Capitolo
XIX
<<
Ciao Hans. >>
Un'allucinazione.
Per
quanto piacevolmente inaspettata, era pur sempre frutto della sua
immaginazione. Doveva esserlo.
Perché
non poteva esserci altra spiegazione alla sua
presenza in quel posto dove avrebbe trascorso il resto della sua
vita.
Eppure,
col passare dei secondi, era sempre più convinto che Anna, la
ragazza che aveva cercato di uccidere un anno prima, era proprio lì
davanti a lui, con i grandi occhi verdi pieni di angoscia e stupore.
Evidentemente non si aspettava di trovarlo in quelle condizioni, così
diverso da quello che era stato un tempo.
La
principessa invece era sempre la stessa, con quelle lentiggini che
accentuavano la dolcezza del suo volto, il quale però, in quel
momento, tradiva emozioni tutt'altro che piacevoli.
Hans
decise di parlare, prima che il disagio per quella situazione
diventasse ancora più insopportabile di quanto non fosse già.
<<
Ti chiederei cosa ci fai qui ma credo di poterlo immaginare. >>
Anna
abbassò per un attimo lo sguardo, osservando le proprie mani
che torturavano un lembo del mantello che indossava, per poi
rialzarlo per guardarlo negli occhi.
<<
Tua fratello mi ha detto che tu e Victoria siete molto legati. >>
Il
principe annuì molto lentamente e il fantasma di un amaro
sorriso gli piegò le labbra.
<<
Lo eravamo. >>
<<
Che vuoi dire? >> chiese Anna.
<<
Proprio quello che ho detto. Eravamo molto uniti, da sempre, ma le
sue deplorevoli azioni di recente mi hanno fatto dubitare di aver mai
conosciuto davvero mia sorella. >>
La
principessa inarcò un sopracciglio, come faceva quando
dubitava di qualcosa.
<<
Deplorevoli azioni? Queste parole hanno un non so che di comico, sai,
dette proprio da te. >> ribatté la ragazza con una punta
di sarcasmo.
Hans
sospirò e si alzò in piedi per raggiungere le sbarre
che li separavano e vi si appoggiò stancamente; piegò
la testa di alto, studiando la persona che aveva davanti a sé,
e casualmente lo sguardo cadde sulle dita della mano sinistra di lei,
dove era ben visibile una fede nuziale in oro. Per un breve attimo il
ragazzo provò una fitta di gelosia, ma non per Anna, piuttosto
per la vita che avrebbe potuto avere se avesse dato ascolto a
Victoria. Una vita, con moglie e figli, che ormai non aveva più
il diritto di pretendere.
Furono
quei pensieri così tristi e malinconici che lo portarono a
parlare con totale sincerità.
<<
Fino a un anno fa mi sono sempre chiesto che senso avesse condannare
un uomo a passare il resto della sua vita in prigione. Voglio dire,
se la sua colpa è così grave, basterebbe condannarlo a
morte e farla finita, no? >>
Anna
aggrottò le sopracciglia, chiaramente a disagio, ma Hans non
si fermò.
<<
Adesso però l'ho capito, sai? In prigione si è soli con
i propri pensieri e mi sono reso conto che questo è di gran
lunga peggiore della morte. Perché vedi, per lasciare questo
mondo non ci vuole nulla, e molte persone preferiscono farla finita
piuttosto che subire torture o altro. >>
<<
Smettila. >> lo implorò la ragazza, portando però
il principe a parlare con ancora più durezza.
<<
Invece restare trenta , quarant'anni in un buco scavato nella roccia
a pensare e ripensare a ciò che abbiamo fatto è il
supplizio peggiore a cui un essere umano possa essere condannato. >>
Hans
si fermò per riprendere fiato e si appoggiò ancora più
pesantemente contro le sbarre, come per cercare di avvicinarsi di più
ad Anna.
