Time Forgotten One: Il Tempo si è fermato

di Tako_Luka47
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... Perché sono qui? Ormai non importa più nulla. Dove sono loro? La gente passa, ma io vedo solo vuoto.Le persone, i pochi passanti annientati dal freddo per le strade di questo paese desolato, mi vedono e mi ignorano. Ormai, sono considerato una statua, nulla piú di un oggetto abbandonato sul ciglio della strada principale. Il cremisi che macchia i muri degli edifici contrasta con il candore lucente della neve. Io, inginocchiato sulla terra ghiacciata, continuo ad aspettare. Aspetto il luminoso giorno in cui potrò di nuovo levare la mia spada al cielo. Piango. Le perle dolorose sulle mie guance sembrano congelare a contatto con l'aria fredda. Non ho bisogno delle lacrime, però. Aghi di ghiaccio mi perforano la pelle, attraversando gli abiti e il mantello. Li sento cristallizzare fra i miei capelli cobalto e sulle mie labbra tremanti e pallide. Questo sarà un inverno particolarmente rigido, non so per quanto riuscirò ancora a sfuggire alla morte. Non ho più un luogo da chiamare casa. Il vento si alza trascinando con sé mille fiocchi bianchi, che turbinano sui tetti delle abitazioni. Afferro l'ultima cosa che mi rimane: la speranza. Alzo lo sguardo e mi ritrovo lontano, nei luoghi dove ho passato i giorni prima che le aspre battaglie mi strappassero dai miei affetti. Ricordo...Altri giovani, come me. Compagni d'infanzia,alcuni dei quali mi hanno seguito nelle lotte, cadendo. Li rivedo come se fossero qui proprio ora,davanti a me. Il ragazzo dai lunghi capelli indaco, ad esempio. Oh, quanto io e gli altri abbiamo riso assieme a lui! Il mio migliore amico,davvero. La dama turchese, più dolce e pura di chiunque altro qui. Il suo sorriso di miele e la sua sensibilità la rendevano davvero...speciale. I gemelli biondi, un'autentica esplosione di allegria e gioia continua. Solari e divertenti, nulla li poteva mettere di malumore. E lei... Lei era la mia musa, il mio pensiero giorno e notte. La osservavo da lontano,appena potevo. Sognavo di accarezzare il suo caschetto castano e di riflettermi in quegli occhi nocciola, tanto limpidi da poterci leggere le sue emozioni, nude davanti a me, il suo unico confidente. Era troppo fiera a volte, certo, ma aveva anche un lato molto empatico. Chiunque era colpito dalla sua regalità e leggiadria. La amavo, eravamo legati da un filo d'argento, ed ora anche lei è dispersa nel vento. E gli altri abitanti? Sono forse ancora a combattere nelle terre desolate che ho visitato? Loro però non torneranno, credo. Il vento si ferma. Il tempo pare non scorrere più. Senza emettere suono, crollo a terra, la mia arma ancora stretta saldamente nella mia mano destra. Un dolore lancinante e infuocato nel petto in una giornata nevosa e senza pietà. Per la prima volta da molto tempo, sorrido, prima che il buio mi colga. Non li lascerò andare. Li ho persi. Ma io li aspetterò. Per sempre.




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