Epilogo(1)
Epilogo
Two Years Later
The words have been
drained from this pencil,
Sweet words that I want
to give you,
And I can't sleep,
I need to tell you
Goodnight...
Era appena scoccata la mezzanotte quando una figura incappucciata si
materializzò nel giardino della Tana, avanzando circospetta
nel buio. L'uomo sbuffò, scuotendo la testa, mentre dalla
mantella cadevano fitte goccioline di pioggia e gli stivali infangati
s'infrangevano sonoramente in un gruppo di pozzanghere. Giunse alla
porta sul retro, quella che dava sulla cucina, e con un deciso
movimento della bacchetta la aprì. Un aroma intenso lo
investì, facendolo sentire immediatamente a casa: pan di
zenzero, pudding, tacchino arrosto e patate col rosmarino; tutti i
profumi della cena che si era da poco consumata e di cui ancora restava
qualche avanzo.
Si tolse il mantello e asciugò i propri indumenti fradici
con un incantesimo, riportando indietro i capelli che gli si erano
appiccicati alla fronte. Trangugiò velocemente e con
voracità alcune pietanze recuperate qui e là,
seduto in equilibrio precario su uno sgabello a cui era stato mozzato
un piede. Alla fine bevve un sorso di succo di zucca e si diresse in
salotto.
Passando in prossimità delle scale, poté udire il
russare sommesso proveniente dalle camere da letto e il rumore del
lieve borbottio di sua madre, la quale continuava probabilmente ad
inveire contro di loro persino durante il sonno. Sorrise appena,
muovendosi piano perché le travi del vecchio pavimento non
scricchiolassero, varcando la soglia del salone riccamente addobbato a
festa, in fondo al quale svettava il grande abete che lui e i suoi
fratelli erano stati costretti a cercare dietro minaccia di sua
sorella. Al di sotto, decine di pacchi di ogni forma, colore e
dimensione, tutti impazienti di essere consegnati e scartati dalla
persona alla quale erano destinati. Uno in particolare
attirò la sua attenzione, di un bel rosso sgargiante e
avvolto in un lucente nastro dorato: i colori della sua casa quando era
ad Hogwarts. Vi era attaccato un piccolo biglietto di pergamena un po'
ingiallito, scritto con una calligrafia piena ed elegante. Certo ormai
che si trattasse di quello che stava cercando e illuminato appena dal
fuoco del camino poco distante, si accovacciò e
allungò le mani
- Fermo
lì! - lo ammonì qualcuno, facendolo sobbalzare -
Cosa pensi di fare, eh?! - si fermò e girò
lentamente la testa, notando solo in quel momento la figura mezza
distesa sul vecchio divano e coperta da una delle pesanti coperte
lavorate a maglia da Molly Weasley
- Che
domande! Ovviamente stavo cercando di aprire il mio regalo.
- Non
oserai, Fred Weasley! Mi hai sentito bene?! - Hermione lo fissava con
un cipiglio severo, puntando il lungo e affusolato dito indice contro
di lui - Guai a te se solo provi ad aprirlo prima di domattina.
- Andiamo
Granger, non pensi che questo uomo stanco meriti un premio dopo aver
vagato per delle paludi puzzolenti la Vigilia di Natale?
- Siete
stati tu e tuo fratello ad insistere per andare, non riceverai alcuna
pietà da me! - in quel momento Fred si accorse che quello
che era iniziato come il solito battibecco tra loro, si stava
velocemente tramutando in una vera e propria discussione. Hermione
doveva sentirsi ancora risentita perché l'aveva lasciata
sola, ma se lui e George non avessero sfruttato quell'ultima notte di
plenilunio per raccogliere le erbe di cui avevano bisogno, mettere a
punto la nuova pozione si sarebbe rivelato un lavoro ben più
lungo e complesso, che lo avrebbe assorbito troppo per i mesi
successivi. Sospirò, alzandosi in piedi ed avvicinandosi
- Pensi
che riuscirai a farmi un po' di spazio? - chiese, conoscendo
già la risposta
- Non ne
ho alcuna intenzione! - roteò gli occhi, a metà
fra l'esasperato e il divertito
-
Chissà perché lo immaginavo. - disse, e senza
concederle il tempo per replicare la sollevò di peso,
sedendosi a sua volta con lei in grembo, avvolgendo entrambi con la
coperta. Hermione strabuzzò gli occhi, mordendosi un labbro,
e Fred seppe con certezza che stesse trattenendo un sorriso
- Cosa
credi di fare, adesso? - gli chiese, tentando inutilmente di mantenere
un contegno altezzoso
- Credo mi
verrà in mente qualche idea...
