Why this?

di Doroth_
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Capitolo speciale -Natsume- Parte 2.

 

Erano secoli che non assistevo allo “spettacolo della stellina”.

Negli anni, ci eravamo abituati a soprannominare così quei momenti in cui Mikan, in piena gioia, pareva rifulgere di un’aura dorata, come il bagliore di migliaia di stelle.

Era una specie di energia sconosciuta; un grosso guanto semitrasparente in grado di trascinarti nel vortice di stupore e sorrisi che lei innescava (e che solo lei sapeva innescare).

Indirizzai uno sguardo ad Hotaru, che lo sostenne e annuì appena.

Sembrava.. Mikan Sakura. Non quella degli ultimi mesi, fredda, distaccata, convinta di poter tirare avanti il carrellino pieno di frustrazione e timore con le sue sole forze.

Era proprio “mutandine color fragola”, quella che amavo follemente da sempre, oramai.

E stava ridendo con quel tipo.

Potrò sembrare banale, ma ero davvero molto geloso e le scintille che danzavano caute fra i miei polpastrelli ne erano la conferma.

-È davvero impressionante.- 

Con questa frase, Ruka ruppe il silenzio sgomento che ci aveva soggiogati così rapidamente.

Alzai gli occhi al cielo. 

-No No.- il mio amico mi prese la mano, dissolvendo le fiamme sempre più scure. -Dico davvero. Sembra quasi un’assurdità quella risata, dopo tutto questo tempo. Ed è impressionante il fatto che Ikuto ci sia riuscito.-

-Diciamo che non stai migliorando la cosa..- Hotaru lo trafisse con un’occhiataccia in tralice, degna dell’Oscar, zittendolo all’istante. -..Idiota.-

Il biondino arrossì e abbassò lo sguardo.

Era palesemente innamorato. E lo constatai proprio lì, in quel momento; tra le tante occasioni migliori proprio quella fu la decisiva per farmi capire.

Non riuscii a non ripensare a quelle battutine con cui Nonoko e Kokoro aveva avviato una serie di scommesse per tutta l’accademia.

Scommettiamo, su! Vediamo! Secondo voi, tra quanto tempo la principessa e il ranocchio biondo convoleranno a nozze!?”

Diciamo che, quella volta, non avevo prestato troppa attenzione al contenuto dei loro discorsi infiniti; mi ero semplicemente limitato a prendere in giro Nonoko.

Insomma: chi è che dice ancora la parola convoleranno!?

E poi, io non ero tipo da “gossip” da due soldi, che, al contrario, sembrava proprio coinvolgere tutti i nostri compagni di classe e non.

Mi riscossi dai miei pensieri e tornai alla scena devastante (per me, almeno) a cui stavamo assistendo tutti insieme appassionatamente.

Feci un paio di respiri e repressi un’ondata di fuoco intenso che, sentivo, sarebbe sfociato dalle mie mani a breve e socchiusi gli occhi.

Già il fatto che stia ridendo è un passo avanti da non sottovalutare.. Sono un po’ più sollevato..

Milan, ad un tratto, tentò di trattenersi dal ridere scompostamente ma tutto ciò che ottenne fu uno sgrunt degno del maialino dei tipi somatici, Mr Frankie.

Erano sempre più vicini al nostro gruppetto male assortito e si poteva udire la voce calma e divertita del suo accompagnatore, mentre diceva:

-Non sto scherzando! Erano proprio due zanne da castoro!- e si mise le dita agli angoli della bocca per simulare il roditore inferocito e scaturendo un’altra risata da parte della ragazzina esile al suo fianco.

-È evidente..- Hotaru era già di tre quarti, pronta a tornarsene nel suo laboratorio per un’ultima “sessione di lavoro”(Le piaceva la chiamassimo così. “È professionale come me.”,diceva) prima di pranzo. -..che era proprio ciò di cui aveva bisogno.-

-Ma è ovvio!- Ruba si arrischiò ad intervenire. -erano mesi che non sorrideva! Ci voleva qualche ris..-

-No. Intendevo che lui, Ikuto, era quello di cui aveva più bisogno: qualcuno nella sua stessa condizione, in grado di comprendere determinati stati d’animo che noi di certo, possiamo solo cercare di capire ma senza riuscirci fino in fondo.-

Fu come un colpo al petto; una lama affilata rovente ma al tempo stesso gelida che lacerava e ardeva lo strato di pelle fra una costola e un’altra. Ecco cosa percepii alle parole della ragazzina dagli occhi ametista.

Sapevo che aveva assolutamente ragione ma speravo che non lo ammettesse perché, si sa, tutto vogliamo sentirci dire tranne che la pura e semplice verità. 

No, quella fa troppo male per essere ben voluta.

La fissai impassibile, provando a nascondere la nauseante sensazione che mi stava pervadendo ma lei parve abbozzare un timido sorriso di umana solidarietà e, in quel momento, seppi che coglieva e condivideva i miei sentimenti.

Doroth:.

Mi spiace per la mia prolungatissima assenza. Spero comunque che vi piaccia il resto del capitolo narrato dal punto di vista di Natsume e che continuiate a seguire la storia.
Alla prossima,
D_
 





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