Cosa significa vivere ....

di Giuliacardiff
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Vivere all’inferno

“vivere”  non ho mai saputo cosa significasse. Giorno dopo giorno passavo il tempo contando i secondi scanditi dalle lancette dell’orologio. Non pensavo che stessi davvero vivendo. La mia vita era così monotona, così semplice … eppure così …

Per me la vita non era nient’altro che una parola: inchiostro nero su un pezzo di carta candida e incontaminata.

Vita, vita … parole vuote ma in grado di farti pensare, perché tu non sai che stai vivendo fino a quando non arrivi alla fine di queste parole.

Tutti dicono che dopo la vita ci sarà la morte, che la morte arriva per tutti. Ai bambini raccontano favole dove la morte non esiste, dove il cattivo riceve sempre la sua punizione … quando questi poveri sognatori vengono catapultati nella fredda e cruda realtà, scoprono il significato della morte. Non l’ho mai capito: anche se non sono mai stato un sognatore, la realtà non mi è mai sembrata qualcosa di fragile, forse perché non sono stato educato con le favole, forse perché vivo nella realtà da troppo tempo.

Sono diventato insensibile a ciò che mi succede, alla morte; sono insensibile, indifferente alla morte in sé e per sé, apatico verso la felicità.

Il mio lavoro mi consente di diventare qualcun altro su richiesta: ladro, soldato, comandante, salvatore. Il mio lavoro, l’unica cosa che mi permette di svegliarmi la mattina. Le malattie, il fumo, l’alcool, la vita e la morte, non conto più i secondi, non mi sveglio più la mattina, ho perso il mio lavoro e il rispetto della gente, non sono più il simbolo di salvezza, il più forte di tutti.

Mi lascio scivolare completamente nell’apatia, immergendomi interamente nelle tenebre. La nera signora è venuta a reclamare il mio spirito, finalmente. Era così meravigliosa che non ho potuto non avvicinarmi a lei, e baciarla così intensamente … da perdere la vita.

Adesso che la morte mi ha catturato, continuo a non capire cosa sia la vita e la morte, l’inizio e la fine. Dopotutto sono un bambino cresciuto troppo. Non conosco la morte, né la vita, anche ora continuo a contare lo scandire delle lancette di quel fottuto orologio. Anche adesso che la vita mi ha dato una seconda occasione per trovare la mia felicità.

 




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