Silenzio, inghiottiva qualsiasi cosa.
Attorno a lui infuriava la battaglia, poteva vedere i suoi compagni combattere le centinaia di akuma che li attaccavano, ma non sentiva nulla.
Lei cadeva dinnanzi a lui, leggiadra come una farfalla, con quell’eleganza che l’accompagnava in ogni suo gesto, quella stessa eleganza che non l’abbandonava neppure negli ultimi istanti della sua vita.
E lui si era inginocchiato, l’aveva presa tra le sue braccia, attento a non stringerla troppo forte, quasi avesse paura che si potesse rompere.
‹ Addio, Kanda. › sussurrava, riusciva appena a sentirla, quella voce che sapeva di morte. ‹ Ti amo. ›
Una lacrima solitaria scendeva lungo il suo viso, mentre la guardava spegnersi.
Quella pesante maschera d’indifferenza, per pochi istanti, si era spezzata.
—
‹ Yuu, dovresti piangere, sai? ›, Lavi lo osservava, con sguardo inquieto. ‹ Non hai versato neppure una lacrima per tutta la cerimonia. ›
Perché mai dovrei piangere? Piangere non la riporterà indietro.
‹ E’ inutile nascondersi dietro quell’espressione stoica, sappiamo tutti quanto Lenalee fosse importante per te. ›
No, non lo sapete, non riuscireste mai neppure a immaginare quanto fosse importante per me.
‹ Potresti quanto meno rispondermi. › sospirò, non poteva dirsi sorpreso.
‹ Quella maschera non ti protegge dal dolore, Yuu, spero lo capirai un giorno. ›
E, ancora una volta, silenzio.
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Un anno, un intero anno era passato dalla morte di Lenalee. Mai, neppure una volta era andato a fare visita alla sua tomba, sarebbe stato come ammettere che fosse davvero morta, mentre in realtà era viva, nella sua mente, nel suo cuore, e lo sarebbe stata finché avrebbe vissuto.
Chiuso nella sua stanza, ancora una volta quella maschera si era spezzata.
Sorrise, mentre la seconda lacrima versata dalla sua morte solcava lenta una guancia.
‹ Ti amo anch’io, Lenalee. ›, una risposta arrivata troppo tardi, avrebbe voluto che potesse sentirla, avrebbe voluto vederla sorridere, ma quel sorriso non l’avrebbe mai più rivisto.
E cadde ancora il silenzio. |