WISCONSIN
"Tutti in carrozza, signori e signore! Tutti in carrozza!"
annunciò Graheme, agitando le braccia e giocherellando con
il suo fischietto da capotreno. I pochi passeggeri si affrettarono a
salire sul malconcio treno diesel. La locomotiva sbuffava e gemeva come
un vecchio tubercolotico.
Salendo a sua volta nella prima carrozza, Graheme si
strofinò le mani e soffiò sui suoi pesanti guanti
neri. Il freddo polare di mezzanotte era letale nel Wisconsin,
specialmente in quella stagione. Graheme si chiese, e non per la prima
volta, chi lo avesse spinto ad accettare quel maledetto servizio
notturno sull'unica tratta ferroviaria in servizio quella notte su
quella linea.
Prima di effettuare il solito giro per il controllo dei biglietti
Graheme prese lo specchietto che teneva nella sua borsa e si
controllò capello e divisa. Erano perfettamente puliti, ed
evidenziavano il suo volto autorevole e ancora privo di rughe o quasi.
Graheme sorrise. Non era da tutti arrivare a sessanta anni e
dimostrarne ancora al massimo cinquanta.
Inspirando profondamente, Graheme si concesse alcuni secondi per
ripensare al litigio che aveva avuto con Selene. Nonostante avesse
passato la cinquantina, sua moglie era ancora una bella donna, e
Graheme era ancora geloso degli uomini affascinanti e colti che Selene
incontrava, lavorando all'Università. "Ridicolo"
mormorò a sè stesso Graheme "geloso a sessanta anni..non sei
più un ragazzino". Si promise mentalmente di
scusarsi con Selene una volta finito il viaggio, e incamminò
verso la seconda carrozza.
************
La ragazza bionda sedeva nel sedile centrale della quinta carrozza,
sprofondata nella lettura di un saggio dal titolo in tedesco. Luke
sistemò la sua valigia e le rivolse un sorriso, che venne
ricambiato da una occhiata sdegnosa.
"Freddina, la bionda"
pensò Luke, sistemandosi i capelli, lisciandosi il biglietto
e strofinando le mani sul suo sedile. "Si intona al clima"
scherzò mentalmente. Luke era fatto così: non
c'era praticamente fine alle sue battute senza senso e pochissime cose
avevano il potere di abbatterlo.
Si guardò attorno: non c'erano altri passeggeri, a meno di
non contare l'uomo accasciato nel sedile d'angolo, che, come si poteva
facilmente capire dalla sua posa e dal cappello calcato sul volto, era
fra le braccia di Morfeo e sarebbe rimasto nel mondo dei sogni ancora
per molto tempo.
"Freddo glaciale, vero?" annunciò Luke alla ragazza, che si
limitò ad alzare le sopracciglia. "Mi chiedo come mai non
abbiano acceso il riscaldamento...dopotutto siamo clienti paganti, e il
biglietto non era certo a buon mercato" continuò Luke,
sbirciando la ragazza e tentando di cogliere ed incentivare ogni
eventuale cenno di interessamento. La ragazza non rispose nè
si mosse.
"Va a finire sempre
così" si lamentò mentalmente Luke "Parlo, parlo e non mi degnano di
uno sguardo..più sono belle meno ti calcolano".
Luke sospirò. "Però
anche io sono proprio furbo...sto qui a tentaredi fare conversazione
sul tempo. Accidenti alla mia linguaccia, sono proprio senza speranze".
Marie, la ragazza bionda, alzò gli occhi al cielo.
Perchè doveva essere sempre circondata da scocciatori?
Perchè i passegeri dei treni non potevano essere tutti come
l'uomo addormentato nell'angolo? "
"Se mi parla ancora del
tempo, giuro che vomito" pensò Marie, alzando
il libro sulla psicoanalisi che stava fingendo di leggere fino a
nascondere il suo volto.
"Biglietti, prego" annunciò Graheme, entrando nella carozza
e squadrando Luke e Marie. "Non
avrei nemmeno avuto bisogno di controllare. Chi salirebbe senza
biglietto su un treno come questo e sopratutto in una notte come
questa? E' già incredibile che ci siano passeggeri paganti..."
pensò Graheme, mentre Luke si affannava a frugare nel suo
portafogli e Marie riponeva per un attimo il suo libro, porgendo a
Graheme il suo biglietto.
