1 SETTEMBRE 2004, in quello stesso
giorno, ogni anno, la stazione di King's Cross si
riempiva di studenti diretti verso il loro primo giorno di scuola (il primo di
una serie che a tutti sembrava già interminabile). La tunica nera ancora
riposta nel baule personale avrebbe da lì a poco sostituito i
pesanti vestiti babbani indossati per non insospettire gli ignari non maghi.
Fosse dipeso solo dagli abiti nessuno si sarebbe accorto
di nulla, ma i sopraccitati enormi bauli e le gabbie contenenti civette, gufi e
ogni genere di volatile immaginabile non mancavano di destare perlomeno qualche
perplessità. La cosa più difficile era passare attraverso il muro che divideva
i binari 9 e 10 senza farsi notare. D’altra parte quello era
l’unico modo per raggiungere il binario 9 e ¾ dal quale partiva l’Espresso per
la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Man mano che attraversavano il muro i ragazzi andavano a prendere posto negli
scompartimenti.
Un gruppetto di bambini un po’
spauriti stavano davanti ai binari guardandosi alternativamente con aria un po’
perplessa, ma la loro espressione si accentuò quando una ragazza apostrofandoli
con
–
Levatevi di torno pidocchi, se non volete che vi DDTizzi (per chi non lo sapesse il DDT è un antiparassitario, ma stato ritirato dal commercio perché
ritenuto velenoso anche per l’uomo) -
ne
spinse da una parte uno addosso agli altri col tipico effetto tessere del
domino e si diresse verso il muro che la inghiottì. La seguivano a ruota due
ragazzoni che a giudicare da numero di bauli stavano trasportando anche quello
della ragazza. Uno dei due lanciò un’occhiata ai “pidocchi”
-
Imparate pivelli non intralciate mai la via a Priscilla
Burns, la numero uno – e il muro inghiottì anche loro.
L’effetto domino stava per concludersi quando un quarto
personaggio entrò in scena afferrando l’ultima tessera-bambino-pidocchio-pivello
e rimettendolo in piedi.
-
Non fateci caso non sono tutti
come così a Hogwarts –
-
Per fortuna – disse il bambino A
-
Per fortuna cosa? – domandò il quarto
-
Che non sono tutti come quelli lì
–
-
Ah no...(attimo di imbarazzante
silenzio)…ma quelli lì chi? –
-
Quei tre che sono passati adesso
–
-
Quali tre? –
Il bambino A cominciava
ad avere la strana impressione di essere preso leggermente per i fondelli.
-
Due ragazzi vestiti abbastanza normali e una ragazza
bionda –
-
Con occhialoni da sole tutti sbarluccichenti
– aggiunse il bambino B
-
Cappello da cowboy – rincarò A
-
Frusta, labbra rosse carnose e corpetto di pelle nera –
sospirò sognante C
Si girarono tutti verso il
bambino che aveva parlato.
-
Ma non è vero!!!! – gli
dissero scandalizzati
-
Lo so, ma gli starebbero bene – tipico occhio da pesce
lesso che hanno i maschi quando il sangue non arriva
più ai neuroni.
-
Ma sei un pervertito –
-
Lo so e me ne pregio –
-
Che cosa sai? – domandò il
quarto personaggio, la cui presenza era stata completamente rimossa dai tre bambini
-
So di essere un pervertito –
sghignazzò C
-
Questo non è esatto figliolo perché come ben disse il
Sommo l’unica conoscenza che possiamo essere sicuri di
avere è quella di sapere che non sappiamo nulla…-
Il pervertito
si battè la tempia con l’indice, mentre osservava
quello strano figuro che, incurante di tutto, continuava imperterrito la sua
esposizione. Doveva essere alto circa 1 metro e 70 cm, magrolino, folti capelli castani ricci. Indossava pantaloni
di velluto a coste marrone scuro, camicia bianca a righine
rosa fuori dai pantaloni, giacca di velluto di un
marrone un po’ più chiaro. Sulla tasca della giacca un cartellino ne riportava
i dati:
Filodoro Creed
Filosofo
IL prefetto
VII anno Tassorosso
Due dei ragazzini si scoccarono
un’occhiata
-
Ma di un po’ non è che è un
po’ tocco? –
Purtroppo per loro Filodoro li aveva sentiti.
