Cap.1
Alla ricerca di Megatron
Steve
entrò dentro la stanza correndo, il petto gli alzava e
abbassava in modo irregolare.
"Stark,
mi serve il tuo aiuto!" chiamò.
Tony
si voltò, il viso era teso e leggermente grigiastro.
Allargò le braccia, accennò un sogghigno tirato
facendo risaltare le ossa del volto.
“Illuminami,
Capitano”.
Steve
regolò il respirò e chinò il capo.
"... È
da parecchio che non dormi, vero? Se non te la senti di venire con me,
lo capirò" sussurrò. Le iridi erano liquide e i
capelli gli ricadevano arruffati ai lati del viso.
Tony
lo guardò, sospirò sonoramente e gli
poggiò le mani sulle spalle.
“Io
sarò K.O. per il sonno, ma tu sembri uscito direttamente da
un incubo; Capiscle”
sussurrò.
Accennò
un sorriso, piegò il capo.
“Come
faccio a rifiutare una gita?”.
Steve
lo afferrò per un braccio e lo trascinò con
sé fuori dalla torre, fino al jet in laboratorio.
"Un
mio amico è nei guai. Mi ha avvertito Bucky"
spiegò.
Tony
si lasciò trascinare sul jet, inarcò un
sopracciglio.
“...
E perché non avvisi gli altri?” chiese. Sogghignò,
corrugando la fronte.
“Non
dirmi che è qualcosa di illegale!".
"Molto
illegale, Tony" ammise. Raggiunse il pannello di controllo e vi si
sedette, chiuse il portellone e lo fece partire, mentre si apriva
l'entrata.
"Quasi
come il fatto che tengo nascosto Winter Soldier.
Se ti siedi ti racconto" spiegò.
Tony
raggiunse il sedile accanto a quello del Capitano, si sedette e
poggiò il capo contro il sedile voltandolo.
“C'è
bisogno di me per cosa? Un'altra sperimentazione umana illegale in
tutti gli stati civili e non?” chiese.
"Stark è
una storia decisamente lunga. Per fartela breve... c'è un
super-robot arma assassina che ha attaccato una base militare"
spiegò Steve. Abbassò il capo, espirò
dalle narici e scosse il capo. "… Ed io voglio salvarlo".
Aggiunse.
Tony
strinse i braccioli del sedile ed inspirò.
“Sei
fortunato che io abbia l'armatura sul jet, o non ti sarei stato di
alcun aiuto” disse. Arricciò
il labbro, piegò il capo. “Però
non vedo la parte altamente illegale”.
Steve
incassò il capo tra le spalle.
"Te
l'ho detto. Voglio salvare quell'assassino" bisbigliò;
sentendo gli occhi pizzicare.
Tony
rise, allargò le gambe e sogghignò.
“Sei
fortunato. Le super-armi robot assassine sono esattamente la cosa in
cui sono più bravo”. Scherzò.
Steve
evitò una montagna e le orecchie gli divennero rosse. "Vuoi
sapere il resto della storia?" chiese.
Tony
chiuse gli occhi, annuì.
“Prego.
Il viaggio sembra lungo, e immagino tu abbia un piano ben preciso;
Capitano”
"Ho
sempre un piano, ma ne ho avuti di più precisi.
Le
comunicazioni si sono interrotte. Sono riuscito a capire dove lo
tenevano prigioniero. Non so perché, ma ha usato
una vecchia ricetrasmittente per avvertirmi" spiegò.
Schivò dei missili lanciati da un elicottero
super-tecnologico militare. "… E non armare i missili, quel
tizio non lo sa, ma siamo alleati". Aggiunse.
Tony
rise, scosse il capo e si batté la mano sulla gamba.
“Vuoi
dirmi che sei partito di gran carriera a salvare 'il cielo solo sa chi'
e non hai un’idea precisa di come farlo?”
chiese. Ghignò,
facendogli l'occhiolino. “Questo
sì che è fantastico”.
Steve
avvampò, il battito cardiaco accelerò.
"Stark,
io ti devo svelare un segreto. Non avevo intenzione di morire quel
giorno con l'aereo, ma di atterrare accanto a lui... Viene dallo
spazio, poteva portare a casa sua il Tesseract.
Solo che lo tenevano prigioniero sotto ghiaccio e mi hanno fatto fare
la stessa fine. Mi hanno scongelato solo perché pensano di
avermi cancellato il ricordo.