Luke fece un sospiro di sollievo. Il biglietto era in tasca, proprio
dove avrebbe dovuto essere. Mentre Graheme controllava il documento di
viaggio di Marie, ringraziandola, Luke fece del suo meglio per lisciare
il suo biglietto, che,spiegazzato com'era, somigliava più a
un fazzoletto usato che un documento.
Graheme alzò leggermente gli occhi al cielo e
afferrò il biglietto stropicciato che Luke gli stava
porgendo. Il sorriso di scusa del ragazzo era però
così sincero che Graheme non se la sentì di
rimproverarlo.
"Biglietti, signore" esclamò poi il capotreno,
posizionandosi davanti all'uomo con il cappello calato sul volto.
L'uomo non rispose."Completamente
andato" commentò mentalmente Graheme.
"Biglietti, prego, signore" ripetè a voce più
alta. L'uomo continuò a non rispondere e a non muoversi
dalla sua posizione.
Marie era tornata a sprofondarsi nel suo libro, senza realmente
riuscire a concentrarsi sulle scritte che le danzavano davanti agli
occhi. "Se almeno non
fossi stata così orgogliosa.." si
lamentò con sè stessa. "Potrei essere a Buffalo a casa
di Jim, e non qui a congelarmi mentre cerco di rintracciarlo e di farmi
perdonare..."
"Sonno pesante...forse dovremmo mandare la signorina a svegliarlo"
commentò in tono allegro Luke. Marie e Graheme lo
scrutarono: la ragazza appariva infastidita, il controllore stanco e
leggermente innervosito. "Stupido!
Perchè hai parlato?" ripeteva a Luke quella
vocina severa che il ragazzo ascoltava di rado.
"Signore,si svegli, per favore." insistette Graheme, scuotendo
delicatamente la spalla dell'uomo apparentemente addormentato. Il
cappello scivolò improvvisamente giù dal volto
dell'uomo, e il controllore emise un urlo soffocato.
Stupefatti, Marie e Luke si voltarono verso l'uomo, e urlarono a loro
volta: Luke per un paio di secondi, Marie per un istante, prima di
portarsi una mano alla bocca.
L'uomo nel sedile d'angolo era chiaramente morto: nessuno poteva avere
quel colorito bluastro ed essere ancora vivo. Ma a rendere la scena
ancora più inquietante c'era un pezzo di carta infilato
nella bocca semichiusa del morto.
"Chiamiamo..facciamo..avvertiamo qualcuno!" mormorò fra
sè e sè Luke, scrutando nervosamente Graheme e
Marie. Il capotreno continuava a scuotere la testa, incredulo, mentre
Marie si strofinava gli occhi e tentava di calmarsi, inspirando
profondamente.
"Che facciamo?" si chiese a voce alta Luke, alzandosi in piedi di
scatto. "Che cosa dobbiamo fare?" si mise ad urlare. Marie dondolava
avanti e indietro, sbattendo gli occhi. Fu Graheme a riprendersi per
primo. "Parlerò con il macchinista, gli dirò di
fermarsi alla prossima stazione." proclamò con la voce che
gli tremava, tentando inutilmente di rassicurare i due passeggeri.
"Non è vero" esclamò Marie scuotendo la testa
"Non può essere vero, è un falso, una candid
camera, o magari uno scherzo..." Graheme inspirò
profondamente e posizionò due dita sul collo del morto
sconosciuto. "E' veramente andato" annunciò in tono tetro.
Proprio in quel momento il cadavere sussultò. Marie
urlò, terrorizzata. "Non è nulla..è
l'ultima contrazione prima del rigor mortis..." riuscì a
balbettare Luke, tranquillizzandola solo in parte.
Il foglio di carta precipitò dalla bocca dell'uomo al
pavimento, ma nessuno se ne accorse. "Oh mio Dio" ripeteva Graheme fra
sè e sè "Oh mio Dio.." "Si riesce a capire
come..come mai è morto?" si informò Marie,
deglutendo vistosamente.
Lukw scosse la testa, alterttanto sconcertato. "Devo andare la notizia
al macchinista. Voi due restate qui" ordinò Graheme ai
ragazzi. Luke e Marie si scambiarono un'occhiata preoccupata.
