Titolo: All that I say, you always
say more
Fandom: Iron Man
Personaggi: Tony Stark, Pepper Potts
Words: 616
Genere: Generale
Rating: Verde
Warnings: Pre-Iron man (2008)
Note: Scritta per il drabble event
del 26 Aprile 2015, con il prompt: "Marvel MCU, Tony/Pepper, Ad inizio
carriera Pepper lavorava in un bar per arrotondare lo stipendio"
All that I say,
you always say more
C'era una macchia sul
bancone che Pepper stava cercando di pulire. Era una macchia piccola e
ostinata e se avesse deciso di lasciarla in pace, nessuno se ne sarebbe
accorto. Eppure continuava a strofinare, la pezza che faceva su e
giù sulla superficie levigata. Ci stava mettendo tanta forza
e tanto impegno che alcune ciocche bionde le erano sfuggite dalla coda
dei suoi capelli e ora le solleticavano con fastidio la punta del naso.
Era tardi e il bar era prossimo alla chiusura.
Seduto al bancone c'era solo un giovane uomo che Pepper conosceva fin
troppo bene.
Tony Stark indossava una felpa scura, il cappuccio ben tirato sulla sua
testa nel tentativo di nascondere la propria identità. Non
c'erano guardie ad accompagnarlo come di solito accadeva in pubblico,
quindi era abbastanza ovvio che si fosse intrufolato lì
senza dire nulla a nessuno.
Pepper lo aveva riconosciuto fin da subito, però, e non solo
perché Tony Stark era un volto conosciuto a livello
mondiale; era il suo capo, anche se da poche settimane.
Ovviamente l'uomo non sapeva chi fosse lei, Pepper dubitava che
conoscesse anche solo la metà dei nomi dei suoi dipendenti,
e sembrava non si fosse nemmeno accorto della sua presenza
lì. Era piegato in avanti, troppo impegnato a scrivere
numeri e formule su un tovagliolino di carta.
A quel punto, Pepper cercò di concentrarsi ancora una volta
sul proprio lavoro, ma non poteva fare a meno di lanciare occhiate
oblique a quel fogliettino improvvisato.
Il fastidio le solleticava il petto e le faceva formicolare le labbra:
era stanca e frustrata. Il suo stipendio alle Stark Industries non era
abbastanza per pagarle l'affitto e gli studi, così aveva
dovuto trovare lavoro in quello stupidissimo bar per arrotondare le
entrare e il suo capo si trovava a due centimetri da lei, sbagliando calcoli
di matematica.
«Hai confuso le formule.»
Non aveva saputo trattenersi.
Tony alzò lo sguardo sorpreso. Aveva gli occhi rossi e
stanchi, era abbastanza ovvio che non avesse dormito, forse da giorni.
Un sorriso da schiaffi fece subito capolino sulle sua labbra.
«Questo è impossibile, mia cara. Io non sbaglio
mai, è un piccolo difetto che ho fin dalla nascita. Vede,
sono...»
«So benissimo chi è lei, signor Stark. Questo non
cambia il fatto che ha confuso le formule.»
Tanto valeva che si soffocasse con la pezza che ancora stringeva tra le
mani, perché era abbastanza sicura che se Stark non sapeva
chi fosse, l'avrebbe scoperto ben presto e in men che non si dica,
Pepper si sarebbe ritrovata senza lavoro per il resto della sua vita.
Tony corrugò la fronte confuso, gli occhi un po' annacquati
che fissavano con sospetto la propria calligrafia.
«X non è uguale a 0, quindi deve usare Taylor, non
McLaurin.»
Probabile che Stark lo avesse già capito, ma a dispetto di
ciò che Pepper si aspettava, non iniziò ad urlare
o a fare minacce di diverso genere. Si alzò,
custodì in fretta il fogliettino nella tasca destra dei suoi
pantaloni e uscì dal bar, tutto senza dire una parola.
Era stato chiaramente sconvolto, anche se Pepper non poteva dire se a
causa del suo errore o perché una donna qualsiasi aveva
osato contraddirlo.
La macchia sul bancone aveva acquisito tutto un nuovo interesse.
Il giorno dopo, Pepper era stata licenziata.
Questo per quanto riguarda il bar, almeno. Alle Stark Industries,
invece, aveva ricevuto una promozione ed era appena diventata la
segretaria personale di Tony Stark.
Non aveva ancora avuto il tempo di superare lo shock quando le
arrivò un messaggio sul cellulare:
"Può venire a ritirare il contratto nel mio ufficio.
E' tutto, signorina Potts?"
Pepper sorrise, qualcosa nella sua vita stava drasticamente cambiando.
"E'
tutto, signor Stark."
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