È
stata opera dell'S7, uno dei gruppi S.H.IE.L.D. corrotti"
raccontò. Fece girare su se stesso il jet,
raddrizzò il veivolo e
andò più in alto.
Tony
fece leva sui braccioli, sporgendosi.
“L'S7?
Uno dei gruppi super-segreti di cui si sa fin troppo? Quelli che hanno
lavorato all'eliminazione delle prove sui robottoni alieni?”
chiese.
Schioccò
la lingua, rise e scosse il capo.
“Vuoi
andare a salvare una potenziale minaccia aliena? Tu hai passato troppo
tempo con me, Capitano!”.
<
Dimentichi sempre troppo spesso che ho fatto un giro nei dati di Fury >
pensò.
"Stark,
io ho sempre combattuto l'Hydra...
Ed inoltre quel gruppo si divertiva a farmi esperimenti"
ribatté secco Steve. Il battito cardiaco era sempre
più irregolare ed il viso più vermiglio.
"… E voglio bene a quella minaccia aliena da quando ero
bambino" borbottò. Scansò dei laser provenienti
dal veicolo al loro inseguimento e da dei carro-armati che
li seguivano da terra.
Tony
strinse i pugni e arricciò il labbro.
“Se
si tratta di attaccare torturatori di capitano e di robot, sono l'uomo
per te” rispose.
Si
alzò in piedi, le placche dell'armatura uscirono dal vano
alle loro spalle aderendo al suo corpo e lui sogghignò,
abbassando l'elmo.
“Qualche
specifica?” domandò.
"È
grande, grosso e grigio.
È
difficile da spiegare. Hai mai visto robot alieni? Ai miei tempi ci fu
solo lui" spiegò Steve, mangiandosi le parole. Si
leccò le labbra arrossate, sentendole gonfie sotto la
lingua. Proseguirono sorvolando delle montagne.
Tony
inarcò un sopracciglio, raggiunse il sedile e si
accomodò nuovamente.
“Qualche
tempo fa c'è stata un'interferenza nei server militari. Il
codice era alieno. Ho localizzato la fonte, decifrato il messaggio e
visto parecchi robot mutaforma bio-meccanici”
ammise. Scosse
una mano in aria e sogghignò. “Ma avevo
troppo da fare per dargli retta”.
"La
prima volta che l'ho visto avevo sei anni" spiegò Steve.
Schivò dei colpi di cannone provenienti da gruppi di
militari sparsi nelle montagne.
I
soldati furono bombardati dai decepticon che
seguivano il jet.
"Ho
saputo che anche tu da bambino hai saltato qualche anno alle
elementari". Aggiunse.
Tony
accavallò le gambe, ondeggiando il piede metallico, e scosse
il capo.
“Tecnicamente,
le ho saltate tutte. Ho frequentato una settimana di prima elementare e
la quinta per intero”. Aggrottò
le sopracciglia e sogghignò, arricciando il naso.
“Perché
ti sei informato sulla mia infanzia?”.
Steve
negò e attivò una barriera arc intorno
al veivolo.
"L'hai
messa tu su youtube e
spesso girano notizie su di te su internet o in televisione. In ogni
caso io ho saltato la prima. Mi hanno mandato in seconda, anche
lì prendevo tutti dieci. Ha significato solo che questo
figlio di madre immigrata le prendesse di continuo" spiegò.
Tony
arricciò le sopracciglia.
“...
Ed io che pensavo tu vivessi ancora nel giurassico” disse.
Scrollò
le spalle, sogghignò e aderì con il capo al
sedile.
“Anche
io a sei anni, in quinta elementare, ero il migliore. Però
questo ha significato solo sentirmi dire che ero un
raccomandato” ammise.
Steve
si mordicchiò il labbro e corrugò la fronte.
<
Inutile fargli notare che non è sorprendente che lui sua un
genio, penso che ormai lo abbia dimostrato al mondo interno >
pensò.
"Mia
madre pensò che avessi bisogno di stimoli e per un'estate mi
portò al lago. Pagò la casetta lavorando come
infermiera all'ospedale del paese. Non la vedevo mai, come sempre"
spiegò. Digitò un numero sulla pulsantiera e lo
sentì suonare a vuoto. Espirò e socchiuse gli
occhi. "Tra un po' dobbiamo atterrare e andare a piedi. Si
disattiverà anche il jet come 'cosa elettronica' se ci
avviciniamo troppo" spiegò.
Tony
chiuse gli occhi e strinse le labbra.
“Non
credo che i miei avrebbero mai fatto qualcosa del genere”
sussurrò tra sé e sé.