*******
Graheme si precipitò fuori dalla carrozza, inspirando
affannosamente nel tentativo di rallentare il cuore. Come diavolo aveva
fatto Thompson Hardy, l'uomo di cui lui era geloso, a materializzarsi,
morto, sul suo treno? "E'
un incubo..non può essere altro che un incubo, ora mi tiro
un pizzicotto e mi sveglio!" si ingiunse mentalmente.
Graheme prese la pelle del suo braccio fra pollice ed indice, senza
ottenere alcun effetto. La carrozza rimase dietro di lui, reale come la
sua mano, o il suo viso. Non era un sogno. "Che cosa devo fare adesso? Fare
fermare il macchinista nella prossima stazione? Chiamare la Polizia
Ferroviaria? Avvertire la stazione più vicina?"
si domandò, mentre il suo cuore ricominciava a battere
furiosamente.
*******
"Dovremmo coprirgli il viso." continuava a ripetere Luke, strofinandosi
maniacalmente il pizzetto. Marie fissava il cavere, come ipnotizzata.
"E' il professor Hardy!"
urlava una voce nella testa di Marie "Che cosa ci fa qui?"
. Marie ripensava ai complimenti pesanti del suo professore, e al
litigio che aveva avuto solo una settimana prima con quell'uomo che ora
era lì davanti a lei, morto stecchito.
"Hardy! E' Hardy! Gli
dovevo dei soldi, maledizione!" strillava la voce di Luke
nella sua mente. Non aveva mai restituito il prestito che quell'uomo
gli aveva fatto: i soldi erano finiti in investimenti sbagliati e in
scommesse perse. "Che
razza di situazione è questa?" pensò
Luke, tentando di controllare il suo respiro, che era ormai divenuto
affannoso come quello di un maratoneta al termine di una gara.
*******
Il telefono di Graheme emetteva solo fruscii e fischi incomprensibili.
Irritato e spaventato, il capotreno si diresse rapidamente verso la
locomotiva. "Parlerò
con i macchinisti..li farò rallentare..sistemerò
tutto.." si promise mentalmente Graheme, aprendo con le
sue chiavi speciali il pesante portellone che separava la locomotiva
dal resto del treno.
All'interno della locomotiva lo attendeva uno spettacolo se possibile
ancora più raccapricciante del morto nella carrozza cinque:
la locomotiva era vuota. Non c'era nemmeno la minima traccia dei
macchinisti.
Terrorizzato, Graheme si preciptò sulla leva del freno di
emergenza e la tirò con tutte le sue forze.
********
Luke e Marie non osavano muoversi. Il ragazzo si mordeva nervosamente
le unghie, mentre la giovane donna fissava il vuoto, come paralizzata.
Lo stridio dei freni del treno li fece sobbalzare.
"Cosa è stato? " si chiese Luke, tentando di
scorgere qualcosa nell'oscurità totale fuori dai finestrini.
"Siamo fermi..ma perchè? Che cosa è successo? Non
ci sono stazioni qui!" continuò Luke.
"Siamo fermi?" sussurrò Marie, rivolgendo a Luke un'occhiata
impaurita. "Era il freno d'emergenza, se non sbaglio..."
continuò Luke. "Ma perchè-"
"Sono stato io" lo interruppe Graheme, rientrando nella carrozza e
facendolo urlare per lo spavento. "Il treno..non ci crederete, ma noi
tre siamo gli unici rimasti...". Le occhiate sconvolte di Luke e Marie
non lo fermarono. "Siamo soli..." concluse Graheme, sedendosi su un
sedile e togliendosi il cappello da capotreno.
"Soli? Come è possibile? Tutti gli altri
passeggeri e i macchinisti...dove sono?" mormòrò
nuovamente Marie. "Non lo so...davero, non lo so. Ora scendo e
vado a cercare aiuto.." rispose Graheme in tono nervoso, avvicinandosi
alla porta che separava la carrozza dal resto del mondo.
Tirò la leva di apertura una volte, poi ancora, sempre
più forte. "E' bloccata.." annunciò incredulo.
Marie e Luke lo fissarono, sconvolti.
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