<<
Mi dispiace per quello che ho fatto. >> concluse con voce più
bassa.
Gli
occhi della principessa saettarono di nuovo verso i suoi, e al loro
interno non vi si leggeva altro che rabbia.
<<
Ma come osi? >> domandò, mentre si avvicinava lentamente
a lui. << Con quale coraggio ti permetti di dire che ti
dispiace? Se non fosse stato per te, io non sarei quasi morta. Se non
fosse per te, Elsa non avrebbe rischiato di morire. E soprattutto, se
non fosse stato per te, Victoria non l'avrebbe rinchiusa chissà
dove, lontana dalla sua famiglia, per vendicarsi della punizione che
meriti! >>
Anna
non aveva urlato, anzi, ma la forza delle sue parole aveva reso Hans
ancora più consapevole di quanto avesse bisogno del suo
perdono.
<<
Ascolta... >>
<<
No, tu ascolta me. >> lo interruppe la ragazza. << Non mi
interessa quanto sia terribile vivere così, chiaro? L'unica
persona di cui mi importa è mia sorella e voglio riportarla in
questo mondo. So che hai visto Victoria, quindi adesso mi dirai tutto
quello che sai, così potrai tornare dai tuoi pensieri una
volta per tutte. >>
In
un'altra situazione, Hans sarebbe rimasto piacevolmente colpito
dall'atteggiamento della principessa, ma la realtà era
tutt'altra storia.
<<
Lo farò, te lo prometto, ma prima lasciami spiegare. Per
favore. >>
Anna
sbuffò, incredula.
<<
Non c'è niente da spiegare. >>
<<
E invece sì! Senti, lo so che ho sbagliato, e che io sia
dannato se non merito di trovarmi qui dentro. Ma ti posso assicurare
che sono consapevole dei miei errori e che darei la mia vita per
cancellare il dolore che vi ho inflitto. Voglio aiutarti, Anna,
davvero, farò qualsiasi cosa. >>
La
ragazza lo guardò negli occhi, dubbiosa, e scosse la testa.
<<
Non puoi aspettarti che io ti perdoni. O che lo faccia Elsa. >>
Hans
le sorrise. Stranamente, quelle parole gli avevano dato un accenno di
speranza.
<<
Non ora, e forse mai, ma potrei iniziare a guadagnarmi il vostro
perdono. >>
Il
cuore gli batteva forte. Anche se sapeva che sarebbe rimasto in
quella prigione, il solo pensiero di poter aiutare le sorelle di
Arendelle gli aveva conferito una nuova forza, una nuova voglia di
dimostrare quanto fosse cambiato.
Vide
Anna annuire. Non sembrava del tutto convinta, ma era comunque un
inizio.
<<
Non ti prometto nulla. Adesso parla. >> disse con più
calma.
<<
Victoria non mi ha detto nulla in particolare, ma di sicuro nella sua
stanza ci sarà qualcosa che possiamo usare contro di lei. >>
spiegò Hans, con le sopracciglia aggrottate.
Anna
annuì, pensierosa, e lo guardò poi negli occhi con una
nuova determinazione.
<<
Se ti portassi con me, pensi di potermi essere d'aiuto? >>
<<
Le guardie non mi faranno mai avvicinare al palazzo... >>
mormorò mestamente il principe.
La
ragazza si tolse una forcina dai capelli e si chinò per
forzare la serrature delle sbarre; Hans, nonostante la gravità
della situazione, non poté evitare un pizzico di divertimento
nel vedere la principessa di Arendelle compiere un'azione del genere
con tale disinvoltura.
<<
Garantirò io per te. >> disse semplicemente e, come per
confermare ulteriormente le sue parole, la serratura scattò,
permettendo al giovane di uscire.
Poco
prima di uscire dalla porta principale, Anna afferrò il
braccio di Hans, bloccandolo.
