Leggenda? Quale leggenda?
Nick andò in stanza e cominciò a fare i compiti per il
giorno successivo. Non voleva farsi trovare impreparato un'altra volta.
Mi farò interrogare e recupererò l'eventuale insufficienza di oggi. si disse.
Passarono delle ore, e riuscì a capire l'argomento su cui aveva fallato quel giorno nella verifica.
Appena ripose i libri, un urlo, all'esterno, lo fece precipitare alla finestra.
Un tizio incappucciato dalla testa ai piedi con la maschera di Ghostface
stava correndo nel vicolo sotto casa sua. Dai gesti rapidi e frenetici
si capiva che stava scappando da qualcuno.
E' forse un malvivente? pensò.
Ad un tratto, l'uomo si alzò in aria e finì dentro un cassonetto.
Ma che cazzo...?
Una donna apparve nel vicolo.
Si mosse a piccoli passi fino al cassonetto dove era rinchiuso l'uomo.
- Crepa, stronzo. - disse.
Il contenitore cominciò ad accartocciarsi senza che la donna
muovesse un mignolo. Le urla dell'uomo si sentirono fino alla finestra
di Nick, che abitava al secondo piano della palazzina alla sinistra
della donna.
Il ragazzo fece appello alle sue conoscenze sui film horror per riconoscerla.
Dopo qualche secondo spalancò gli occhi.
Quella era Zoe di "The Lazarus Effect".
L'uomo smise di urlare, e Zoe si allontanò dal cassonetto.
Prima di re-immettersi sulla via centrale di Riverville, però, si voltò.
Sembrò fissare il luogo del delitto, ma improvvisamente le tende e la serranda della stanza di Nick si chiusero.
Il ragazzo si accasciò a terra, impaurito.
Quello non era un cosplay, ne era palesemente sicuro.
Quello era il vero Ghostface e la donna era chiaramente Zoe di "The Lazarus Effect".
Il cellulare del ragazzo cominciò a squillare. Era Simon.
- Pronto. - cominciò Nick.
- Nick...non ti rendi conto...di cosa...possa...essermi...capitato. - disse ansimando. - Stavo studiando, quando la televisione si è accesa di botto. Ho
fatto in tempo a precipitarmi in salotto. Sadako Yamamura stava uscendo
dal televisore. - .
- Sadako Yamamura? La Samara giapponese di "Ringu"? - domandò
Nick, non tanto stupefatto, dato ciò che aveva appena visto.
- Esatto! Proprio lei! Ho cominciato ad urlare, ma inaspettatamente si
è mostrata nella sua forma buona. Mi ha detto che non era
lì per me, e che il mio era il televisore più vicino da
cui uscire. Gli ho domandato per quale motivo fosse lì, e mi ha
detto che doveva uccidere i membri dell'altro team. Ha fatto il nome di
Alma Wade e Pinhead. - .
- Beh, oggi mentre tornavo a casa ho visto Alma Wade aggirarsi per le
vie di Riverville. Ed ho appena visto Zoe di "The Lazarus Effect"
uccidere Ghostface accartocciandolo in un cassonetto. - fece Nick.
Simon ansimò per qualche secondo, poi disse:
- Allora la leggenda è vera. - .
- Di cosa stai parlando, Simon? - domandò Nick, incuriosito.
- E' una leggenda metropolitana, in molti non ci credono ma noi
appassionati del genere li sapremmo riconoscere subito... -
cominciò l'amico, confuso.
- Simon, per il machete di Jason Voorhees, calmati e dimmi che cazzo sta succedendo qui fuori! - urlò l'altro.
- In giro circola la voce di un gioco online nel DeepWeb, "Horror's
Well", in cui si deve sfidare un giocatore a caso con l'ausilio di personaggi dei film e videogiochi horror. Questi, si uccideranno l'un l'altro, pur di proteggere i loro padroni. - spiegò Simon. - I personaggi sono scelti a random ed escono da un pozzo nello schermo
stile Samara Morgan(o Sadako Yamamura, se preferisci), da qui il nome
del gioco. - .
- Quindi qualcuno, qui in paese, ha giocato a "Horror's Well". - dedusse Nick.
- A quanto pare sì. - confermò l'amico.
Il ragazzo cominciò a fantasticare su questo gioco, ma dovette
interrompere le fantasie al pensiero di venire schiacciato in un
cassonetto come era appena successo a Ghostface.
- E quanti membri ha un team? - domandò.
- Non lo so. Una cosa è certa: non dobbiamo giocare a quel
gioco. I perdenti fanno una brutta fine. - disse Simon.
- Perchè, Simon? Che succede quando si perde? - chiese Nick.
L'amico restò qualche secondo in silenzio.
Poi, disse tremando:
- Muori. - .
Nick rabbrividì. Ma la curiosità, ormai, era troppo forte.
- Va bene, Simon. Grazie delle informazioni. A domani. - salutò.
- Ciao, Nick. - .
Il ragazzo riaprì la finestra e guardò verso il cassonetto.
Una pozza di sangue circondava l'involucro di metallo.
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