- Oh no,
mio caro!
- Andiamo
Granger, lo sappiamo entrambi che lo vuoi anche tu.
- Ma che
presuntuoso! Io non voglio proprio nulla da te, chiaro?
- Chiaro,
chiarissimo. Limpido come l'acqua. - rispose incolore, iniziando a
dedicarsi alle sue caviglie gonfie con un massaggio - Piuttosto
perché non ci spostiamo in camera da let... ahia! Insomma
Hermione, almeno nella tua condizione potresti cercare di smetterla di
comportarti così violentemente, non fa' bene agitarsi, sai?
- Sei tu
l'unico che mi fa' agitare!
- Su su,
adesso basta. Non vorrai che i bambini sentano la mamma e il
papà litigare, vero? - poggiò amorevolmente una
mano sul pancione di Hermione, accarezzandolo e accostando il viso -
Voi non dovete assolutamente preoccuparvi, bambini, la mamma scherza!
In realtà, non potrebbe mai vivere senza il papà,
solo che non vuole ammetter... ahi! Merlino, Granger, vuoi per caso
uccidermi?!
- Smettila
di dire sciocchezze, allora!
- Non puoi
picchiarmi davanti ai bambini, che figura pensi che mi faccia fare?
- Quella
dello sciocco.
-
Esattam... Ehi! - ma si fermò, vedendola sbadigliare - Sei
stanca? - chiese, malcelando una certa preoccupazione
- Non
troppo. - rispose lei, non volendo indulgere sulla questione
- Andiamo
di sopra, starai più comoda in camera. - fece per alzarsi,
ma si sentì bloccare per un braccio
- No!
Restiamo ancora un po' qui, si sta bene. - lo implorò,
adagiando la testa nell'incavo del suo collo, cullata dal lento
crepitio del fuoco e dal caldo abbraccio del ragazzo, e
sospirò. Fred la osservò, poi sorrise, baciandole
la testa
- Va bene,
- acconsentì, stringendola di più a sé
- ma solo un po'.
...When we're together I
feel perfect,
When I'm pulled away
from you I fall apart,
All you say is sacred to
me,
You're eyes are so blue,
I cant' look away,
As we lay in stillness
you whisper to me...
Si risvegliò quando l'orologio a pendolo riprese a
rintoccare, all'una esatta. Si stiracchiò, irrigidito dalla
scomoda posizione che aveva assunto durante il sonno, per poi
ricordarsi di avere ancora Hermione tra le braccia, placidamente
addormentata. Sorrise, ricordando quella volta in cui le aveva detto
che quando dormiva era l'unico momento in cui riusciva a starsene
tranquilla
- Se la pensi così,
allora forse dovresti fidanzarti con una bambola gonfiabile.
- lui non aveva capito cosa intendesse, ma era quasi certo si trattasse
di un insulto bello e buono. Aveva anche tentato di chiedere ad Harry,
che essendo cresciuto tra i babbani ne sapeva più di lui su
certe faccende, ma quando gli era scoppiato a ridere in faccia, aveva
deciso che quella conversazione era meglio tenerla per sé.
Udì un mormorio e si voltò nella sua direzione,
temendo di averla svegliata con qualche movimento brusco.
Fortunatamente dormiva ancora e, borbottando qualcosa di
incomprensibile, si mosse appena, accarezzandosi inconsciamente il
ventre. Fred pensò che, probabilmente, i bambini si stessero
muovendo. Così, preso dalla solita emozione che lo coglieva
ogni qual volta pensava a loro, depose delicatamente la mano accanto a
quella di Hermione, sperando che questo non la destasse.
