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di kamy
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Ringrazio anche solo chi legge.


Cap.2 Incontro di famiglia

"Johnny stai fermo! Peter stringiti la cravatta, Red dritto con la schiena e... Tasha!" gridò Steve. La giovane mofa sollevò i fili del citofono e li unì, facendolo suonare ininterrottamente. Peter scoppiò a ridere, Red si nascose dietro il gemello e Johnny allargò le braccia coprendolo meglio.
Tony roteò gli occhi, strinse il bicchiere d'alcool piegandosi in avanti sulla panchina. Alexander si chinò accanto a Tasha, le porse un saldatore e un clacson dai bordi metallici.
“Se saldi il clacson con i fili e poi li unisci ad una presa, suonerà ininterrottamente”.
Tasha afferrò gli oggetti, voltò il capo facendo sbattere i capelli mori contro le guance abbronzate e si chinò sul citofono. Victor si avvicinò a Johnny, si sporse sulle punte e socchiuse gli occhi.
“Devi nascondere anche zio Peter” disse, con tono serio.
Tony rise, scosse il capo bevendo il liquore
Steve si massaggiò le tempie.
"Perché state lavorando a quel citofono?" domandò.
Alexander alzò il capo, lo piegò di lato.
“Tasha cerca di aumentare la frequenza del suono. Era rotto, quindi non importa se ci giochiamo”.
Tony sorrise, addolcì lo sguardo ondeggiando il bicchiere.
“Bravo il mio ometto”.
Victor osservò Peter, Johnny e nuovamente Peter. Strinse le labbra e raggiunse il padre.
“Perché dobbiamo conoscerli, se sono gli zii?” chiese.
Tony rise, indicò Steve.
“Parlane con lui!”
Steve arrossì e scosse il capo.
"Non sapevo ci conosceste" ammise. Johnny scoppiò a ridere.
Tony rise a sua volta, scosse la mano in aria.
“Conosco Johnny da quando era più piccolo dei miei figli” disse.
Victor inarcò un sopracciglio, assottigliò le labbra.
“Quindi da quando era feto, dal tuo punto di vista” disse piatto.
Alexander ridacchiò, Natasha fece suonare ripetutamente il citofono
Steve assottigliò lo sguardo vedendo il bicchiere in mano a Tony.
"Non è presto per bere liquore?" domandò.
Tony inarcò un sopracciglio.
“È solo il ventiduesimo della giornata, Cap. Rilassati”.
“Ventiquattresimo” lo corresse Victor.
Steve glielo tolse dalle mani e si voltò, dirigendosi verso la cucina. Johnny impallidì nascondendo anche Peter.
Tony sbuffò, roteò gli occhi poggiando la schiena contro il divano.
“Mamma chioccia!” gridò.
Natasha lasciò il citofono, afferrò la mano di Alexander e si nascosero dietro Peter. Victor afferrò la gamba del padre e la abbracciò.
Steve raggiunse il lavandino e versò il contenuto all'interno.
"Irresponsabile!" gridò.
Tony si sbatté le mano sulle gambe, grugnì.
“Ho l'età per fare ciò che voglio!” esclamò.
Alexander e Natasha strinsero le gambe di Peter, Victor roteò gli occhi sospirando.
“La vostra litigata non ha senso” si lamentò.
"Va avanti da anni" rispose Steve dalla cucina.
Tony rise, tossì piegandosi in avanti. Victor salì sulla panca, gli diede delle pacche sulla schiena. Alexander uscì da dietro Peter, corse verso la cucina.
“Jarvis, dell'acqua” ordinò.
Il lavandino si aprì, dal mobile su di esso uscì un braccio metallico che mise un bicchiere sotto il getto d'acqua e lo porse al bambino. Il bambino corse dal padre, gli porse il bicchiere. Natasha tirò la gamba di Peter, alzò il capo.
“È colpa del soldatino se zio Tony sta male?”.
Steve prese il bicchiere d'acqua, lo avvicinò alle labbra di Stark e gli versò il contenuto in bocca a piccoli sorsi.
Tony lo guardò in viso e gli sorrise.
"Può darsi, ma sicuramente lo aiuterà a star meglio" bisbigliò Peter.





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