Erano sporchi e rozzi

di Blacket
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erano sporchi e rozzi 2 Personaggi: Ariovisto (Magna Germania), Ottavianus (Impero Romano).  



Erano sporchi e rozzi -II-






C’era Ariovisto che era stato schiavo senza avere mai catene ai suoi polsi, che inveiva e voleva essere libero,

che aveva il muschio delle sue terre ai piedi e fuggiva dal loro fango sterile.


Si tiravano a bocconi i sospiri fra le none*** di Luglio, dove Apollo frustava la domus lucinea coi suoi raggi del mezzogiorno; si chiudeva sull’atrium e dava vapore e caldo e vampate rosse, inumidiva con fastidio le membra scoperte dalla tunica, lasciava latrare i pavoni del cortile.
Ed era tanto beffarda, quell’afa sibillina sulla Roma Imperiale e cocente, che pareva voler espellere corpi estranei a lei- ed Ariovisto era rosso in volto, i capelli aderenti al collo, la saliva arsa sul palato.
Stava dirimpetto di guardia, e Ottavianus  lo scrutava con quell’orrida benevolenza di dominus predatore e curioso, infossato pigramente sul triclinio, dove mani e labbra giocavano coi dolci datteri di quel suo caro Egitto. Sollevava il sorriso placido al caldo, le fauci ad ornare la barba curata e il fegato ridondante di sana provocazione- qualche sciocco pensiero finì agli angoli della bocca, prima di sputare i noccioli dei frutti ed insudiciare i sectilia* di pesci e vino.
-Ariovisto, finisci di parlarmi di quella tua tradizione**…- mimò con le mani, grandi ed ora ammorbidite dal vino e dal benessere, gli occhi felici pronti a scottare la tunica incredibilmente umile e romana avvolta con disprezzo e costrizione sui muscoli tesi del germanico.
Sfuggì poi a Roma un sogghigno grave, simile più allo sbuffo consumato della cenere, gli graffiò la gola come vino fermentato a miele. Non si sarebbe sentito chiamare dominus.
-Avanti! Termina quel tuo discorso, di adulterio, matrimonio..- ogni parola era gesto, le dita che fendevano l’aere bollente come i ricci pesanti, -…di morale tanto repressiva, per Giove, del non poter avere rapporti prima dei vent’anni.-
Sorrise di nuovo, Ottavianus, poiché la stizza dello straniero lo punse sottopelle, attraverso laudi di odio e ribellione, di bacche rosse, delle acque torbide del Reno. L’interesse verso il suo servo indocile l’avevano portato a volergli costruire catene sempre più lunghe e serpentine, e di voler udire il grugno violento di lui ed il suo ingenuo osservare l’alphabet.
Schiuse le labbra, noncurante, in un moto di tenera ed essenziale necessità.
-E dimmi, Ariovisto, tu quanti anni senti di avere?-





Note:
*I sectilia sono mosaici, posti sul pavimento; più che usuali nelle domus romane- il nome di quest’ultima, fa poi riferimento al nome umano che ho sempre scelto per Impero Romano, Lucio.
**I Germanici avevano regole ben precise riguardo alla sfera sessuale. Adulteri, stupri, cedimento all’istinto comportava una pena incredibilmente cruda, sia per l’uomo che per la donna. Il primo poteva avere una e solo una moglie con cui consumare il matrimonio e viceversa; i rari casi di doppi matrimoni erano voluti solo dalla politica delle tribù.
Inoltre, un uomo era definito vigoroso e maturo solo se non avesse avuto rapporti prima dei vent’anni- sciogliere questa regola morale, comportava spesso l’ostracismo da parte della comunità.  Incredibile!
***dal calendario romano le none corrispondono al 5 e al 7 del mese.
Dimenticavo! Il raiting potrebbe eventualmente salire con l'avanzare della raccolta.

Ringraziamenti:
Grazie a chiunque abbia letto, inserito fra ricordate, preferite o seguite- apprezzo sempre. Un grazie particolare a Mina damn stars per la sua recensione!
Accetto volentieri anche richieste, nel caso vi fossero, poiché è straordinariamente divertente muovere questo personaggio e il suo intorno.
Alla prossima, Blacket.




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