Meet me at the altar in your
white dress
We ain't getting no younger, we
might as well do it
Been feeling you all the while,
girl, I must confess
Girl, let's just get married
I just wanna get married
Jagged Edge
–
Le labbra di Mei si incurvano
prontamente all’insù, lasciando che un sorriso da
diavoletta si dipingesse sul suo volto. Grecalopoli possedeva le acque
più cristalline e incontaminate, a suo parere e
intendimento. Forse perché aveva vissuto troppo a lungo
nell’Unima occidentale per conoscere la meraviglia del mare,
Mei spesso emulava la sua opinione come la più assoluta.
Però, in quel momento, anche lo splendido panorama marino
passava velocemente in secondo piano.
La giovane donna cerca
di fare piano, nell’accostarsi alla figura pensierosa di
Ciprian. Lui non sembra notarla, almeno non subito. Mei si sistema una
ciocca dietro l’orecchio – un po’ le
mancano i suoi lunghi capelli, anche se non lo ammetterà mai.
Davanti a loro, il
cielo in attesa dell’alba. Uno degli spettacoli migliori che
la città offriva, nonostante i turisti spesso glissavano
quell’appuntamento. Un peccato, a detta dei nativi del luogo.
« Ci stai
ancora pensando. » sussurra Mei, sedendosi sul pontile
accanto al compagno. Ciprian pare finalmente accorgersi di lei. Non la
guarda, ma le lascia intendere di essere consapevole della sua presenza.
«
Sì. » risponde con fare laconico. « E
non riesco a decidere. » Mei sospira, appoggiandosi sulle
mani e guardando le stelle in procinto di scomparire. Ciprian era stato
chiamato per divenire uno dei Superquattro, pochi giorni prima. Un
onore – ma anche un onere, lei lo sapeva bene essendo stata
Campionessa.
« Qualsiasi
scelta prenderai, io ti appoggerò. E poi la Lega non
è lontana da qui, potrai tornare a casa quando vorrai.
»
«
Così sembra tutto molto facile. » c'è
un poco di ironia, nel suo tono, abbastanza da rendere Mei
più vigile.
« Penso ti
stia arrovellando il cervello un po’ troppo. Non è
da te. » in quegli anni di convivenza, entrambi
avevano scoperto e memorizzato ogni singola sfumatura caratteriale
dell’altro. Ciprian non risponde, tornando ad osservare il
punto in cui presto dovrà fare capolino l’alba.
« Non sono
più giovane e ingenuo. Nemmeno tu, Mei. Tutto qui.
» la castana sorride.
« Non
è che tu sia il massimo esempio di serietà,
nonostante la tua veneranda
età. » il Capopalestra sospira, non
reagendo al commento pungente.
« Hai
così poca fiducia in me? »
« Io penso
che, qualsiasi cosa vorrai fare, a me andrà bene. Ho
intenzione di appoggiarti. »
« Parli come
una moglie. » Mei arrossisce, cosa che la spinge a voltarsi
per non farsi vedere troppo.
« B-beh, non
è c-come se lo fossi? Viviamo insieme, tu lavi la mia
biancheria… Insomma! » Ciprian si lascia andare a
una risata sincera, la prima della giornata.
« Non ci
resta che sposarci. » dice, prima di trovarsi con la gola
secca. Ha pronunciato una frase troppo pesante con fin troppa
leggerezza. Mei diventa di pietra, teme che ben presto
diverrà polvere e il vento se la porterà via.
« Facciamolo.
» dice allora lei, con gli occhi seri. «
Sposiamoci. » Ciprian sussulta.
« Ne sei
sicura? Lo sai che non posso offrirti una cerimonia da principessa.
»
Mei, ormai, non era
sicura di volerla. Non era più una ragazzina che aveva
conquistato il titolo di Campionessa, aveva sgominato il Team Plasma,
era divenuta la padrona di Kyurem. In effetti, di quella ragazzina che
inseguiva Ciprian con aria perennemente furiosa rimaneva ben poco.
Molto era cambiato, e il passato era divenuto simile a una foto
sbiadita dal tempo da osservare con nostalgia.
« Non la
voglio. » il Capopalestra la osserva, incuriosito.
« Me lo dice
la stessa Mei che ha sempre osservato gli abiti fiabeschi, e costosi,
con aria sognante? » la giovane donna gonfia le guance.
Si sente sempre presa
in giro, non importa quanto tempo passa. Lei e Ciprian non cambieranno,
il passato su di loro continua a mantenere la presa. Eppure, lei era
sincera. Voleva sposarlo. Non sarebbe cambiato poi tanto, forse niente,
solo un anello avrebbe testimoniato quella unione.
« Ciprian,
sono seria. » l’uomo sorride, appoggiando la
propria mano scura sopra quella della donna amata. La pelle di Mei,
nonostante la continua esposizione al sole, sarebbe sempre rimasta
molto più chiara. Le loro dita intrecciate creavano spesso
un curioso contrasto.
L’alba
finalmente decide di dare spettacolo. Si affaccia dal mare, illuminando
i due amanti seduti sul pontile. Il sole ha sempre avuto un potere
rigenerante, a detta di Ciprian.
« Allora
facciamolo. » la giovane si volta di scatto verso di lui.
« Sei serio?
»
«
Perché non dovrei? »
« Ciprian, se
lo stai facendo per… »
« Lo faccio
per entrambi. Mi sentirò più tranquillo
anch’io, sapendoti… impegnata.
» Mei arrossisce dolcemente, questa volta decidendo che
Ciprian meriti la manifestazione del suo imbarazzo.
« Allora
siamo fidanzati. »
« Sembra di
sì. »
«
E’ tutto così… strano. Lo
immaginavo… diverso. »
« Non dirmi
che speravi negli Swanna che volteggiavano in aria con una marea di
Petalodanza? »
« Ciprian!
»
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