Traduzione
a cura di ManuKaikan
Potete
trovare l'originale in inglese, qui
The
Sweetest Blow
All'inizio
non era doloroso. Era solo un fastidio durante la notte, qualcosa che
una donna dura come Santana Lopez – che non solo era stata
educata
a risse da corridoio dalla sua coach delle cheerleader durante il
liceo, ma che si era fortificata combattendo la battaglia emotiva che
era stata costretta a vivere quando era stata temporaneamente
respinta dai suoi cari dopo il coming out – avrebbe saputo
gestire.
Dopo tutto, era sicura che Quinn stessa le avesse rifilato qualche
calcio quando lei era alla base della piramide.
Tuttavia,
quella sera era molto peggiore.
In
realtà avrebbe dovuto dire che erano un paio di giorni,
inizialmente
il bambino era sempre stato calmo. Rachel Berry si era lamentata
più
volte che la sua gravidanza non era stata affatto
“facile” come
quella di Santana.
Santana non pensava ci fossero delle
gravidanze facili. Insomma, comportavano un certo disagio, sia fisico
che psicologico, ma anche emozionale, e riferito a questo Santana non
pensava le sarebbe mai accaduto, essendo una stronza senza cuore.
Solo
che la bambina aveva iniziato a darle dei calci ed era sicura che non
sarebbe riuscita a riposarsi. Cercò di spostarsi, per
trovare la
giusta angolazione che le avrebbe permesso di far fermare i calci, ma
ogni volta che ci provava, non durava più di qualche minuto.
Brittany
si mosse dietro di lei, nel sonno, il respiro appena udibile nella
stanza
Santana
provò a non farlo, ma Brittany aveva reso abbastanza chiaro
di voler
essere presente ogni volta che ne aveva bisogno. Fu il motivo per il
quale, seppure a malincuore, Santana si voltò verso di lei e
le
afferrò il braccio tirandolo delicatamente. Sperò
che Brittany non
si svegliasse, ma da quando aspettavano un bambino, era come se
Brittany fosse sveglia anche mentre dormiva. Il semplice tocco delle
dita di Santana fece aprire di scatto gli occhi di Brittany.
“Non
dirmelo.” Sibilò Brittany. “Invasione
aliena?”
Santana
ridacchiò ma l'avvertì di nuovo e questa volta il
calcio fu meno
dolce di quello precedente e non poté evitarsi di gemere.
“Va
tutto bene?” La preoccupazione nella voce di Brittany
suonarono
come calore nel buio della camera.
“Sta scalciando.”
Rispose Santana prima di riuscire a fermarsi.
Immaginò che
fosse dovuto alla sua necessità di confidare in Brittany e
allo
stesso tempo lavare le sue paure.
Brittany
esitò. “Solo calci? Voglio dire ... calci
normali?” Chiese.
“Sì.”
Sospirò Santana. “È più del
solito, ma non penso stia succedendo
niente di brutto.”
“Forse
dovrei portarti all'ospedale.” Rispose Brittany, anche al
buio si
poteva vedere la sua ansia, gli occhi erano lucidi di preoccupazione.
“Britt.”
Santana sollevò il braccio e le accarezzò la
guancia, sua moglie
sembrò calmarsi a quella carezza. “Va tutto bene.
Sta soltanto
calciando un sacco.”
In
pochi secondi il volto di Brittany cambiò espressione, lei
inclinò
il capo e sorrise, uno di quei sorrisi che faceva sempre fare una
capriola al cuore di Santana. Molte volte si era chiesta se essere
sposate e stare insieme ogni ora di ogni giorno, l'avrebbe portata a
smettere di sentirsi così innamorata
di Brittany; ma aveva realizzato che non sarebbe mai venuto il giorno
in cui si sarebbe sentita meno innamorata o attratta da lei.
“Beh,
forse vuole essere una ballerina.” Disse Brittany.
