Ich will nur wissen

di Sad Angel
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Io, seduto sulla sedia, davanti al pc, fingo di guardare lo schermo mentre, ogni volta che ti giri, ne approfitto per gettarti

Ich will nur wissen

 

Io, seduto sulla sedia, davanti al pc, fingo di guardare lo schermo mentre, ogni volta che ti giri, ne approfitto per gettarti un’occhiata. Poi, immancabilmente, torno a fissare davanti a me, come se non avessi mai spostato lo sguardo. Sospiro.

Lo sguardo basso, mi mordicchio le labbra, fingendo di non aver nulla.

Tu, seduto sul divano, ogni tanto appoggi lo sguardo su di me. Io, quando lo sento, fingo di non accorgermene, di essere troppo preso dalla stesura di una nuova canzone.

 

Non è così.

Solo, sono ferito.

Sei stato tu, a ferirmi. Sapevi, che le tue parole mi avrebbero fatto soffrire, infatti, ti sei scusato anticipatamente.

Allora perché l’hai fatto, Tom?

 

Pensandoci, sospiro ancora.

 

Ti conosco, Tom, ti conosco.

So, che non mi feriresti mai, solo per farlo. So che, se lo hai fatto, è solo perché per te era impossibile fare altrimenti e, probabilmente, non pensavi che ci sarei rimasto così tanto male.

 

Mi guardi, ancora. Mi mordo di nuovo le labbra, gli occhi fissi di fronte a me.

 

Non penserò mai, che mi volevi ferire. E’ inconcepibile, inimmaginabile che tu, proprio tu, abbia agito con l’intenzione di farlo.

Tu, che ogni volta che guardiamo un film, mi prendi in giro nel momento più commovente, quando, immancabilmente scoppio a piangere.

“Ah, Bill! Du bist zu sensibel!”

 

Mi sembra di sentire la tua voce mentre, bonariamente, mi prendi in giro per la mia sensibilità.

 

L’hai ferita, Tom. L’hai ferita.

Ed io, ora, non so cosa fare.

 

Pochi giorni fa, mi hai detto che è impossibile per un gemello, sentirsi solo.

 

Mi sento solo, Tom.

Anche se credo ciecamente nella tua buona fede, sono ferito.

So, che dovrei parlarti. Dirti tutto, ma mi sembra di non averne la forza. Alle mie orecchie, il discorso che ti farei, suona stupido. Davvero stupido.

Eppure, quel tuo discorso, mi ha ferito.

 

Ti guardo, seduto su quel divano.

Ogni tanto noti, che c’è qualcosa di strano in me però, grazie al cielo, ancora non hai capito che è per quello.

 

Ed io…per quanto tempo riuscirò a non dirti nulla?

Per quanto tempo, vivrò con questo peso sull’anima?

Senza potermi confidare con te?

Senza poter dire nulla nemmeno a Georg o Gustav?

Ho paura.

Non voglio rovinare tutto. Non voglio rovinare il nostro rapporto che, per me, è il più importante. Non voglio, Tom.

Non voglio perderti.

 

Il tuo sguardo di nuovo addosso, sospiro, poi chiudo gli occhi un secondo. Il cuore, batte piano nel mio petto, facendomi male.

 

Tom. Prego solo di non averti già perso…

 

 

 





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