testa.
La poesia vuole cercare di capire qual è il punto
in cui
una persona che fa il salto e diventa un criminale, fermo
restando che capire non vuol dire condividere o appoggiare, e infatti
l'S.I. e il cronista parlano lingue diverse.
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