Santana
sorrise, i suoi occhi si inumidirono improvvisamente, lacrime di
felicità e beatitudine minacciavano di scenderle. La
gravidanza la
stava rendendo sempre più emotiva, ma poteva lasciarsi
andare,
almeno nella privacy della sua casa.
“Magari
è così.” Accordò Santana.
“E se lei prende da te,” mormorò,
facendo scorrere la mano fra i suoi capelli, “Non
avrà bisogno di
molta pratica.”
“Non
è vero.” Disse Brittany anche se un sorriso le
incurvava le
labbra. “Una ricerca afferma che il novanta percento dei
bambini
che aspira a seguire i passi dei propri genitori, ha più
probabilità
di successo degli altri perché i genitori sono
così esperti da dar
loro la migliore formazione nel campo.”
Santana
sorrise più ampiamente e sospirò felice, fece per
aggiungere altro
su come la loro bambina sarà sicuramente un genio, quando un
altro
calcio la fece gemere.
“Vieni
qui.” Mormorò Brittany, allargando le braccia per
accoglierla.
Santana
non esitò, era questo il principale motivo per il quale ha
svegliato
Brittany. Se c'era qualcuno che poteva sempre aiutarla, in qualsiasi
situazione, era sua moglie. Si mosse sino ad appoggiare la schiena
contro il petto di Brittany, il braccio della moglie l'avvolse
immediatamente, la strinse di più e i loro fianchi si
unirono.
Santana sospirò di sollievo e la sensazione di calore e
famigliarità
la invase. Era lì che apparteneva ed era lì che
si sentiva al
sicuro.
“Respira
dentro e fuori, ricordando il dolore che sentì.”
Sussurrò
Brittany in un orecchio, il suo respiro accarezzava il collo di
Santana. “Così quando calcia, sai già
cosa aspettarti.”
Santana non capì cosa volesse dire in un
primo momento, non
riuscendo a capire come le sarebbe stato d'aiuto, ma si fidava di
Brittany, con tutta sé stessa, era sempre stato
così, quindi fece
come le aveva detto. Questo la cullò verso il sonno,
portandola
verso uno stato dove la maggior parte dei suoi sensi si acquietarono
e tutto ciò che riusciva a sentire era l'abbraccio del suo
amore.
Non
ci furono calci per un po', così Santana quasi
scivolò nel sonno,
ma quando la bambina calciò di nuovo, la prese di sorpresa
facendola
sussultare e gemere.
“Non
lo stai facendo.” La riproverò Brittany
affettuosamente.
Santana
cercò di rilassarsi di nuovo, sentendosi così
stupida per aver
sperato anche solo per un momento che i calci si sarebbero interrotti
improvvisamente. Provò a fare quello che le aveva detto
Brittany,
riportando alla mente il dolore esatto. Non era difficile visto come
era accaduto così frequentemente negli ultimi giorni. La
sensazione
l'avvolse con facilità e pochi minuti dopo,
riuscì addirittura a
sperimentarlo.
Quando
la bambina calciò di nuovo, Santana fu pronta.
Ovviamente
non fu come non sentirlo, ma fu meno doloroso e in aggiunta non la
prese nemmeno di sorpresa. Sorrise, premendo la guancia contro il
cuscino, Brittany era un genio, era più che logico che
avrebbe
saputo come risolvere quel problema.
“Va
meglio?” Chiese Brittany, probabilmente notando che i calci
non
spaventavano più Santana.
Santana
si sistemò meglio nella sua stretta e chiuse gli occhi,
brividi le
percorsero tutto il corpo quando Brittany cominciò a
baciarle
dolcemente la spalla. Con baci caldi e carezze, fu più
semplice per
Santana lasciarsi andare. Per lo più riuscì a
capire perché era in
grado di affrontare tutto, specialmente quando Brittany era con lei.
Era come se il dolore scemasse, trasformandosi in solletico.
Quella
notte sognò della loro vita con la bambina, sognò
di un futuro così
vicino che quasi le sembrava di poterlo vivere non appena avrebbe
aperto gli occhi il giorno dopo.
Beh,
non propriamente il giorno dopo, ma molto presto.
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