-
Ehi mocciosetti sto parlando
con voi, se foste un minimo intelligenti non vi
perdereste una singola parola di quello che vi sto dicendo –
A questo punto non era più
possibile evitare l’inevitabile, la pressione crebbe a dismisura, un crescendo di emozioni paragonabile solo ai saldi Combipel:
i tre ragazzini gli scoppiarono a ridere in faccia e Filodoro
rosso in viso per l’affronto che tre marmocchietti
avevano osato fargli prese carrello, baule e cornacchia e tutto impettito si
diresse verso il muro, salendo sul piede del piccolo pervertito, andando a
sbattere contro un palo e rovesciando tutto a terra. Il terzetto era
raggomitolato sul marciapiede e i passanti avrebbero chiamato un’ambulanza
credendoli in preda a una crisi epilettica se per
tutta la Stazione non fossero riecheggiate le loro risa.
Una ragazza del settimo anno ebbe
pietà di Filodoro e lo aiutò a rimettere tutto nel
baule soprassedendo sui boxer a righe che le erano finiti in mano.
-
T…t…ti…r…ringr…ringrazio –
-
Adesso siamo pari – sorrise la ragazza
-
Pari? –
-
Ho fatto tardi e se non fosse stato per te avrei perso il treno –
Ogni cosa era stata riposta nel
baule. I bambini avevano smesso di ridere e gli spettatori erano stati
inghiottiti dalla folla di passanti. Filodoro guardò
la ragazza e rimase a bocca aperta: non aveva mai visto un essere vivente più
bello e leggiadro, la pelle rosea di Socrate, i “capelli d’oro all’aura sparsi”
(vedi omonima poesia di Francesco Petrarca), gli occhi scuri di Giordano Bruno,
il sorriso di Blaise Pascal.
-
ah…pia…pia…pia… - balbettava Filodoro mentre sfoderava una faccia da ebete inebetito
(non che fosse molto diversa dall'espressione che aveva di solito…)
-
pia? - ripeté la ragazza aggrottando perplessa la fronte
-
piacere…Filodoro…Creed - riuscì a biascicare il giovane Tassorosso
contraendo volontariamente tutti i muscoli facciali in suo possesso. La ragazza
afferrò ributtante la mano che lui le tendeva in saluto e annuì esibendo un
bellissimo sorriso di carta.
-
Piacere…Alexis McGranitt -
disse fiera, anche se il suo tono, a detta dei bambini A,B
e C sembrava quello di chi si sta rivolgendo a uno scimpanzé…per di più
brutto…con le pulci…e puzzolente…ma non divaghiamo!
-
Cheeeeee? La famosa parente
della vecchia? - esclamò Filodoro inciampando nei
suoi stessi piedi e finendo in braccio alla povera Alexis
che non si era certo meritata quella cattiva sorte! Per di più le rapaci e veloci
(e ooohhhppp!) mani di Filodoro
andarono a cadere dove nessun umano era mai giunto prima…
-
CHE DIAVOLO CREDI DI FARE!!!!!
- urlò isterica la leggiadra creatura trasformatasi improvvisamente, sempre a
detta dei bambini A,B e C, in una Furia, con tanto di
lampi dagli occhi…che Filodoro pensò bene di schivare
prontamente…o aveva perso l'equilibrio un'altra volta?…ma non divaghiamo! Il
nostro baldo giovanotto levò prontamente le mani dal…ehm…coffcofff…di
lei regal seno…coffcfooooffffbleargh…e
biascicando scuse a profusione…inutile, l'elegante Alexis
fece scattare la mano verso il suo ebete viso inebetito prima che il poverino potesse capirci qualcosa…
Filodoro si riprese dal malrovescio
solo una volta trovatosi rinchiuso nello sgabuzzino delle scope, sul treno…dopo
essersi svegliato ovviamente…dopo che QUALCUNO (i bambini A;B
e C) aveva pensato bene di infilarlo lì dentro…dopo che Alexis
lo fece ribaltare sulla banchina…dopo che svenne…ma non divaghiamo!