I personaggi in questa storia
non mi appartengono, gli avvenimenti narrati non corrispondono a
verità e non scrivo a scopo di lucro.
CAPITOLO 1:
SO LONELY WITH YOU
Gerard P.O.V.
La stanza volge gradualmente nella penombra mentre io, seduto a questa
scrivania da tre ore ormai, disegno qualcosa. che non so neanche io
come definire.
La matita scorre velcoe sul foglio intrappolandi nella carta i
personaggi che fino a qualche istante fa erano vivi solo nella mia
testa. Poco tempo dopo sono costratto ad accendere la lampada da tavolo
perchè Belleville viene inghiottita nell'oscurità
della notte.
Alzo il viso verso la finestra, scrutando il paesaggio scuro e le poche
luci accese nelle case accoglienti e... vive.
Volgo la testa prima a destra e poi a sinistra, abbracciando
così tutto il mio monolocale vuoto e desolato.
"E' ora che ti trovi una ragazza." mi ripete sempre il mio fratello
minore Mikey, che si è appena sposato.
Ha fottutamente ragione ma sembra che la ragazza giusta per me non sia
stata ancora inventata.
Solo labbra superficiali hano incontrato le mie, e iridi vuote e
meschine si sono specchiate nei miei occhi verdi...
Scaccio subito questi pensieri, gustando per qualche istante l'amaro
che mi si forma in bocca ogni volta che rievoco queste immagini.
Abbasso lo sguardo per tornare a concentrarmi sui miei disegni. Appunto
un po' la matita e ricomincio a disegnare.
Lo scontro della grafite sulla carta, è l'unico rumore che
infrange questo agghiacciante silenzio.
Apro gli occhi di scatto, alzando il viso dalla scrivania e dai
disegni. Il foglio si stacca dalla mia guancia con uno schiocco e mi
stropiccio gli occhi assonnati.
Mi avvicino alla finestra e poi mi stiracchio, contemplando il cielo
lattiginoso già rischiarato dal sole.
Guardo l'orologio appeso alla parete e mi accorgo che sono appena le
otto e mezza.
Torno alla scrivania e inserisco i disegni su cui ho lavorato per tutta
la notte in una cartelletta verde con l'elastico.
Vado in bagno per sciacquarmi il viso e per dare una sistemata ai miei
capelli neri. Il riflesso di me stesso che mi offre lo specchio, non
è certo uno dei migliori.
Devo smetterla di non fare altro che disegnare, ho bisogno di qualcuno
che allievi la solitudine delle mie giornate.
Ingurgito un caffé sulla porta, per poi uscire e andare
nella libreria in cui lavora Mikey a bordo della mia utilitaria rossa.
"Ehi Gee!" mi saluta mio fratello da dietro il bancone, vedendomi
entrare.
Io ricambio con un gesto della mano e dopo essermi avvicinato, gli
porgo la cartella.
Lui mi rivolge un ampio sorriso e comincia a sfogliare i disegni con
foga ed entusiasmo.
"Wow." commenta. "Gee, basta negare. Devi assolutamente presentarli da
qualche parte, non puoi rischiare di marcire nel tuo negozio di fumetti
come commesso. Hai troppo talento."
Sento le guance avvampare così abbasso lo sguardo.
L'elastico della cartella scatta perciò Mikey deve averla
richiusa, risistemando i disegni dentro.
"Vado ad aprire il negozio, sono già in ritardo."
mormoro.
Frank P.O.V.
Una mano delicata sfiora la mia guancia, costringendomi ad aprire gli
occhi. Lo faccio lentamente, per permettere alla retina di abituarsi
alla luce dle sole che filtra dalle ampie finestre e dalle tende
cremisi.
Una delle visioni migliori che potessi mai desiderare, mi appare
davanti.
La mia fidanzata Jamia è china su di me e mi guarda con i
suoi occhi grandi e un sorriso luminoso. Assumo la sua stessa
espressione e poi alzo un po' la testa per baciarla.
"Alzati o farai tardi alle prove con i Leathermouth. Io intanto vado a
preparare un po' di caffé." mi dice con voce dolce, per poi
togliersi da me e sparire oltre la porta.
Quando sono in bagno, la sento già armeggiare con la moka.
Alzo il polso e guardo l'orologio.
Uff, sono in ritardo per l'ennesima volta. Se stamattina non
mi muovo, i ragazzi mi uccideranno. Mi avevano già dato
l'ultimatum.
Comincio a vestirmi senza far casp a cosa indosso e poi corro in
soggiorno e apro la porta d'ingresso.
"Frankie, dove corri? Ti ho preparato la colazione..." dice Jamia dalla
cucina.
"Scusa Sweetheart." rispondo. "Ma sono in ritardo!"
La sento ridere, prima di chiudermi la porta alle spalle.
Quando arrivo nello studio di registrazione, i ragazzi sono seduti
tutti in circolo, pensierosi.
"Buongiorno!" esclamo allegro, destando la loro attenzione.
"Alla buon ora!" risponde Bobbia con un sorriso.
Io mi avvicino a loro, tentando di scrutare le loro espressioni.
"Che succede?"
"Abbiamo un problema. Non sappiamo a chi far disegnare la copertina del
nostro primo album. Quelli che avevamo contattato sono tutti occupati."
mi spiega il nostro batterista Steve, con tono grave.
"Ah." commento, improvvisamente preoccupato. "Non demoralizziamoci
però, più tardi andrò a fare un giro e
a fine giornata, avremo un disegnatore!" esclamo alzando un braccio.
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