Riapri
gli occhi, ghignò e si ticchettò sull'armatura.
“Ti
porto io. Questa non viene rilevata da niente”.
Steve
annuì e iniziò a far scendere il veivolo con
una serie di manovre. "Fatto 'sta che in quella cittadina, oltre l'uomo
che m’insegnò a fare arte, conobbi anche questo
robot. Tony, la prima regola con lui è non fargli vedere
armi. Attacca immediatamente per autodifesa... D'accordo che
probabilmente ci attaccherà a prescindere" spiegò.
Tony
sbuffò, roteò gli occhi e allargò le
braccia.
“Sono
il più grande esperto di tecnologia di questo pianeta, e con
tutta probabilità anche di tutti gli altri. Non mi servono
armi per mettere K.O. un robot alieno, portarlo a casa e proteggerlo
dai guai”.
''Quando
l'ho conosciuto aveva preso una botta in testa. Per questo era
amichevole'' spiegò Steve.
Atterrò
in uno spiazzo della montagna. Il vento carico di neve si
abbatté sui vetri.
Tony
si diresse verso l'uscita, sorridendogli.
“...
Mi sorprende fossi tu ‘amichevole’”
disse. Piegò
il capo all'indietro.
“In
ogni caso, se si tratta di basi militari e super-robot, io sono l'uomo
per te”.
Steve
aprì il portellone e lo indicò con la testa.
"Andiamo,
dovrai portarmi in volo. La loro cappa non funzionerà sulla
tua armatura solo perché funziona con il reattore arc"
spiegò. Uscì fuori seguito dal multimiliardario.
Tony
lo afferrò, stringendolo all’armatura e gli
chiese: “Altro da dirmi sul robot ex-amichevole?”.
"Gli
avevo salvato la vita. Stava andando in overdose a una centrale
elettrica e ho fatto spegnere tutto. Speriamo che questo valga ancora
qualcosa per lui" sussurrò.
Tony
lo afferrò, si sollevò in volo e socchiuse gli
occhi avanzando a bassa quota.
“Queste
cose non si dimenticano difficilmente” disse, guardandosi
intorno. “Qualche
indizio sul punto preciso dove devo portarti? Tra le montagne ci si
perde facilmente; esperienza personale”.
'Cerchiamo
una diga''
spiegò Steve,
stringendosi a lui con forza.
Tony
osservò i dati sul vetro della propria armatura,
volò velocemente a bassa quota dirigendosi verso l'acqua.
“Meglio
non entrare dalla porta principale. Sai trattenere il fiato?”.
Steve
annuì, chiuse gli occhi e appoggiò il viso contro
la sua armatura.
Tony
si diresse sott'acqua, la luce azzurra del reattore illuminava
lievemente il fondale. Prosegui seguendo la mappa olografica sul suo
schermo, fino a penetrare in un canale e risalì verso l'alto.
Steve
sentiva i vestiti impregnati d'acqua appesantirsi su di sé.
Iniziò a faticare a trattenere il fiato, mentre le orecchie
gli fischiavano.
<
Se non era per il siero, annegavo > pensò.
Tony
riemerse, lasciò Steve e alzò l'elmo
dell'armatura.
“Tutto
ok?” chiese.
Steve
ansimò, gli occhi gli bruciavano. Si voltò e
sparò ad un aggressore, si mise a correre e raggiunse una
scaletta della diga, la risalì e alzò il capo.
Optimus Prime
si trasformò e atterrò dietro di loro, sparando a Starscream.
''Umani,
qui non è sicuro!'' gridò.
Tony
alzò l'elmo dell'armatura e si sollevò in volo.
“Dimmi
chi cerchi, Cap!” ordinò. Sparò
verso alcuni aggressori e volò orizzontalmente.
"Grande
grosso robot grigio!" urlò Steve.
Tony
annuì. < Non penso che riuscirò a
strappargli un nome >. Abbassò il vetro dell'elmo e
volò più in alto, lanciando dei razzi auto
guidati verso gli obbiettivi che lo schermo olografico dell'armatura
indicava ostili, e si guardò intorno.
“JARVIS,
sentito? Localizza!” ordinò.
Un
robot giallo sfrecciò davanti a Tony, saltò e si
trasformò in una macchina. Si allontanò con
dentro un gruppo di uomini adulti: soldati, un ragazzino e una giovane
donna abbronzata al suo interno.
"J
sbrigati a localizzarlo e localizza anche gli altri.
Modalità festino. Vediamo di portarli a casa"
ordinò Stark.
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