Gli
occhi verdi incontrarono i neri,
ma dopo un attimo qualcosa nel profondo di questi ultimi
svanì,
lasciandoli fissi e vuoti.
La mano che stringeva Harry crollò a terra e Snape
non si mosse più.
Harry Potter ed i Doni
della Morte.
Fu
un attimo e dopo il buoi una forte luce bianca fece riaprire gli occhi
dell'ormai ex professore di Pozioni.
Era sdraiato su di una panchina e, massaggiandosi la testa, si
alzò guardandosi intorno.
Era morto, poco ma sicuro.
Se chiudeva di nuovo gli occhi poteva vedere le zanne di Nagini, pronte
a ucciderlo.
Si portò una mano sul collo ma trovò solo la sua
solita pelle liscia.
-Perchè sono qui...?-
Si voltò, concentrandosi sul paesaggio che lo circondava:
banchine e binari erano abbracciati da quella specie di nebbia soffice
che quasi riusiva a cullare l'uomo.
Iniziò a camminare, i pensieri che correvano veloci per
darsi una spiegazione logica.
Era morto, quello lo sapeva, ma dov'era adesso?
Si aspettava qualcosa di buoi, freddo, pieno di orrori.
No sciocco, ancora nella morte sei in grado di mentire a te stesso.
Ti sei sempre immaginato che al momento della tua morte il mondo si
tingesse di rosso, e che l'unico sole avesse gli occhi verdi ed un
sorriso solo per te.
Era morto guardando quegli occhi e adesso si ritrovava come un cane
abbandonato su una panchina.
Destino crudele.
Continuò a camminare piano, cercando cartelloni inesistenti,
fino a quando in lontananza non intravide una figura seduta.
Forse era lei, ancora si mentiva, forse lo stava aspettando come il
primo giorno di scuola.
-Ehy Snivellus...-
No, impossibile.
Per tutti i maghi morti o morenti.
Era finito all'inferno.
Ed il suo demonio personale era quel maiale di James Potter.
Era seduto in maniera spavalda sulla panchina, le gambe aperte e la
schiena china con i gomiti sulle ginocchia.
Quando Severus si avvicinò scorse i suoi occhi beffardi
color nocciola in un corpo giovane.
-Invecchiando non sei certo migliorato sai?-
-Vedo invece, Potter, che tu sei rimasto l'insopportabile Grifondoro
che eri a vent'anni. Dimmi, morire e mantenere quel corpo ti ha
permesso di fare il maiale anche in quest'altro mondo?-
Avrebbe voluto mettergli le mani al collo. Si, al collo, e strozzarlo
come una gallina.
Severus si immaginò Potter Senior col corpo di gallina e lui
che gli tirava il collo mormorando parole senza senso.
Ma, oltre ogni sua aspettativa, si mise a sedere accanto al suo
più accerrimo nemico.
Cosa poteva perdere ormai? Era morto, basta. Se proprio doveva finire
all'inferno l'unica sua speranza erano le stanze separate e non in
comune.
-Tzk, sei sempre il solito Snivellus... - James alzò le
braccia sopra la testa, stiracchiandosi e spettinandosi ancor
più i capelli. -So che aspettavi qualcun'altro ma, sai, io e
Sirius abbiamo insistito così tanto che alla fine abbiamo
dovuto tirare una moneta in aria per decidere chi sarebbe
effettivamente venuto qui.-
Severus, a quel punto, si immaginò la rimpatriata Grifondoro
con tanto di stendardi e boccino d'oro ovunque.
Certo, adesso poteva immaginare la sua punizione, essere appeso a testa
in giù alla stazione del treno e farsi togliere le mutando
ogni due o tre ore da quegli idioti.
-Ne vuoi?-
Era strano, ma la voce di Potter gli era mancata.
Sfilò una sigaretta dal pacchetto offerto dal Grifone e
l'accese con la bacchetta.
James fece lo stesso, osservando i binari con sguardo assente.
-Il treno sarà qui a momenti...-
-Bene Potter, almeno li dentro ci sarenno degli compartimenti, tanti
scompartimenti, e non vedrò più la tua orrenda
faccia.-
Severus tirò una boccata, sentendo il fumo scendere e
bruciare fino ai polmoni.
Che buffa la vita.
Odi con tutto te stesso un uomo e, quando muori, ti ritrovi a fumarci
una sigaretta insieme come vecchi compagni.