Sentì il battito del cuore accelerare quando
percepì contro il palmo la forma di quello che avrebbe
dovuto essere un gomito o un ginocchio, ammonendo mentalmente il
bambino affinché lasciasse riposare in pace la madre. Sapeva
che non doveva essere stato facile per Hermione, costretta al riposo
forzato dal lavoro e da qualsiasi altra attività potesse
causarle un accumulo di tensione, con Molly sempre disponibile, troppo
disponibile ad esaudire ogni suo bisogno, anche quelli di cui lei
stessa ignorava l'esistenza. Ma vederla affrontare anche quell'ennesima
sfida come ogni altra nella sua vita, gli aveva fatto comprendere ancor
di più quanto fosse fortunato ad averla al suo fianco e per
questo motivo si era impegnato sempre più nel lavoro, per
poter trascorrere gli ultimi mesi della gravidanza a sua completa
disposizione
- Pensi
mai a come potranno essere? - chiese all'improvviso Hermione, che nel
frattempo si era svegliata, la testa adagiata contro lo schienale del
divano
- Sempre.
- le aveva preso la mano, stringendola appena
- A volte
ho paura, - ammise incerta - pensando a tutte le cose che potrei
sbagliare.
- Il
perfetto prefetto che ha paura di non riuscire a fare qualcosa? Questo
sì che è un giorno da ricordare!
- Non
prendermi in giro, sono seria.
- Anch'io
lo sono e sarai perfetta, come sempre.
- E come
fai a saperlo? - non accadeva spesso che mostrasse così
apertamente le sue debolezze, ed ecco perché Fred si decise
a parlare
-
Perché Fred Weasley non sposerebbe mai una donna che non
fosse perfetta come lui.
-
Perfetto, ma fammi il piacere! Se tu lo sei, io allora... scusa, che
cosa hai detto? - si era bloccata a metà della frase,
improvvisamente consapevole delle sue parole
- Ho
detto...
-
Sì, lo so cosa hai detto! Non sono sorda, sai?!
- Ma
allora...
- Merlino,
Fred, volevo solo essere sicura che tu sapessi ciò che avevi
detto.
- Vorresti
insinuare che di solito parlo a vanvera?
- Non 'di
solito', - lo corresse - 'sempre'.
- Se
è così, allora me lo rimangio!
- Non puoi
farlo!
-
Sì, invece, visto che sono stato io a farti la proposta,
è tra i miei diritti.
- Ma se
non è neanche stata una proposta!
- E tu
come la chiameresti, scusa?
- Diciamo
che mi hai semplicemente spiattellato la cosa in faccia, come al
solito.
- E io che
pensavo saresti stata felice, donna ingrata!
- Della
tua non proposta di matrimonio? Non farmi ridere!
- Bene,
allora vuoi sposarmi sì o no?!
- Certo
che voglio!
- Bene!
- Bene! -
e rimasero così, a fissarsi in cagnesco per minuti
interminabili, fino a quando Fred non si sciolse in una risata gioiosa
- Vorresti
l'anello? - al che Hermione sorrise, di un sorriso tanto bello da
scaldargli il cuore, e annuì. Fred glielo porse, in un
raffinato astuccio di velluto, un anello con un diamante non troppo
vistoso e dal taglio semplice, come l'avrebbe scelto lei
- Posso? -
le chiese, improvvisamente nervoso, adducendo al suo anulare
- Devi. -
e fu in religioso silenzio che quella promessa venne siglata, mentre
entrambi riuscivano a stento a trattenere le emozioni - Grazie.
- Dovere.
- Hermione si accoccolò di nuovo contro di lui, temendo che
il petto potesse esploderle a causa di tutta quella felicità
- Ti amo.
- Anche io
ti amo, Hermione. - un momento perfetto, nulla avrebbe potuto rivinarlo
- Hermione?
- Mmh?
- Dici che
adesso potremmo andare a letto?
- Oh,
Fred!
…Marry me,
promise you stay with
me,
Oh you don't have to ask
me,
You know you're all that
I live for,
You know I'd die just to
hold you,
Stay with you...
Presi com'erano a battibeccare e scambiarsi effusioni, nessuno dei due
si accorse della macchia rossastra che sfrecciò su per le
scale, incespicando sui gradini nel titanico tentativo di non provocare
alcun rumore. Ginny Weasley giunse trafelata al piano superiore,
tirando un lungo sospiro di sollievo
- Ebbene?
- sua madre la guardava, in trepidante attesa
- Gliel'ha
chiesto...
