Damn Toxin

di cartoonkeeper8
(/viewuser.php?uid=677923)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


L’uomo canuto posò il martello e si sedette. Strinse il divario tra gli occhi tra indice e pollice, sospirando. Mestiere ingrato. Maledetto suo padre che l’aveva cresciuto falegname! Fino a qualche giorno prima costruiva giocattoli e slitte per bambini gioiosi… e ora?

Guardò fuori. Se prima Nome era un tripudio di scintillanti lucciole rosse palpitanti nel buio, ora man mano nei cuori si spegnevano i barlumi di speranza, mentre la città cadeva nella più nera disperazione. 

Sospirò di nuovo, e sistemò l’oggetto appena completato vicino agli altri, e si fermò a osservarli. Le bare occhieggiavano attorno lugubri e tristi, accasciate al muro. 

Fuori, tra la neve e il buio, solo un randagio che corre.   





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3108073