Che orrore.
-Ho visto tutto sai?-
Severus rise.
Dopo quasi vent'anni Severus Snape rise di gusto, di cuore, scacciando
ogni barriera.
-Non ti bastava tormentarmi da vivo, adesso scopro che anche da morto
non ti sei mai smentito...-
-Idiota... Sei sempre il solito untuoso scemo col naso ficcato nelle
pagine di un libro lo sai?-
-Sempre meglio che di un idiota che si rompe gli arti su una scopa per
prendere uno stupido boccino.-
Dopo qualche attimo di silenzio i due si trovarono a ridacchiare.
Ma Severus si trovava in pace.
Sarà la sigaretta, pensò, sarà che non
avrebbe avuto più pensieri, ma questo bastò per
tutto, anche per sopportare la vicinanza del maiale.
Osservarono insieme l'arrivo del treno rosso, lo sbuffare e lo stridere
delle rotaie, e si alzarono in piedi quasi in sincro.
Snape si avvicinò tranquillo, sapeva fin troppo bene quale
porta avrebbe dovuto prendere per aggiudicarsi lo scompartimento
migliore e, soprattutto, silenzioso.
-Ehy Snivellus che fai?-
L'ex professore si voltò di scatto, l'aria interrogativa sul
volto.
-Prendo il treno Potter, che altro potrei fare in una stazione?!-
Sarcastico fin oltre la morte, bravo Severus.
-Tu non puoi salire, non ancora.-
-E come mai Potter, di grazia?- Sarà stata la nebbia ma
Severus non spuntò quelle parole, bensì le
accompagnò con una voce calma e rilassata.
-Perchè non hai il biglietto, idiota.-
L'uomo aprì bocca per ribattere ma la richiuse mentre
osservava James estrarre dalla tasca posteriore dei pantaloni un
biglietto da timbrare.
-Potter, che gioco è mai questo? Mi devo aspettare il sacco
di pulci assalirmi alle spalle?-
-Oh no no... Sirius sarebbe stato entusiasta ma il Preside non lo ha
ritenuto opportuno e ha truccato la mon...-
-Oh certo, vi mettete a far banchetto alle mie spalle. Ti diverti
Potter? Vi divertite? Tale padre tale figlio...-
-Severus...- James gli si era portato davanti. Era poco più
alto dell'uomo ma del tutto diverso.
Poi successe tutto velocemente.
Prima Severus cercava qualcosa di sadico da dire per aggiudicarsi una
stanza extra lusso negli inferi, poi si sentì stringere in
un abbraccio fraterno da James.
Si, da James Potter.
Rimase così stranito da non muovere un muscolo.
-Lei lo sa. -Lo sentì dire contro il suo orecchio - Credo lo
abbia sempre saputo.-
Il ragazzo si staccò dall'ex nemico, salendo gli scalini del
vagone.
-Ci vediamo fra qualche decennio Snivellus.-
Le porte si stavano chiudendo.
-Grazie... Grazie per tutto... Grazie per Harry.-
Severus udì solo quelle ultime parole mentre osservava il
treno partire piano e farsi sempre più veloce man mano che
avanzava.
Si trovò li, da solo, come un perfetto idiota, senza un
biglietto per prendere il treno e con i ringraziamenti di James Potter
dentro il cuore.
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La prima cosa che vide fu il rosso.
Un rosso acceso come il fuoco.
Si beò di quella visione, cercando di respirare a pieni
polmoni.
Durò poco.
Poi le vide, e tutto quel rosso prese le sembianze dell'inferno.
Era circondato da piume rosse e gialle, con lo sguardo indagatore della
fenice Fanny a pochi centimetri dal suo volto.
Stava piangendo per lui.
Severus Snape non riusciva a parlare ma disse mentalmente una serie di
maledizione da bruciare anche gli inferi.
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Prototipo di una
long fic.
Come al solito scrivo e pubblico, sono troppo pigra per rileggerla. Se
vedete errori.. Siate clementi.
E' solo l'inizio, pensato e ripensato da qualche anno ma mai messo su
carta fino a poche ore fa.
Un finale alternativo, così, perchè Severus aveva
bisogno di un'altra possibilità.
James Potter gliela doveva.
Curiosi di sapere da chi verrà ritrovato?
Arancione via via scurendosi :p
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