Come sarebbe bello potersi dire che ci amiamo tanto da morire.

di Waterwall
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Mi guardavo allo specchio, era passato un po’ di tempo dall’inizio del secondo anno alla Golden School e io ancora non ero riuscito a incontrare il mio angelo.
Continuavo a guardarmi in quel maledetto specchio e non facevo altro che fissare il mio viso: era sempre più pallido ogni giorno che passava senza lei e gli occhi erano sempre più  stanchi e rossi dalle lacrime che versavo la notte perché ai Devil è proibito piangere.
<< Perché lei non c’è? >>
Cominciai a guardarmi il collo e mi accorsi che non ne poteva più: troppe volte ho pensato che LEI non mi amasse più e troppe volte ho tentato il suicidio in forma terrena … troppe.
Con delicatezza passai il medio sulla striscia violacea sul mio collo, ricordo dell’ultima prova di suicidio andato a male; avevo proprio tentato di strangolarmi.
<< Sulfus, non ti riconosci più neanche fra te e te … >>
Mi sentivo uno schifo totale …
Ma come dovresti sentirti quando la persona che ami non c’è e non si fa sentire per mesi interi? Come? E’ uno strazio questa vita, l’inferno che ti si rivolge contro. Ce la farò a sopravvivere?
<< Sulfus! >> la voce di Gas mi distolse dai miei pensieri.
<< Dimmi! >> ma neanche una leggere risposta.
Scocciato mi misi la maglietta a maniche lunghe e il collare borchiato per nascondere quei segni violacei sul collo.
<< Ora te la faccio vedere io! >>
Ma aprendo la porta che dava verso la stanza l’ultima cosa che mi sarei potuto aspettare: Raf.
Eracosì dannatamente bella …
I suoi capelli biondi con quel ciuffo rosso che io adoravo, quegli occhi azzurri che ricordavano il mare e il cielo insieme e quel sorriso che mi ha dannato per sempre.




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