The Girl On Fire

di JackiLoveCatoniss4ever
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Il profumo di caffellatte e brioches appena sfornate entra nei miei sogni, ed apro gli occhi, sorridendo. È così che bisogna iniziare un nuovo giorno: con buon umore. E poco importa se sei uno dei Favoriti meno allenati, o se la mietitura si terrà fra soli tre giorni: basta il calore di una famiglia. O, almeno, questo vale per me. Mi alzo, e trovo i miei genitori già seduti a tavola. – Buongiorno, tesoro mio. Come stai? – inizia mia madre, dandomi un bacio sulla guancia. – Bene, mamma. – Ricambio. – Hai fatto una lunga dormita? – prosegue mio padre, accarezzandomi la testa e sorridendo bonariamente. – Sì, papà, una delle migliori di sempre. – Visto che sono il loro unico figlio, mi vezzeggiano molto ed, anche se qualche volta mi sento in imbarazzo, glielo lascio fare, perché voglio loro un bene dell’anima. E poi ho solo dodici anni, ed ho bisogno di confidarmi con qualcuno che non sia Jonathan, il mio migliore amico. Comunque, certe questioni le riservo solo per lui. Ed una di queste è Marina. È la ragazza più bella del distretto, e sono cotto perso di lei, nonostante sia una delle sedicenni più corteggiate. Ma è come se non se ne accorga, e la capisco bene. Tutti sanno della sua delicatissima situazione familiare, ma stanno ben attenti a non farglielo capire. Il pensiero di rivederla fra pochi minuti all’Accademia mi mette un’incredibile frenesia addosso, così congedo subito i miei ed esco di casa, fermandomi quasi subito. All’inizio mi stupisco, ma poi mi dico che si tratta pur sempre del mio primo amore, e che quindi è normale. Col sorriso sulle labbra, mi presento agli allenamenti, venendo quasi subito affiancato da Jonathan. – Ehi, Max! Tutto ok? – Mi giro verso di lui. – Certo, amico. E tu, come te la passi? – Mi sorride di rimando. – Alla grande! Non devo più prendere le tessere! Qualcuno ci ha fatto una donazione anonima, ed adesso siamo quasi benestanti! – Fingo stupore, trattenendomi dal ridere, sapendo benissimo di essere stato io a convincere i miei genitori a regalare di nascosto quei soldi alla famiglia di Jonathan, che è molto povera. Poi l’istruttore di lancio dei coltelli interrompe la nostra conversazione, facendoci provare a turno. E, proprio quando tocca a me, la vedo. La sua pelle leggermente scura è inconfondibile. I capelli nero corvino luccicano al sole. E, quando i suoi occhi di un marrone intenso si posano su di me, smetto di respirare. Marina è di una bellezza stupefacente. Sembra una dea, oggi più del solito. Qualcuno batte le mani davanti alla mia faccia. – Su, Max! Ti sei incantato a guardare la signorina Schulse, eh? – Ovviamente, è l’allenatore. Quelli del mio corso sogghignano verso di me, complici. Tutti i ragazzini della mia età sanno che vado pazzo per Marina, e non sono l’unico. Sono molti i dodicenni che rimangono a bocca aperta al suo passaggio. Faccio un bel respiro profondo e mi impongo di concentrarmi sul bersaglio a qualche metro da me. Lancio il coltello. Centro perfetto. È la prima volta che mi succede, ed i miei amici scoppiano in un applauso fragoroso. – Sei bravissimo! – dice una voce, e per poco non svengo. Quando mi giro, trovo Marina che mi fissa, con il sorriso sulle labbra. – Sul serio, potresti perfino vincere gli Hunger Games, Max. – Wow! Non sapevo nemmeno che conoscesse il mio nome. Mi sembra di essere tre metri sopra il cielo, come se si fosse annullata la forza di gravità. Deglutisco e le rispondo. – Grazie. Sei davvero molto gentile. – Non riesco a farmi venire in mente niente di meglio. – Non c’è di che. Per così poco… – Mi regala una carezza sulla guancia prima di andare ad esercitarsi con la garrota. Alcuni dei miei compagni fanno dei fischi d’apprezzamento, e sento commenti del tipo: – Bel lavoro, Max! – oppure: – Oramai è tua! – Scoppio a ridere, cercando di minimizzare la cosa e di attribuire a questo il mio rossore, e non all’incontro altamente ravvicinato che ho appena avuto con la ragazza dei miei sogni. L’istruttore si complimenta con me, considerando che sono uno dei peggiori del corso. Odio la violenza, e quel centro è stato un puro caso. Aspetto Jonathan, poi ci avviamo al tiro con l’arco. – Amico, sei un mito! Per poco non ti cadeva ai piedi! Ma come fai a comportarti sempre nel modo giusto al momento giusto? – Scrollo le spalle. – Sarà un dono di natura – e ridiamo entrambi. Il cuore continua a battermi furioso nel petto, come se dovesse scoppiare da un momento all’altro, per tutto il resto della giornata. Passiamo in varie postazioni, ma nessuno pretende da noi tre centri su tre. Prima di tornare a casa, Jonathan mi sussurra all’orecchio: – E comunque so che sei stato tu a mandarmi i soldi. – Sorrido. È proprio perspicace.
Angolo dell’autrice: Ed eccomi tornata, con la mia quarta fanfiction! Questa conterrà 14 capitoli, proprio come le prime due, “Titanium” e “Light Em’ Up”, ed al contrario della terza, “Radioactive”, di 12. “The Girl On Fire” avrà gli stessi personaggi di quest’ultima, dato che narrava il punto di vista di Marina. Stavolta parlerò di Max, ma non rispecchierò proprio tutta la storia. Questa avrà toni molto più delicati. Da notare i comportamenti praticamente opposti delle famiglie di Max e Marina: l’una calda ed accogliente, l’altra violenta e spaventata. Se volete capire meglio la storia, potete leggere la mia precedente fanfiction.




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