Sangue di ghiaccio

di RustCohle
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August Jansen era il ministro danese dell’ambiente. Conosceva Gustav fin dall’università, i due si erano incontrati infatti alla Københavns Universitet agli inizi del terzo millennio. Furono nominati parlamentari alla stessa tornata elettorale ed entrarono a far parte del primo Consiglio dei Ministri del regno di Federico X. August non era un uomo di molte parole, preferiva che fossero i fatti a parlare per lui e amava ascoltare i lunghi e appassionati soliloqui del suo collega. Gustav era diventato da subito il suo migliore amico con cui si incontrava ogni sera al Charlie’s bar per una bevuta. Dietro l’enorme e stracolmo boccale di birra il ministro Jansen nascondeva un volto schiacciato e pallido, con occhi scuri, nascosti da una montatura squadrata di occhiali che poggiavano su un naso tondeggiante. Inoltre teneva i suoi capelli castani sempre molto corti, in poche parole era il completo opposto di Gustav e probabilmente ciò era dovuto alle origini spagnole della madre.
Quando August si vide rivolto quell’invito dallo sguardo sornione dell’amico, si illuminò.
- Okay, andiamo al Charlie’s? –
- Sono le 4 del pomeriggio August –
- E allora? –
- E allora non credo sia l’ora adatta per bere, non sarà neanche aperto –
- Hai ragione. Vuoi passare nel mio ufficio? –
Gustav abbassò nuovamente il tono della voce.
- C’è troppa gente qui, ci stanno osservando tutti. Passiamo a casa mia –
August fece un cenno di assenso e i due si incamminarono lentamente verso l’uscita mentre tutti i colleghi intorno a loro rallentavano il passo per squadrarli dalla testa ai piedi. Scesi due piani, raggiunsero finalmente l’uscita e percorsero il vialetto che porta al parcheggio.
- Gustav, ma cos’hai esattamente in testa? –
- Una rivoluzione –
- Ah. E in cosa consisterebbe esattamente? E perché vuoi coinvolgermi? –
Gustav prese le chiavi della macchina, aprì lo sportello e si mise alla guida, August si sedette di fianco.
- Tranquillo, ti spiego tutto fra un attimo –
Liquidò rapidamente l’amico e accese l’autoradio.
- Buon pomeriggio signore e signori, apriamo l’edizione delle 4 con una notizia dell’ultima ora. Da alcune indiscrezioni giunte in redazione da pochi minuti la tensione sarebbe alta al Folketing –
-Ehi Gustav parlano di noi, alza il volume –
- Il ministro degli esteri Gustav Nygaard secondo queste indiscrezioni avrebbe avuto una discussione accesa con il re per una questione di politica economica non definita e avrebbe lasciato il parlamento scuro in volto. Si parla della possibilità delle sue dimissioni. Monitoreremo la situazione e vi aggiorneremo, per ora è il caso di prendere la notizia con le pinze. Bene, dopo questi rumors, passiamo agli sviluppi della nuova riforma scolastica…-
- Circolano veloci le voci August –
- Ma… -
- Ma cosa? –
- Non hanno detto nulla di me –
- Tranquillo, lo faranno presto –
Gustav sorrise all’amico e imboccò la strada di casa sua. Sulla sua via si affacciavano una decina di ville a schiera ed egli abitava al numero 12. Il ministro parcheggiò la sua Mercedes nel box auto e poi ne uscì con il suo amico. I due percorsero un breve tratto del giardino e furono sulla soglia di casa. Gustav prese le chiavi dalla tasca e aprì.
- Eccoci qua August, ti preparo un caffè? –
- No grazie –
- Okay, allora mettiamoci subito al lavoro –
I due ministri si sedettero intorno al tavolo della cucina ed entrambi tirarono fuori un mucchio di scartoffie dalle rispettive valigie.
- Che cos’hai in mente Gustav? –
- Dobbiamo preparare un discorso per domani. Lo pronuncerò io in parlamento –
- Di che genere di discorso si tratta? –
- August, dobbiamo buttare giù questa monarchia, Frederik ci sta mettendo i bastoni tra le ruote –
- Dai, non essere ridicolo, cosa possiamo fare? –
- Te l’ho detto, domani pronuncerò questo discorso e proporrò di deporre Frederik, vedremo quanti ci stanno –
- Non mi sembra una buona idea, e poi cosa? Vuoi diventare tu re? Lo sai che non è possibile –
- No, chiederemo le elezioni anticipate, chiederò a Nielsen di proporre una mozione di sfiducia e mi candiderò come Primo Ministro, una volta al potere mi prenderò tutti i poteri –
- Su, sii realista, non te lo lasceranno fare. Nielsen si sparerebbe piuttosto di fare una cosa del genere. E poi la gente, la gente si ribellerebbe –
- Non siamo più il paese di una volta, August, la gente è povera, ha fame. E per quanto riguarda Nielsen, proveremo a chiederglielo con le buone, sennò lo faremo dimettere –
- Dimettere? E come? –
Gustav iniziò a cercare fra i suoi documenti sparsi sul tavolo. Ne prese un paio e li mise sotto gli occhi di August.
- Nielsen ha ricevuto più di 10 milioni di dollari in mazzette dagli Stati Uniti per rinunciare alla corsa al petrolio in Groenlandia, è tutto nero su bianco –
- Questa è roba forte Gustav, può far saltare in aria tutto per davvero. Ma come li hai ottenuti? –
- Ora non importa –
- Senti Gustav, ma hai davvero intenzione di trasformarti in una sorta di dittatore? –
- Dittatore? Non ho mai parlato di questo –
- Non esplicitamente, ma sembra come se tu voglia creare una specie di Impero Danese partendo dalla Groenlandia. E poi dovresti sapere che non abbiamo le forze per intervenire contro gli Stati Uniti, e anche se riuscissimo a estrarre quel petrolio, non basterà per risolvere tutti i problemi –
- E tu dovresti sapere che al polo nord c’è il 13% dei giacimenti petroliferi mondiali –
- Gustav, stai vaneggiando. Lì ci andremmo a impelagare con la Russia e poi devi capire una volta per tutte che se quei giacimenti non li ha ancora estratti nessuno è perché non è sicuro, potrebbe scatenarsi una catastrofe ambientale oltre al fatto che il costo d’estrazione potrebbe essere superiore al profitto reale! –
- Ma dobbiamo provarci! –
- No, non dobbiamo, il mondo si trasformerebbe in una cazzo di polveriera! Sei molto potente Gustav ma non sfruttare questo potere in modo negativo! –
- Ma da che parte stai? Forse non hai le palle per tutto questo? –
- Senti, io non ho intenzione di sopportare oltre, scriviti il discorso da solo. Domani mi siederò in parlamento normalmente con gli altri ministri, ti ascolterò e vedrò cosa fare –
August si alzò e iniziò a rimettere ordine fra i suoi documenti.
- August, io non volevo offenderti –
Il tono della voce di Gustav si fece insolitamente dolce, si era realmente pentito per come aveva trattato il suo amico ma Il ministro si avviò comunque verso l’uscita.
- Non mi sono offeso, devo solo riflettere, a domani –
- A domani –
August chiuse la porta con discreta violenza e Gustav lo osservò dalla finestra mentre si avviava verso la fermata dell’autobus.




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