- E lei? -
chiese a sua volta in un bisbiglio il padre
- Ha detto
sì! - tutta la famiglia esplose in esclamazioni di giubilo,
per essere solo un istante dopo zittiti da Ginny
- Il mio
bambino... - disse Molly, commossa - chi avrebbe mai immaginato che le
cose sarebbero andate a finire così.
-
Probabilmente neanche Hermione l'avrebbe mai immaginato, fino a qualche
anno fa. - commentò Harry, con un sorriso
- Oh, ci
sono talmente tante cose da preparare! - continuò la
suocera, emozionata - Le partecipazioni, i fiori, il cibo e poi il
vestito... Oh, Hermione sarebbe splendida con un bel vestito bianco...
- tutti emisero un gemito - ...e il giardino! Arthur, dobbiamo
assolutamente disinfestare il giardino da quei maledetti gnomi!
- Mamma,
non pensi di stare correndo un po' troppo?
- In
effetti...
- Arthur!
- Molly
cara, tra un po' ci saranno anche i bambini di cui prendersi cura e non
credo che...
- Oh,
sciocchezze! Ci sarò io ad aiutarli...
- Non
voglio assistere a questa carneficina!
- George!
- George!
-
Papà!
- Arthur!
- Molly...
- George!
- Ginny!
- Harry!(1) - tutti si
voltarono verso quest'ultimo, che abbassò lo sguardo,
mortificato da quella sua uscita infelice
- George,
quando diamine sei arrivato?!
- Ginny,
modera il linguaggio!
- Scusa,
mamma. - continuò - George, potresti per favore dirci quando
diamine sei arrivato? - Harry ridacchiò
- Si da'
il caso che sia qui da un bel po' di tempo, ma eravate così
impegnati ad origliare quei due al piano di sotto che non ve ne siete
neanche accorti.
- Noi non
stavamo affatto origliando!
- Oh,
andiamo mamma! Abbi almeno la decenza di ammetterlo...
- George!
-
Papà, anche tu! Pensavo fossi l'unico con ancora un po' di
sale in zucca in questa casa... e invece! - scosse il capo - Ah, che
famiglia! - concluse, con espressione grave
- Oh,
finiscila! Piuttosto, tu cosa stavi facendo? - lo accusò
Ginny
-
Assolutamente nulla. - rispose con una espressione angelica
- Ah, no?
- Certo
che no.
- E tu
pensi davvero di darmela a bere?
- Donna di
poca fede.
- Vi
'spiace?! - giunse un urlo dal piano inferiore - Starei cercando di
amoreggiare con la mia futura moglie!
- Fred!
- Andiamo
Granger, non essere così imbarazzata! Abbiamo fatto anche di
pegg... ahia! Non ci credo, ancora?!
- Oh sta'
zitto e baciami. - disse, mentre il resto della famiglia si ritirava
silenziosamente nelle proprie stanze ed Hermione si lasciava trascinare
dai baci e dal suono contagioso della risata di Fred. Era finalmente
arrivato Natale.
...So many nights I
cried myself to sleep,
Now that you love me I
love my self,
I never thought I would
say this,
I never thought there'd
be
you.
Evanescence –
You
Note:
・ A onor di cronaca, in questo epilogo
Harry e Ginny sono già sposati ed Hermione dovrebbe trovarsi
all'incirca intorno al sesto/settimo mese di gravidanza.
・ (1)Piccola
gag presa in prestito dal film di animazione “Shrek
2”.
Spazio
Autrice:
Non saprei neanche da dove iniziare per chiedere scusa: avevo promesso
che l'epilogo sarebbe stato online entro breve tempo, ma alla fine sono
trascorsi mesi. Spero che la lettura valga l'attesa.
Non me lo sarei mai aspettata, ma sono triste al pensiero che questo
sia l'ultimo capitolo – anche se non l'ultima volta in cui
vedremo questi due all'opera. Sebbene non si tratti di un capolavoro
imperdibile, è pur sempre un racconto al quale ho dedicato
tempo e affetto, e spero vivamente che questo possa trapelare dalle mie
parole.
Ringrazio dal più profondo del cuore tutti quelli che hanno
recensito e inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Fatemi sapere cosa ne pensate e confido di poter ritornare quanto prima
con le one-shot a cui avevo accennato nello scorso capitolo e che
dovrebbero servire a completare l'arco narrativo dei miei Fred ed
Hermione.
A presto,
La bambina
fantasma.
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