Il
vento del Nord filtra dalle finestre spalancate, la neve danza
nell'aria gelida e si posa sul pavimento.
La
sagoma di Sansa giace sul letto sfatto di pelli di lupo, le deboli
spalle scosse dai singhiozzi che torturano la minuta figura della
ragazza. Non puoi vederla in volto, ma saresti in grado di descrivere
il modo in cui le lacrime scivolano lente lungo le guance arrossate dal
pianto e dal gelo. Le hai viste così bene, la sera in cui...
No. No, non devi
pensarci.
Non
dovresti essere lì, nella sua stessa stanza. I ricordi sono
ancora troppo vividi, quasi fanno più male a te che a lei, e
non riesci a dimenticare il suono delle sue urla che risuonavano nella
camera, rimbombando nella tua mente mille e mille volte, anche una
volta che la voce di Sansa aveva smesso di echeggiare nella
realtà che ti circondava. Sono nella tua testa, e tanto
basta per renderli orribili e veri.
Ti
dirigi velocemente alle finestre, chiudendole. Vuoi solo uscire da
quella stanza in cui ristagna l'odore del peccato di Ramsay Bolton e
del sangue e del dolore della fanciulla.
—
Theon,
aspetta!
Non
l'avevi previsto.
Non
credevi che Sansa ti avrebbe parlato, dopo tutto quello che hai fatto.
Ti
volti per una manciata di fragili istanti, quelli necessari per
sussurrare "Non Theon, mia signora... Reek" e le
dai di nuovo le spalle, in un goffo tentativo di fuga da lei, dalla sua
voce e dai suoi occhi che come lamine gelide sembrano inchiodarti sul
posto. Avevi colto il suo sguardo, quella notte, oltre la spalla di
Ramsay. Perso, terrorizzato, che urlava una silenzioa richiesta, che tu
non eri riuscito ad accogliere, che non potevi accogliere:
non è nella natura dei cani tradire i propri padroni.
Non
riesci nemmeno a sfiorare la maniglia della porta che, con la sua voce
sottile spezzata dal pianto, Sansa si rivolge di nuovo a te,
supplicandoti di aiutarla. Ancora.
Stringi
i pugni. Perché non capisce? Tu
non puoi aiutarla. Non lo vede il collare che porti al collo? Non
capisce che non è solo un semplice pezzo di corda?
Fissi
il pavimento. Non riusciresti a incrociare le sue iridi tormentate, e
sai di non esserne degno.
Lei
era così pura, ed era sempre stata così dolce con
te, e tu...
—
Ora
sei sua moglie...
—
riesci a malapena ad articolare, come se quelle parole bastassero a
farle comprendere il tormento gemello che affligge anche te, ogni
giorno, e che oramai non c'era più speranza, per nessuno dei
due.
Ormai
lei appartiene a Ramsay Bolton e non c'era nulla che tu o qualcun'altro
in quel fottuto Regno potete fare per cambiare questa
verità. Sansa ormai è come te. E' il nuovo gioco
del figlio di Roose, e tu preghi solo che l'uomo non si stanchi mai di
lei, perché se così non fosse nemmeno il Re in
persona potrebbero impedire che la fanciulla del Nord perisca sotto la
mano del bastardo.
—
Theon...
Il
suo tono è supplice.
No,
non deve essere lei a supplicare te. E' lei la Lady, sei tu il cane che
dovrebbe inghinocchiarsi ai suoi piedi e implorarla fino a non avere
più voce di perdonarti per i tuoi peccati.
—
Fai quello che ti dice. Fai quello che ti dice o ti farà del
male...
—
quasi singhiozzi, e senti le ginocchia cedere sotto il tuo stesso peso,
ma in qualche modo riesci a rimanere in piedi.
Non
sei ancora riuscito a guardarla, a guardare negli occhi le tue colpe
che bussano alla porta della tua mente sotto le spoglie di Sansa Stark.
— Mi
fa già del male, ogni notte. Durante il giorno sono
rinchiusa in questa stanza e di notte lui viene qui e...