<<
Prima di partire ho parlato con i Troll. Pare che l'unico modo per
porre fine al maleficio sia uccidere Victoria. >>
Il
principe chiuse momentaneamente gli occhi. Sapeva che quel tipo di
magia possedeva regole completamente differenti, macabre e
pericolose, e una piccola parte di lui aveva sempre saputo che il
prezzo da pagare per salvare la regina sarebbe stato uccidere
Victoria; ma, come aveva detto ad Anna, in quei mesi lui era
cambiato, e se prima non avrebbe mai preso in considerazione
un'eventualità così drastica, in quel momento era
consapevole della sua necessità.
Quindi,
riaprendo gli occhi, poggiò delicatamente una mano sulla
spalla della donna di fronte a lui e cercò di
tranquillizzarla.
<<
Lo so. Dobbiamo fare ciò che è giusto. >>
Con
quelle parole si voltò per aprire la pesante porta d'ingresso
e subito sentì la vita tornare in lui. Aria pulita, anche se
fredda, entrò nei suoi polmoni e il cielo, anche se coperto
dalle nuvole, gli sembrava la cosa più bella che avesse mai
visto. Fece appena in tempo a godersi quei pochi secondi di libertà
prima di venire afferrato per il bavero della camicia e sbattuto
contro la parete di roccia accanto.
<<
Che diavolo ci fai qui fuori?! >> fu l'urlo di Kristoff,
subito seguito da un pugno che gli aprì uno spacco sul labbro
inferiore.
<<
No, fermo! >> urlò a sua volta Anna, che si mise fra i
due uomini.
Hans
sputò a terra il sangue che gli si era accumulato in bocca e
rialzò poi lo sguardo per vedere la schiena della principessa
davanti a lui e Kristoff rosso per la rabbia.
Se
non avessero dovuto tornare al palazzo per cercare di uccidere sua
sorella, sicuramente avrebbe trovato il tutto alquanto imbarazzante.
<<
Come hai potuto farlo uscire! >> continuò furioso il
biondo, anche se con voce nettamente più bassa, visto che si
stava rivolgendo alla moglie.
<<
Ci può essere utile per fermare Victoria! Se torniamo subito
al palazzo, potrà dirci se nella sua stanza c'è
qualcosa che possa aiutarci! >> disse Anna, cercando di farlo
ragionare. << Non lo perderemo mai di vista, e poi ci sono
anche le guardie! Ci penseranno loro, ma sono sicura che non ci darà
problemi. Vero? >> concluse poi, voltandosi verso il diretto
interessato per avere conferma.
<<
Certo, nessun problema. >> rispose Hans, annuendo con
convinzione.
Le
guardie borbottarono fra loro e Kristoff gli lanciò
un'occhiata che avrebbe potuto incenerire qualcuno, ma evidentemente
il desiderio di salvare la cognata doveva essere la sua priorità,
perché si avviò verso il suo cavallo senza dire una
parola. Anna lo seguì e salì in sella con lui, per
lasciare il proprio ad Hans.
Quando
anche i soldati furono pronti a partire, tutti si lanciarono al
galoppo verso il palazzo delle Isole del Sud, con il cielo sopra di
loro che si faceva ancora più cupo.
Si
avvicinava un temporale, quasi fosse un presagio di ciò che li
attendeva.
Erano
nei pressi delle mura esterne quando iniziò a piovere e appena
le guardie di vedetta li videro avvicinarsi, diedero l'ordine di
aprire immediatamente i grandi portali per lasciarli passare; una
volta scesi da cavallo, Kristoff, Anna e Hans, fradici dalla testa ai
piedi, si precipitarono dentro, grati che nessuno li avesse fermati.
Il drastico cambiamento del principe rendeva praticamente impossibile
riconoscerlo.
