E’ solo un sogno ad occhi aperti

di Shadow_chan
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1.



 
 
Anno scolastico 2002/2003 Giorno 10 Settembre
 
Il primo giorno di scuola, ma non di una scuola qualunque, era un college di élite per giovani ricchi in età compresa tra i tredici e i ventun’ anni.
Nella sua storia vantava che mai uno studente povero vi avesse messo piede.
Il college romano trovava sede in un vecchio palazzo storico al centro di Roma. Villa Albani infatti era stata destinata ad altro uso dai proprietari che, volendo ristrutturare la costruzione, furono costretti a chiedere aiuto ai ricchi imprenditori e agli ereditieri.
Per loro desiderio la villa venne trasformata in una scuola dove i ricchi figli potessero ricevere la migliore educazione che il mondo aveva da offrire.
Tutto ciò era spiegato nel volantino istruttivo dell’istituto che mi avevano dato appena entrato nell’edificio, spiegava anche che dall’entrata principale sulla sinistra, il palazzo antico vi erano le aule dove si svolgevano le lezioni.
Nel piccolo edificio sulla destra c’era la palestra, in fondo ai magnifici giardini vi erano i dormitori degli studenti. Chi aveva “donato” la somma più alta spettava la stanza con la finestra che dava sui cortili. La costruzione centrale era l’area ristoro con annesse aule di svago e studio, tra cui la biblioteca , un bar e la sala di musica.
Vi era anche uno spazio per il custode e la sua famiglia dalla parte opposta dei dormitori.
Villa Albani restava comunque un luogo di storia e nel fine settimana era invaso di turisti curiosi di vedere come camminavano insieme la storia e il moderno. Noi studenti del primo anno fummo radunati in palestra per il discorso d’inizio anno. Salì sul palco una ragazzina con capelli ricci di un castano chiaro severamente legati in una treccia scomposta, la divisa sembrava starle grande ed era stropicciata in più punti.
La su voce suono composta e sicura per tutta la palestra  –Cari compagni, siamo giunti in questa scuola dopo molti sacrifici e difficoltà. Il test di ammissione era duro, ma siamo qui, in questa scuola dove costruiremo amicizie, scoveremo l’amore e alleanze per il futuro. Qui avremo la possibilità di essere noi stessi senza la pressione dei nostri genitori.  Qui metteremo radici, qui costruiremo il futuro!  Spero che, in questa scuola, passeremo gli anni migliori della nostra vita!- concluse la ragazza e con sottofondo di un caloroso applauso degli studenti, ella arrossì e sorridendo tornò a sedersi al suo posto.
Alla fine della cerimonia venimmo condotti dei dormitori. Il palazzo era del 1700 ed era magnifico nella sua magnificenza, le statue sotto ogni gigantesco arco sembravano osservarti, le colonne poi erano impressionanti sembrava di usurpare la casa di un Dio. Era stupefacente e terrificante allo stesso tempo.
La struttura era divisa in due dormitori, a destra le femmine e a sinistra i machi, ogni rappresentante di gruppo spiegava la storia di quel magnifico posto ma ero troppo preso ad osservare ciò che mi circondava che quando mi chiamò sobbalzai.–Aquila, Romano, Ferro e La Rosa, questa è la vostra stanza, sui vostri letti troverete il regolamento scolastico e le istruzione per eventuali bagagli-
La stanza era enorme e circolare, conteneva quatto letti a baldacchino intervallati da una finestra sotto cui vi stazionava una scrivania. Appoggiati al muro, affianco alle porte, vi erano due armadi a quatto ante e sotto di esse tre cassetti. Fantastico, pensai cominciando a riporre i miei abiti in un armadio.
–Aquila, non ti arraffare troppo spazio lo dobbiamo dividere in due- mi disse un acido La Rosa
-Non sapevo avessi il ciclo amico!- Ferro e Romano risero e La Rosa, rosso in viso dalla rabbia usci dalla stanza sbattendo la porta.
-Bella battuta! Io sono Flavio Ferro-
-Io Livio Romano- si aggiunse l’altro
-piacere di conoscervi, io sono Marco Aquila, credete che La Rosa mene vorrà male per sempre?-
-Tranquillo tempo dieci minuti e ad Alfio passa tutto- mi tranquillizzo Livio.

 




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