—
la sua voce si spezza e tu ti senti morire. E' solo colpa tua.
— Non
può essere peggio di così.
Se
ti ricordassi come si fa, rideresti.
Dolce,
ingenua Sansa. Non l'ha ancora capito come va il mondo? Ancora si
illude con le favole della sua balia sui cavalieri e sull'amore? Crede
davvero che ci sia una via d'uscita? Fissi le sue gambe coperte dal
velo sottile della camicia e deglutisci, sentendo quella folle
ilarità premerti grattare la gola e premerti contro le
labbra, in contrasto con la sensazione di familiare bruciore che ti
tortura le iridi. Non vuoi piangere ancora davanti a lei, non ne hai il
diritto.
— Può
sempre essere peggio di così
—
sussurri, osando alzare lo sguardo per un istante, uno soltanto.
La
sua esile figura avvolta nel candore dell'abito si muove ai margini del
tuo campo visivo. Si è alzata dal letto, senti le doghe
scricciolare e il suono dei suoi passi leggeri avvicinarsi a te, e ti
ritrai, come se temessi che la sua vicinanza possa ustionarti. E forse
è davvero così.
— Cosa
ti ha fatto?
Quelle
parole fanno scattare l'istinto animale che ti spinge alla fuga.
— Per
favore!
—
gemi, scagliandoti contro la porta, ma lei ti precede e la sua mano
sbatte con forza contro il legno dell'uscio, facendoti sobbalzare, e in
un attimo il volto di lei è a pochi centimetri da tuo.
No... Non puoi, non devi...
Il
suo profumo ti avvolge, ottenebrandoti i sensi, e per un attimo ricordi
com'era cavalcare al fianco di lei e dei suoi fratello nelle steppe del
Nord ma no, non sei tu, quello
è Theon e tu non sei Theon, tu sei Reek, Reek...
—
Hai tradito la mia famiglia!
— Mi
dispiace! Mi dispiace!
—
Mi
devi aiutare! Theon, aiutami!
—
Ci
scoprirà... tu non lo conosci.
Non
c'è nulla che tu possa fare o dire per dissuaderla, lei
continua a sputarti addosso il suo rancore e le sue speranze, ti
implora, ti impone, ti supplica, ti confonde e tu non sai
più cosa fare. Provi a divincolarti debolmente, tu non sei
Theon, non sei chi lei pensa, ma la giovane insiste, ti stringe le mani
tremanti con le sue, ti scuote, tu sei Theon Greyjoy delle Isole
di Ferro, ti
ripete.
Dolce,
ingenua Sansa.
Lei
ci crede davvero, ma tu sai che non ce la farete mai. Ramsay vi
scoprirà e punirà entrambi, forse si
adirerà tanto da ucciderti. Ma in fondo tu la Morte non la
brami? Non vuoi che ti accolga tra le sue braccia di tenebra, per
strapparti da quegli orrori terreni?
—
Promettimelo.
La
voce di lei ti riscuote. Si rende conto di cosa ti sta chiedendo di
fare?
Alzi
lo sguardo, finalmente, ed esplori la landa desolata che si cela ora
dietro lo specchio delle iridi di Sansa Stark - no, Sansa Bolton.
Ti senti morire. Dov'è la gioia, l'allegria, la fanciullezza
che caratterizzava quelle gemme splendenti incastonate nel volto niveo
della fanciulla del Nord? Come hai potuto permettere a Ramsay di
distruggerla, di farle ciò che ha fatto a te?
Stringi
la candela che lei ti ha costretto ad accettare e deglutisci.
Raddrizzi
la schiena, abbandonando per un istante la posa ingobbita di Reek, e
per quei pochi attimi sei Theon Greyjoy, l'ultimo figlio sopravvissuto
di Balon Greyjoy, Lord delle Isole di Ferro. In quei fragili
istanti guardi di nuovo Sansa Stark negli occhi senza paura.
—
Te lo prometto.