Dopo
aver salito varie rampe di scale, i tre giovani raggiunsero la camera
da letto di Victoria la cui porta, ovviamente, era chiusa a chiave;
con un calcio, Hans l'aprì e immediatamente si guardarono
intorno per cercare qualunque cosa potesse aiutarli a capire cosa
fare. Tutto però sembrava normale, secondo Hans: il grande
letto a baldacchino era intatto, negli armadi vi erano solo abiti e
sulla scrivania non c'era nulla, tranne fogli bianchi, una piuma
d'oca, la boccetta d'inchiostro e un portagioie.
<<
Io non vedo niente che sembri un libro di magia. >> constatò
con impazienza Anna.
<<
Da quello che so, Victoria non ne ha mai avuto uno. >> replicò
Hans mentre si piegava per guardare sotto il letto, senza trovare
nulla.
La
principessa sospirò pesantemente.
<<
Come facciamo a cercare qualcosa che non abbiamo idea di come sia
fatto? >>
Il
giovane cominciava a innervosirsi, sia perché sapeva che la
ragazza aveva ragione, sia perché gli sembrava di cogliere una
punta di rimprovero nella sua voce.
<<
Non lo so, ma non posso pensare con te che non fai altro che parlare.
>>
<<
Non ti permettere di dirmi quello che posso o non posso fare! Se non
fosse stato per te, neanche ci troveremmo qui! >> esclamò
Anna con rabbia.
<<
Magari avresti dovuto lasciarmi a marcire lì dentro! >>
<<
Infatti! >>
<<
ZITTI! >>
Hans
e Anna si zittirono immediatamente e si voltarono verso Kristoff, che
tuttavia si stava guardando intorno, concentrato.
<<
Se urlate non riesco a sentire. >>
Il
principe piegò la testa di lato.
<<
Sentire cosa? >>
Il
biondo alzò una mano, e fece un piccolo gesto per indicare la
stanza.
<<
Questo ronzio. Ascoltate. >>
Hans
tese l'orecchio e dopo pochi istanti riuscì chiaramente a
udire un rumore continuo, quasi impercettibile, un ronzio appunto a
cui non aveva fatto per niente caso.
<<
Da dove viene? >> domandò Anna, avvicinandosi a
Kristoff.
Lui
indicò il portagioie in legno lucido che si trovava sulla
scrivania e Hans si affrettò a raggiungere i due sposi.
I
tre si guardarono negli occhi, preoccupati, ma consapevoli che il
tempo era quanto mai prezioso in quel momento. Hans sentiva il suo
cuore battere all'impazzata, non credeva di aver mai provato tanta
agitazione in tutta la sua vita, ed era sicuro che anche il cuore di
Anna stesse battendo allo stesso ritmo frenetico, se non di più.
Sentì
la ragazza inspirare profondamente e tutti trattennero il respiro
mentre lei stessa sollevava con delicatezza il coperchio.
Si
aspettavano di tutto ma nessuno di loro era preparato a ciò
che trovarono lì dentro.
<<
Che diamine è quella cosa?! >>
Che
sarà mai? Chissà u.u
Anna
ha deciso di fidarsi di Hans, anche se non completamente. Vorrei
vedere! Kristoff mi fa sempre ridere e lo ritengo un personaggio
abbastanza inutile sia in Frozen sia in questa mia storia (chiedo
perdono a chi shippa Kristanna u.u) ma almeno stavolta gli ho voluto
lasciare un piccolo momento di gloria, e penso che ripeterò
l'azione in futuro. Allora, secondo voi cosa hanno trovato in quello
scrigno? Cosa nasconde Victoria di così importante? Voi mi
direte, “Se è importante, lo lascia in bella vista?”.
L'esperienza mi insegna che per nascondere qualcosa, devi metterlo
più in mostra possibile; se non fosse stato per il suono e
l'udito alquanto prodigioso di Kristoff, non avrebbero mai dato peso
a un innocuo portagioie, no? ;)
Fatemi
sapere che ne pensate, è sempre importantissimo per me!
Until
next time,
Sara
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